Enrico Bondi indagato per falsa testimonianza
Una cimice della discordia - emersa nel caso
Telecom - mette nei guai Enrico Bondi, che, secondo il Corriere della
Sera, sarebbe indagato per falsa testimonianza a seguito di una
deposizione rilasciata alla Procura di Milano. Bondi -
appena nominato ad dell'Ilva - era stato sentito dai pm milanesi il 12 novembre 2010, in merito al dossier Telecom, per fatti relativi al 2001.
Ell'epoca il manager aretino – precisamente dal 31 luglio 2001 - era
stato scelto da Marco Tronchetti Provera come amministratore delegato
della società di telecomunicazioni. Nel 2010 davanti ai magistrati aveva
ripercorso le tappe dell'allontanamento di Vittorio Nola, che nel 2001
era segretario generale di Telecom. Il 7 agosto di quell'anno, Bondi, appena insediatosi come manager Telecom,
prese a noleggio un'Audi a Fiumicino. L'auto, si scoprì un paio di
settimane dopo, conteneva una "cimice". In seguito si scoprì – riporta
il Corriere – che la cimice era stata piazzata da chi fece finta di
scoprirla poco dopo: una messinscena per spingere Nola alle dimissioni e
aprire la strada, in azienda, a Tavaroli. Nel 2010 Bondi disse di
essere convinto che la "cimice" non avesse avuto incidenza nell'addio a
Telecom di Nola. Ma ora, la microspia torna a far parlare: quelle
dichiarazioni di Bondi sono considerate "false" dai pm Antonio D'Alessio
e Roberto Robledo. I magistrati sostengono che l'allontanamento non
fosse una autonoma scelta aziendale maturata a seguito di una
riorganizzazione interna, ma proprio legata alla vicenda della cimice.
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