Bologna, irruzione di studenti tarantini al forum dell’Ilva
MARIA ROSARIA GIGANTE (La Gazzetta di Taranto, p.VI)
• “Per circa 20 minuti abbiamo preso parola per informare tutti i presenti di cosa realmente sia l'Ilva e dei danni che procura alla città di Taranto e alla sua popolazione, informazioni che, ovviamente, chi non conosce la nostra realtà, non immagina minimamente”. Irruzione degli studenti universitari tarantini fuorisede ieri presso la facoltà di Ingegneria di Bologna dove si stava svolgendo un incontro tra studenti ed il Gruppo Ilva. “Attraverso la nostra irruzione con megafono e volantini – fanno sapere da Bologna appunto - abbiamo cercato di controinformare i presenti e ribadire alla dirigenza Ilva che Taranto e i Tarantini sono stanchi del sacrificio umano cui sono sottoposti”.
Il Coordinamento dei Tarantini Fuorisede è nato qualche mese fa e sta organizzando iniziative di sensibilizzazione sulle condizioni in cui versa Taranto in varie città. “Ab - biamo riscontrato un' importante risposta sia dai tanti emigrati che si sono avvicinati al Coordinamento che da tanta gente di tutt' Italia che si è dimostrata interessata e solidale alla nostra causa”, affermano. E commentano: “Anche se lontani da Taranto ci siamo anche noi…fino all’ultimo respiro”.
La “controinfor mazione” che gli studenti fuorisede hanno voluto portare ha riferito i dati generali sull’inquinamen - to (le emissioni del 92% della diossina italiana e l’8,8% di quella europea, l’incidenza di quattro volte superiore alla media nazionale di tumori alle vie respiratorie, l’abbattimen - to dei capi di bestiame nelle aree vicine alla zona industriale, la presenza di diossina nel latte materno), i problemi legati all’occupazione (6700 operai in cassintegrazione a causa del crollo della domanda di acciaio) ed all’economia (l’in - gresso del patron Emilio Riva nella cordata che ha acquistato l’Alitalia), alla sicurezza sui luoghi di lavoro (negli ultimi 15 anni 44 operai morti), alla dignità dei lavoratori (“l’Ilva è stata condannata per mobbing ai danni di 60 lavoratori ritenuti “scomodi”). Non manca il quesito: “Perchè l’Ilva cerca personale a Bologna e non a Taranto?” La risposta: “Forse perchè i tarantini sanno cosa rappresenta l' Ilva e probabilmente nella facolta' tarantina avrebbe trovato una degna acco glienza!” Poi proseguono: “L' Ilva è responsabile di degrado sociale e precarietà, esercita un fortissimo ricatto occupazionale nei confronti dei giovani di Taranto e dell' hinterland. Ragazzi come noi ogni giorno rischiano la vita nei reparti di quell' impianto per 1000 euro al mese, permettendo al patron profitti da record- Il giovane di Taranto quando non può' emigrare ha davanti a se due scelte: morire di fame o di lavoro!” Infine gli studenti fuorisede tarantini stigmatizzano “l'Alma Mater Studiorum e i vertici della Facoltà di Ingegneria per aver permesso questo incontro. L' Università – dicono - ha dimenticato il suo compito educativo mostrandosi complice di chi costruisce il suo profitto sfruttando senza ritegno sia l'uomo che l'ambiente, senza tenere conto di alcuna morale, privando cittadini e lavoratori dei diritti essenziali.Vogliamo rispetto per Taranto, per i suoi abitanti, per la sua storia, per chi e' morto e per chi soffre nei nostri ospedali”.
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