L'inceneritore nasce senza benedizione
ACERRA (Napoli)
Benedire il termovalorizzatore di Acerra va contro quanto ha predicato in questi anni. E allora monsignor Giovanni Rinaldi, vescovo di Acerra, ha fatto sapere che non sarà con il premier Silvio Berlusconi che questa mattina premerà simbolicamente il bottone che «accende» la struttura per i rifiuti. «Non me la sento», ha detto nei giorni scorsi riferendosi alla sua contrarietà all’inceneritore manifestata negli ultimi anni partecipando alle manifestazioni popolari. Le motivazioni della decisione sono contenute in un documento del Consiglio pastorale della diocesi. Una sorta di lettera aperta dove si denuncia che il termovalorizzatore brucerà immondizia indifferenziata con pericoli ambientali e sanitari e si lancia l’idea di un monitoraggio: «I cosiddetti impianti di Cdr (ecoballe, ndr) si sono limitati a imballare l’immondizia dopo una sommaria quanto inopportuna tritovagliatura, il tutto destinato a un impianto di incenerimento di Acerra progettato per bruciare il “tal quale”» e quindi tecnologicamente superato.
«Berlusconi aiuta le imprese. Quelle funebri», si legge su uno striscione issato nel centro storico della cittadina, ieri attraversato da un corteo di protesta di disoccupati, Cobas, movimento antidiscarica a Chiaiano e movimento Rifiuti Zero. Durante la manifestazione un ordigno incendiario è stato lanciato contro una banca, danneggiando lo sportello bancomat e una vetrina. Oggi si replica. Ad attendere il Cavaliere e i quattrocento invitati alla cerimonia (gli inviti sono stati realizzati tutti su carta riciclata e prodotta in Campania) ci sarà un «corteo funebre» con centinaia di manifestanti che indosseranno maschere da scheletro. «Si tratta di una bomba ecologica - spiegano i manifestanti parlando del termovalorizzatore - che va ad aggravare una strage che è già in corso». L’impianto, i cui lavori sono iniziati il 17 agosto 2004, brucerà in una prima fase 750 tonnellate di spazzatura al giorno e duemila a regime. Costruito su tre linee, il termovalorizzatore ha una capacità di smaltimento e recupero energetico di circa 600 mila tonnellate l’anno di rifiuti urbani non pericolosi.
E a gestirlo, per i prossimi 15 anni, sarà la A2A, la società lombarda che già gestisce quelli di Milano e Brescia. Quando l’impianto entrerà in funzione, ha assicurato il sottosegretario Guido Bertolaso, non si vedrà il fumo uscire dal camino, perché le tecnologie con cui è stato realizzato riducono al minimo le emissioni. E perché tutto vada alla perfezione, ieri sera Bertolaso ha accompagnato il Cavaliere in un sopralluogo alla struttura. «Se si è voluto che Acerra ospitasse uno degli inceneritori più grandi d’Europa - sostiene il vescovo - si prosegua a pensare in grande assegnando a questo territorio un ruolo non marginale». E parla di «dannazione della esclusione», «un’appendice maleodorante di Napoli». Ieri sulla Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata l’ultima ordinanza che permette il conferimento ad Acerra di «rifiuti imballati e non imballati» e «ovunque stoccati», provenienti cioè dagli impianti di selezione e trattamento di tutta la regione.
ANTONIO DE LORENZO La Stampa
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