martedì 30 giugno 2009

AIA Ilva rimandata all'anno venturo?

Ilva, assessore Puglia: Determinante fattore Gianni Letta. Per l'Aia allo stabilimento di Taranto ci vorranno altri 6 mesi

“E’ un fatto importante – direi storico – quello che si è determinato a Taranto dove ciò che sembrava fino a pochi mesi fa impossibile è diventato praticabile: con l’entrata in funzione dell’impianto che si inaugura domani verranno dimezzate le emissioni da diossina che passeranno a 2,5 nanogrammi”. Così al VELINO l’assessore all’Ecologia della Regione Puglia Michele Losappio che ripercorre le tappe del duro braccio di ferro che ha portato la regione a sottoscrivere cinque mesi fa un accordo con Palazzo Chigi sull’inquinamento all’Ilva di Taranto. “In quella trattativa che è passata attraverso uno scontro politico e sociale durissimo è stato determinante il fattore umano e in particolare la mediazione del sottosegretario Gianni Letta che ha riconosciuto almeno in parte le ragioni della Puglia sottovalutate fino a quel momento dai ministri per i Rapporti con le regioni e l’Ambiente, Fitto e Prestigiacomo”.

La trattativa sull’Ilva di Taranto ha portato a un breve slittamento dei termini prescritti dalla legge regionale pugliese sul livello delle emissioni da diossina tollerate negli impianti industriali a fronte dell’entrata in funzione (entro oggi 30 giugno 2009) di un impianto con la tecnologia dell’urea che consente di abbattere drasticamente le emissioni. “E’ solo una tappa del percorso delineato dalla legge regionale approvata a marzo di quest’anno che prevede un ulteriore abbassamento dei livelli di inquinamento entro il giugno del 2010 quando verrà applicato un indice di riferimento (0,4 nanogrammi) adottato in Europa ma anche in Canada e negli Stati Uniti” dice ancora l’assessore Losappio che sottolinea come questo obiettivo “non potrà essere centrato solo con il funzionamento dell’impianto all’urea. Entro la fine di quest’anno l’Ilva deve presentare un piano di progetto tecnico che individui le soluzioni per arrivare a quell’obiettivo. Spero che l’azienda capisca che sono finiti i tempi del ricatto occupazionale e che non può più dettare unilateralmente le condizioni per operare a Taranto: nel caso in cui il piano non sia congruo lo bocceremo, ma siamo fiduciosi. Del resto – spiega ancora l’assessore all’Ecologia della regione Puglia – nel 2007 la società ha fatto utili per 300 milioni. Poi c’è stata la crisi e del resto sono stati messi in cassa integrazione 6500 operai su 13 mila. Ma questo non è un fattore strutturale non impedisce l’adattamento dello stabilimento industriale rispetto al requisito minimo indicato dalla legge, soprattutto per un’azienda che vuole restare nel lungo periodo”.

Eppure l’inaugurazione dell’impianto di domani non scongiura l’apertura di un dossier nei confronti dell’Italia da parte dell’Unione europea. “Credo che per il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale (la cosiddetta Aia che consente agli impianti di proseguire nelle proprie attività) ci vorranno come minimo altri sei mesi: l’autorizzazione la rilascia il ministero dell’Ambiente, ma è un iter molto complesso in cui devono ancora essere affrontate delle questioni centrali come quella dei parchi minerari. Questo vuol dire, rispetto al rilascio atteso per il 31 marzo scorso, che siamo a rischio infrazione”, dice ancora l’assessore all’Ecologia che non rinuncia polemizzare con il ministro dell’Ambiente. “Solo quando il ministro affronterà con noi i nodi delle bonifiche in Puglia, dei progetti disattesi sul fotovoltaico e l’idrogeno saremo lieti di registrare una svolta, auspicabile, nei rapporti istituzionali. Ora mi sembra prematura anche perché con domani, se il ministro verrà come annunciato, sarà la prima volta che viene in Puglia nonostante le promesse che aveva fatto in più occasioni nel passato”. (Velino)

Nessun commento: