Ecco un esempio:
Marilena Colagiacomo Azienda del frusinate denunciata per traffico di rifiuti transfrontaliero a seguito del sequestro, nel porto di Taranto, di ben 43 tonnellate di rifiuti plastici altamente tossici. L'operazione, condotta dai carabinieri del Noe, nucleo operativo ecologico di Lecce in collaborazione con il personale dell'Ufficio Antifrode della locale agenzia delle Dogane è riuscita a smantellare, ieri mattina, un traffico che si protreava da tempo e a finire nella rete degli investigatori una impresa di demolizioni di auto del nostro territorio. I rifiuti plastici, costituiti da polimeri di materie plastiche frammisti a rottami metallici, contenevano sostanze oleose, provenienti da demolizioni di autoveicoli. Il carico era pronto per essere spedito in Cina, con documentazione che falsamente li classificava come rifiuti di imballaggi in plastica. Dopo aver bloccato la spedizione oltrefrontiera ed apposto i sigilli ai due container, i carabinieri hanno denunciato alla Procura di Taranto, per traffico transfrontaliero di rifiuti, il legale rappresentante della società di provenienza dei rifiuti, che ha sede nella nostra provincia. Inoltre è stato richiesto l'intervento dei tecnici dell'Agenzia Regionale Protezione Ambiente Puglia per procedere ad un campionamento dei rifiuti al fine di verificarne la pericolosità. I materiali, come quelli, sottoposti a sequestro dai militari dell'Arma, sono classificati come rifiuti speciali, da smaltire, perciò, con una procedura specifica ma sicuramente più onerosa per l'azienda che, invece, per risparmiare, preferisce spedire il carico in Cina per essere lavorato ed occultato. Nel Paese del Sol Levante, infatti, il materiale tossico viene triturato e utilizzato, in particolare, come «riempimento» di altri oggetti, come, ad esempio, i giocattoli che poi vengono venduti in Italia con il marchi «Made in Cina». Ma stavolta, i militari del Noe, rilevando - vista la destinazione - un quoziente di rischio del carico elevato, hanno passato i container allo scanner e hanno scoperto che quelli che dovevano essere dei semi lavorati in realtà erano rifiuti altamente tossici. Anche questa operazione si inquadra nel protocollo di intesa stipulato tra il Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente e l'Agenzia delle Dogane con la finalità di monitorare e verificare il fenomeno della spedizione all'estero di rifiuti. (Il tempo)
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