giovedì 26 settembre 2013

Tarantini vale nulla, italiani vale poco, europei per fortuna vale qualcosa!

La Commissione europea ha deciso oggi a Bruxelles di inviare all'Italia una lettera di messa in mora, primo stadio della procedura d'infrazione comunitaria, per non aver garantito finora che l'Ilva di Taranto rispetti le prescrizioni dell'Ue relative alle emissioni industriali, con gravi conseguenze per la salute umana e l'ambiente. L'Italia è inoltre inadempiente anche rispetto alla direttiva sulla responsabilità ambientale, che sancisce il principio "chi inquina paga". Le prescrizioni non rispettate (o rospettate solo parzialmente) erano contenute nell'autorizzazione integrata ambientale (Aia), che applica la direttiva Ue sulla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento ("direttiva Ippc") proveniente dalle attività industriali ad alto potenziale inquinante.
La Commissione ha agito in seguito a diverse denunce provenienti da cittadini e Ong, e in particolare Peace Link e il Fondo Antidiossina, che nel maggio scorso, incontrando il commissario all'Ambiente Janez Potocnik, avevano denunciato la non ottemperanza da parte dell'Ilva di 35 prescrizioni dell'Aia su 90.
Il governo italiano ha ora due mesi per rispondere a Bruxelles. Secondo la Commissione, "la maggior parte dei problemi deriva dalla mancata riduzione degli elevati livelli di emissioni non controllate generate durante il processo di produzione dell'acciaio". In un comunicato, l'Esecutivo Ue aggiunge che "le prove di laboratorio evidenziano un forte inquinamento dell'aria, del suolo, delle acque di superficie e delle falde acquifere, sia sul sito dell'Ilva, sia nelle zone abitate adiacenti della città di Taranto. In particolare, l'inquinamento del quartiere cittadino di Tamburi è riconducibile alle attività dell'acciaieria".
Oltre a queste violazioni della direttiva Ippc, alla Commissione "risulta che le autorità italiane non hanno garantito che l'operatore dello stabilimento Ilva di Taranto adottasse le misure correttive necessarie e sostenesse i costi di tali misure per rimediare ai danni già causati", come avrebbe dovuto fare in applicazione della direttiva Ue sulla responsabilità per danno ambientale.
La Commissione, "pur ritenendo un segnale positivo i recenti impegni assunti dalle autorità italiane per rimediare alla situazione, chiede tuttavia all'Italia di rispettare gli obblighi cui è tenuta ai sensi della direttiva Ippc e della direttiva sulla responsabilità ambientale", ed "è pronta ad aiutare le autorità italiane nei loro sforzi per risolvere queste questioni gravi", conclude la nota di Bruxelles. (tmnews)

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