mercoledì 17 aprile 2013

Nove mesi di scartoffie per accettare una banalità

La Cassazione. «Ferrante non è più custode giudiziario Ilva»

Bruno Ferrante non sarà più tra i custodi giudiziari dell’Ilva di Taranto. Lo ha stabilito la Cassazione che accogliendo il ricorso della procura ha annullato senza rinvio l’ordinanza del tribunale di Taranto che in funzione di giudice dell’esecuzione aveva reintegrato il 28 agosto scorso l’attuale presidente dell’Ilva nella funzione di custode. Ferrante, in ogni caso, spiega il suo legale Marco De Luca, aveva intenzione di rinunciare a questo ruolo.
La nomina di Bruno Ferrante non era esecutiva. La sua esecutività era sospesa dal 25 ottobre 2012 per decisione del Tribunale di Taranto. La questione della nomina di Ferrante a custode giudiziario è stato un pezzo importante nella complessa 'partita a scacchi' giocata tra magistratura tarantina e azienda, sin dal primo sequestro fatto all’Ilva, quello degli impianti dell’area a caldo, del 26 luglio 2012. Col decreto di sequestro preventivo, senza facoltà d’uso, degli impianti, il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco, aveva nominato infatti quattro custodi giudiziari.
Il 7 agosto, il Tribunale del Riesame, investito della questione dall’azienda, confermò i provvedimenti del gip, modificandoli in parte e revocando la nomina del custode per la parte amministrativa, sostituito dal presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante. Dopo soli quattro giorni, però, l’11 agosto, il gip revocò la nomina di Ferrante, ritenendolo “incompatibile” con la funzione di custode, e rinominando Tagarelli.
Il 28 agosto, il Tribunale, in fase di incidente di esecuzione chiesto dall’Ilva, annullò l’efficacia dei provvedimenti del gip dell’11 agosto, ripristinando la 'sovranita” delle decisioni del Riesame. Di conseguenza, Ferrante tornò custode giudiziario al posto di Tagarelli.
Il 17 settembre, la Procura ricorse per Cassazione contro l'ordinanza del Tribunale in incidente di esecuzione, sostenendo tra l’altro che non poteva decidere in composizione feriale. Contemporaneamente la Procura ricorse al Tribunale per far sospendere l’immediata esecutività dell’ordinanza del 28 agosto. Fu così che il 25 ottobre il Tribunale sospese l'esecutività dell’ordinanza del 28 agosto “sino all’intervento della decisione della Corte di Cassazione con conseguente ripristino dell’efficacia dei decreti adottati dal gip di Taranto il 10 e l’11 agosto”. La corte di Cassazione ha deciso oggi, accogliendo a sua volta il ricorso della Procura contro la nomina.(GdM)

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