Sentenza della Cassazione: blog e forum non sono stampa
Rete divisa sulla sentenza della Cassazione di ieri che ha stabilito che forum, blog, newsletter e newsgroup non sono assimilabili alla stampa e dunque non sono soggetti agli stessi obblighi e alle stesse tutele.
Qualcuno parla di sentenza liberticida, qualcuno parla invece di buona notizia per gli utenti della rete, soprattutto alla luce di alcuni recenti disegni di legge.
La sentenza della Cassazione, destinata dunque a fare giurisprudenza, è la risposta a un ricorso presentato dall'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) che contestava la legittimità del sequestro di alcune pagine del suo sito. Si trattava, in particolare, di alcuni messaggi pubblicati dai lettori del forum Dì la tua, ritenuti offensivi verso il comune sentimento religioso.
Nella sentenza 10535, la Cassazione stabilisce che i forum sono “una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero ma non per questo il forum resta sottoposto alle regole e agli obblighi cui è soggetta la stampa (come indicare un direttore responsabile per registrare la testata) o può giovarsi delle guarentigie in tema di sequestro che la Costituzione riserva solo alla stampa".
Ma non è tutto: la Cassazione precisa inoltre che questa convinzione si estende a “newsletter, blog, forum, newsgroup, mailing list, chat, messaggi istantanei”.
Secondo l'Adu, che anticipa un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo, la sentenza è liberticida, perché stabilisce libertà diverse tra giornalisti e normali cittadini.
Tuttavia non sono in pochi a salutarla come buona notizia. L'esonero dei siti Internet e dei blog dagli obblighi della legge sulla stampa mette la parola fine su una serie infinita di querelle e tacita i timori dei blogger: non vi sarebbe infatti più alcun obbligo di registrazione al tribunale, né l'imposizione di avere un direttore responsabile, né, soprattutto, vi sarebbe l'obbligo di controllo sui commenti, del cui contenuto sarebbero responsabili solo i loro autori.
La sentenza della cassazione, inoltre, rappresenta una risposta indiretta ad alcune delle osservazioni di merito sollevate nei giorni scorsi da alcuni avvocati esperti di Internet sul disegno di legge presentato dall'onorevole Carlucci.
Sole 24ore
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