sabato 14 settembre 2013

La Fiom-CGIL: serve un decreto “SalvaRiva"!

Ecco i flocculi della sconfitta operaia che emergono dalla melma sindacale più bieca e connivente.
I rappresentanti di operai e famiglie sfruttate chiedono che il padrone sia "salvo per legge".
Che schifo!
Non aggiungiamo altro...


ACCIAIO Dopo il sequestro preventivo deciso dal giudice per l’Ilva, scatta il blocco degli impianti del gruppo. Riva "chiude" i forni, 1500 a casa

«Serve un decreto Salva Riva». L'appello si è alzato da sindacati, imprenditori, istituzioni riuniti ieri a Verona in un vertice d'emergenza in Confindustria dopo il blocco delle attività negli impianti della Riva Acciaio in tutt'Italia a seguito del provvedimento di sequestro preventivo penale emesso dal Gip di Taranto. Un blocco dell'attività che colpisce duro anche il Veneto, dove sono oltre 500 le famiglie coinvolte: a Verona, nella storica fabbrica “Galtarossa” oggi Riva Acciaio, lavorano 469 dipendenti, a cui vanno aggiunti un altro centinaio delle imprese dell'indotto (autitrasporti e fornitori). Lo stabilimento scaligero ieri è stato chiuso e i dipendenti messi in mobilità come negli impianti di Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti) con un totale 1500 dipendenti. Lo stop è scattato ieri mattina dopo il provvedimento di sequestro preventivo penale del Gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013 e comunicato il 9 settembre all'azienda «in base al quale - si legge in una nota della società che controlla anche l'Ilva di Taranto - vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali. Questo fa sì che non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività». Immediate le reazioni a Verona, con un vertice tenuto ieri dalle 15,30 alle 17 in Confindustria tra sindacati, azienda e istituzioni. «Chiediamo subito l'intervento del Governo, qui serve un decreto “SalvaRiva", come è stato fatto con l'Ilva a Taranto, magari con la nomina di un commissario a guidare l'azienda - ha sottolineato Dante Loi della Fiom Cgil -. Questa di Verona è una fabbrica moderna, dove sono stati fatti importanti investimenti sul fronte dell'ambiente, e che stava uscendo dal tunnel in cui era entrata con la crisi del 2008, con 260 lavoratori su 469 a contratto di solidarietà. Oggi, abbiamo commesse garantite per 4 mesi e la fabbrica chiude. È assurdo». «È giusto tutelare la salute, combattere l’inquinamento e prendere provvedimenti per evitarlo, ma in un momento di gravissima crisi economica che un provvedimento di un magistrato arrivi a costringere alla chiusura un’azienda di queste dimensioni, che dà lavoro a decine di migliaia di famiglie, dà l’idea di un Paese ridicolo - commenta il sindaco Flavio Tosi - Facciamo appello al Governo e al Presidente Napolitano affinché siano adottati provvedimenti». (cislveneto)

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