giovedì 5 settembre 2013

Notte, che notte!

«Questa sembra essere la “maledizione” di Taranto: si pensano cose buone, cose grandi, ma poi si resta con un pugno di mosche in mano. Come si rischia anche con l’Ilva, l’immane tragedia di questi ultimi anni». Sono parole dell’ing. Biagio De Marzo, direttore di uno dei progetti più belli e lungimiranti su Taranto, quel progetto “Nave Vittorio Veneto Museo del Mare nel Mare“, che sembrava dover saldare 10 anni fa la storia e la tradizione marinara di Taranto con la sua dimensione industriale – eterna maledizione – rappresentata dall’Arsenale militare. Questa è solo una delle testimonianze raccolte dalla giornalista Tiziana Grassi in questo volume, arricchito dalla intensa prefazione del sociologo Enzo Persichella.
Il titolo Taranto.Oltre la notte, la dice lunga sulla percezione che gente comune, esperti, operatori economici, giornalisti, sociologi, esponenti della società civile e politica hanno della loro città. Da una parte la consapevolezza che si è giunti ad un punto di non ritorno, che quel “ricatto occupazionale”di cui molti intervistati parlano (il lavoro o la salute) non abbia alternative; dall’altra la volontà di cambiare, di trovare nuove strade fuori da uno sviluppo drogato della città dei due mari (struggentemente bella nelle descrizioni che alcuni intervistati ne fanno) basato non più sull’Ilva ma su un modello diverso di industria che deve essere in primo luogo ecosostenibile, come suggerisce il presidente dell’Autorità portuale di Taranto Sergio Prete; o che individua il suo andare “oltre la notte” in una forma i markteging territoriale tutto imperniato sul mare e sulle attività ad esso connesse, dal turismo alla didattica ambientale.
Tra le proposte, quella dell’associazione Jonian Dolphin Conservation (di cui Ambient&Ambienti si è interessata).
La consapevolezza, comunque, è che per troppo tempo e tranne poche, isolate voci, il disastro ambientale non è stato preso in debita considerazione; che la città ora è divisa dopo essere stata troppo tempo supina di fronte a scelte poco oculate delle classi dirigenti politica e imprenditoriale; che la magistratura – è l’autorevole parere di Franco Sebastio, Procuratore aggiunto del Tribunale di Taranto – «deve esercitare il controllo della legalità, stabilire se si siano concretizzate determinate ipotesi di reato e decidere di conseguenza, mentre altri sono gli Organi ai quali spetta affrontare e risolvere le enormi problematiche che la vicenda Taranto-Ilva solleva».
Una cosa è certa: che dieci anni fa Taranto era un fermento di proposte. Lo si coglie nella struttura stessa del libro che mette a confronto in più casi le dichiarazioni che alcuni intervistati avevano rilasciato all’autrice Tiziana Grassi ( giornalista, tarantina di nascita ma romana d’adozione, studiosa di problemi delle migrazioni, autrice di numerosi programmi per Rai International e consulente di programmi culturali per Rai Uno) in occasione della pubblicazione nel 2004 del suo Dicono di Taranto. Semiotica del territorio. Lontananza. Appartenenza. Percorsi,  con quelle rilasciate dagli stessi a distanza di 10 anni per questo volume. Ma c’è anche la fortissima delusione e la rassegnazione nelle testimonianze di quelli che 10 anni fa, giovanissimi, avevano tentato con “entusiasmo a vendere” (sono le parole dei fondatori della cooperativa MondoMare) e che con estrema difficoltà propongono progetti che rivitalizzino una città che nel V secolo a.C. diede i natali al matematico e filosofo Archita.
Un doveroso cenno meritano le belle foto di Luciano Manna. Gli scatti, rigorosamente in bianco e nero a corredo di ogni intervista, segnano le ambiguità di una città in chiaroscuro (e gli scatti hanno toni cupi e desolati non senza significato) ora più che mai alla ricerca di se stessa e tesa nella scelta tra lavoro e salute, consapevole che questa non è una antinomia, a patto che si trovino i soldi per risanare. Forse è proprio così: oltre la notte per forza ci deve essere il sole.
Tiziana Grassi, Taranto. Oltre la notte, Progedit, 2013, pagg. 195, € 20 (Ambienteambienti)

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