MARIA ROSARIA GIGANTE (La Gazzetta di Taranto, p.VI)

Il Coordinamento dei Tarantini Fuorisede è nato qualche mese fa e sta organizzando iniziative di sensibilizzazione sulle condizioni in cui versa Taranto in varie città. “Ab - biamo riscontrato un' importante risposta sia dai tanti emigrati che si sono avvicinati al Coordinamento che da tanta gente di tutt' Italia che si è dimostrata interessata e solidale alla nostra causa”, affermano. E commentano: “Anche se lontani da Taranto ci siamo anche noi…fino all’ultimo respiro”.
La “controinfor mazione” che gli studenti fuorisede hanno voluto portare ha riferito i dati generali sull’inquinamen - to (le emissioni del 92% della diossina italiana e l’8,8% di quella europea, l’incidenza di quattro volte superiore alla media nazionale di tumori alle vie respiratorie, l’abbattimen - to dei capi di bestiame nelle aree vicine alla zona industriale, la presenza di diossina nel latte materno), i problemi legati all’occupazione (6700 operai in cassintegrazione a causa del crollo della domanda di acciaio) ed all’economia (l’in - gresso del patron Emilio Riva nella cordata che ha acquistato l’Alitalia), alla sicurezza sui luoghi di lavoro (negli ultimi 15 anni 44 operai morti), alla dignità dei lavoratori (“l’Ilva è stata condannata per mobbing ai danni di 60 lavoratori ritenuti “scomodi”). Non manca il quesito: “Perchè l’Ilva cerca personale a Bologna e non a Taranto?” La risposta: “Forse perchè i tarantini sanno cosa rappresenta l' Ilva e probabilmente nella facolta' tarantina avrebbe trovato una degna acco glienza!” Poi proseguono: “L' Ilva è responsabile di degrado sociale e precarietà, esercita un fortissimo ricatto occupazionale nei confronti dei giovani di Taranto e dell' hinterland. Ragazzi come noi ogni giorno rischiano la vita nei reparti di quell' impianto per 1000 euro al mese, permettendo al patron profitti da record- Il giovane di Taranto quando non può' emigrare ha davanti a se due scelte: morire di fame o di lavoro!” Infine gli studenti fuorisede tarantini stigmatizzano “l'Alma Mater Studiorum e i vertici della Facoltà di Ingegneria per aver permesso questo incontro. L' Università – dicono - ha dimenticato il suo compito educativo mostrandosi complice di chi costruisce il suo profitto sfruttando senza ritegno sia l'uomo che l'ambiente, senza tenere conto di alcuna morale, privando cittadini e lavoratori dei diritti essenziali.Vogliamo rispetto per Taranto, per i suoi abitanti, per la sua storia, per chi e' morto e per chi soffre nei nostri ospedali”.
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