La pratica è ormai prossima ad approdare in consiglio comunale. Sarà proprio l’assemblea dei consiglieri a decidere il destino di Palazzo Berardi, lo storico edificio sul quale incombono le ruspe. Il progetto presentato dalla società Lo. Co. Costruzioni prevede infatti la sua demolizione e la costruzione al suo posto di un palazzo di sette piani per civili abitazioni. L’altezza non dovrebbe discostarsi da quella attuale e la stessa società ha proposto una nuova versione del progetto con la facciata resa più simile a quella attuale. Anche la nuova declinazione non ha tuttavia superato l’esame della Soprintendenza, che ha già bocciato due volte il progetto. Il parere non è vincolante, ma certamente non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica e gli stessi consiglieri comunali, divisi trasversalmente sul destino da assegnare ad una delle più originali testimonianze dell’architettura che si affermò a Taranto nei primi anni del ‘900.
Stretto fra due mostri partoriti dalla cultura delle brutture tipica degli anni ‘60-70, il palazzotto che fu della famiglia Berardi conserva ancora fregi, come talamoni e cariatidi, via via cancellati dagli attuali canoni estetici. Ma non è finita, perché all’interno, anche se ridotti a ruderi, ci sono ancora i locali che ospitavano vecchie botteghe artigiane, tipiche del Borgo del secolo scorso.
Quel palazzo, quindi, non è solo un esempio di stile ma è anche una testimonianza storica della Taranto che fu. Quella città operosa, pre-industriale, che non aveva ancora conosciuto i malesseri sociali provocati dal grande ma caotico sviluppo dell’industria e dell’urbanistica. Tutto questo potrebbe essere buttato giù, se solo il consiglio comunale dovesse dare il via libera al progetto di sostituzione edilizia. Purtroppo Taranto paga l’assenza di una vera politica di riqualificazione urbanistica, l’assenza di regole certe.(Tasera)
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