La legge salva-Ilva è costituzionale
la Consulta respinge ricorso dei giudici
Dopo una lunga camera di consiglio la Corte costituzionale ha respinto i ricorsi dei giudici di Taranto e ha stabilito che la legge «Salva Ilva» è conforme al dettato costituzionale. Vale a dire che non è stato rilevato un conflitto tra poteri dello Stato, cioè tra il legislatore e la magistratura. Questa decisione – che le cui motivazioni nel dettaglio si conosceranno quando sarà depositata la sentenza - è di estrema importanza: significa che la produzione di acciaio continuerà seguendo le prescrizioni fissate dall’Aia e contenute nel testo varato il 24 dicembre scorso, numero 231. La Corte avrebbe dunque dichiarato in parte inammissibili in parte infondate le questioni di legittimità sollevate dal gip e dal Tribunale di Taranto sulla legge salva-Ilva.
IL MATERIALE SEQUESTRATO - Significa che verranno dissequestrate le tonnellate di materiale bloccato dal tribunale di Taranto in quanto corpo di reato. Significa che il comparto manufatturiero italiano tirerà un grosso sospiro di sollievo, perché potrà continuare ad approvvigionarsi (l’impianto jonico soddisfa il 40% dei bisogno dell’industria italiana). Ma la città come reagirà? Le migliaia di persone che in questi ultimi due anni in particolare si sono mobilitate contro l’Ilva e l’inquinamento e per la difesa della salute e dell’ambiente, cosa faranno ora? Ieri la delegazione arrivata a Roma per protestare davanti a Montecitorio ha detto: «La nostra battaglia continuerà. Noi credevamo nella Costituzione, la più bella del mondo, ma chi la deve applicare e tutti i politici ci hanno tradito».
Nessun commento:
Posta un commento