martedì 30 aprile 2013

Il salto dell'Anguilla

Ed eccolo il superviscido che, come previsto, sguscia via dalle sue stesse parole e resta nella sua tana a prova di fiocina!
Qualcuno aveva creduto alle sue dimissioni?
Una resistenza ormai consolidata da anni di ignavia proterva!
Un applauso al rappresentante tarantino del grande senso di responsabilità istituzionale (che di questi tempi vuol dire semplicemente stare attaccati alla poltrona come le cozze in nome della conservazione più totale!).
Ora speriamo che le indagini facciano il loro (giusto) corso...

Wikipedia
"Resto al mio posto per il bene di Taranto". È sera inoltrata quando il sindaco Ippazio Stefàno risponde al telefono, dopo aver disertato il consiglio comunale. Si sono rincorse voci sulle sue dimissioni, che lui stesso aveva annunciato dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta "ambiente svenduto".
Allora sindaco ha lasciato i tarantini con il fiato sospeso.
 "Ho vissuto momenti terribili. Per l'ennesima volta mi sono ritrovato sui giornali come indagato, bollato con cattiveria come un criminale. Senza sapere nulla. Sei mesi fa era stata la stessa storia. Non ho ricevuto un atto di questa indagine. E mi hanno spiegato che la mia iscrizione è stata un atto dovuto dopo l'esposto di un consigliere di opposizione".
Ma è stato lei a parlare di dimissioni?
"In quel momento ho faticato a comprendere che si trattava della stessa cosa. Non potevo credere che si riproponesse la stessa informazione. Una persona onesta si intimorisce anche dinanzi ad una multa. Figuriamoci dinanzi a notizie lanciate in questa maniera. Solo chi è veramente onesto, può comprendere cosa ho provato. E' stato un momento di sconforto. Ora ho recuperato la serenità. Ho deciso di restare al mio posto".
C'è la proroga delle indagini...
"Ben vengano altre indagini. Se mi riguarderanno non potranno che chiarire la trasparenza dei miei comportamenti".
Come ha fatto a passare dallo sconforto alla determinazione di questo momento?
"Ho ricevuto tanta solidarietà. E anche in consiglio comunale i consiglieri di maggioranza e in parte dell'opposizione hanno espresso il desiderio di andare avanti. Ho trascorso una notte insonne a rimuginare sulla cosa giusta da fare. E alla fine mi sono deciso ad andare avanti. Vorrei solo meno cattiveria e più attenzione per i veri problemi di Taranto".
Ha vissuto una notte tormentata come quella dell'Innominato?
"E' l'esempio giusto. Sono state ore di tormenti, grazie alle quali, però, ho recuperato lucidità. Non mi devo vergognare di nulla. Posso dire con forza che ho mantenuto la schiena dritta dinanzi alla grande industria. Non so quanti possono dire lo stesso. Mi pregio solo di ricordare che tra i miei primi atti c'è stata la rideterminazione delle tasse da far pagare all'Ilva, con un saldo di milioni di euro in favore delle casse comunali".
L'assenza in consiglio comunale è servita a verificare il comportamento della sua maggioranza?
"Assolutamente no. Non è stato un discorso di calcolo. Avevo solo bisogno di riflettere ancora".
Chiederà di essere ascoltato dai magistrati?
"Ho grande rispetto per il lavoro della procura e una fiducia incondizionata nei giudici. Se lo riterranno necessario sarò pronto a spiegare tutti i mie atti, facendo parlare le carte. In questa città, purtroppo, si è abituati a preferire le chiacchiere ai fatti. Ma questo non vale per i magistrati che stanno svolgendo un lavoro egregio".
Sindaco, negli atti c'è una conversazione tra lei e Archinà, l'ex dirigente Ilva attualmente in carcere. In quel colloquio lei si accoda alle richieste di posticipare il referendum sulla grande fabbrica...
"La ringrazio perché mi dà la possibilità di chiarire quelle parole. Ho semplicemente dato ragione al mio interlocutore con lo specifico intento di troncare quella conversazione. Peraltro, non dipendeva da me esaudire le sue richieste".
Tempesta passata, allora?
"L'episodio è chiuso. Mi lasci dire, però, che questa città vive costantemente in una tempesta. Una burrasca fatta di problemi, problemi e ancora problemi. Sono in prima linea con l'angoscia quotidiana di non poter rispondere alle richieste di tanta gente. E' questa la tempesta che davvero vorrei placare". (Rep)




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