Questo articolo dimostra che tutte le "visioni strategiche" sul porto come volano di sviluppo alternativo all'industria siderurgica sono ancora molto più "visioni" che "strategiche".
Crisi dell’acciaio, nel porto di taranto 775 navi in meno
La crisi del settore dell’acciaio pesa fortemente sul porto di Taranto, che nei primi cinque mesi ha registrato una flessione del 37,3% di arrivi e partenze. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sono arrivate e partite 775 navi in meno, dalle 170 in meno a gennaio (-39,6%), alle 193 in meno di maggio (-42,9%), passando attraverso i cali ulteriori di febbraio, marzo ed aprile. Il ridotto traffico del naviglio non ha inciso sul settore del trasporto container, che è cresciuto nel periodo del 10,1%.
La punta massima si è registrata ad aprile con un incremento su base annua del 25,3%. Questo incremento non corrisponde però ad un parallelo aumento delle merci trasportate nei container. Lo scompenso del primo trimestre (-23,3%) sì integra con i miglioramenti del secondo trimestre (+25%). Ma, soprattutto nei primi tre mesi, i container hanno viaggiato in prevalenza vuoti. La ragione del dato statistico sta nella centralizzazione a Taranto dei servizi con navimadre di Evergreen nel Mediterraneo. A Taranto è andata in picchiata anche la movimentazione delle merci varie, in particolare, coils e lamiere. Nel primo trimestre la flessione è stata del 66,8%, ad aprile e maggio del 62,1%. In particolare, flessione gli sbarchi di materie prime, crollati del 96,5% a gennaio fino al -91,4 di maggio. (Shippingonline)
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