Solidarietà operativa all'Ilva
Dopo la cassa integrazione, all'Ilva sono scattati in questi giorni i contratti di solidarietá. Con un ammortizzatore sociale "insolito" rispetto alle precedenti esperienze, la fabbrica affronta una ristrutturazione complessa, che durerá almeno due anni e che mette insieme due aspetti: la gestione della crisi di mercato e la bonifica degli impianti seguendo l'Aia.
Ma i contratti di solidarietà, che copriranno un esubero temporaneo di 3.749 lavoratori implicando la rotazione di 11mila addetti, non arrivano in uno stabilimento "spento". L'Ilva sta continuando a produrre e negli ultimi giorni ha rimesso in marcia nell'area a freddo anche il tubificio 1, il quale, partito con 5 turni, crescerá progressivamente arrivando prima a 10 e poi a 15 turni. Dall'8 aprile, poi, tornerá a funzionare anche il tubificio 2 sia pure con soli 5 turni.
Piccoli segnali di schiarita che Ilva e sindacati sperano di consolidare se il 9 aprile dalla Corte Costituzionale arriverá il via libera alla legge 231 dello scorso anno che permette all'azienda sia la produzione che la commercializzazione di quanto realizzato nei mesi scorsi. Anzi, osservano i sindacati, se la Consulta dirá che la commercializzazione delle merci (1,7 milioni di tonnellate), oggi sotto sequestro, non "lede" la Costituzione come invece sostengono i giudici di Taranto, bisognerá probabilmente rilavorare parte di queste stesse merci e quindi altri impianti potrebbero tornare in funzione. All'Ilva, intanto, i sindacati hanno posto la necessita di bilanciare meglio la ricaduta dei contratti di solidarietá. Questo perché se la riduzione media dell'orario di lavoro é del 34%, é anche vero che ci sono aree dove é invece piú accentuata e questo comporterá periodi di inattivitá piú lunghi. L'Ilva su questo ha manifestato disponibilitá a discutere.
Il tutto comunque avviene all'interno di uno scenario che a breve vedrá il siderurgico alle prese con due date cruciali: una é il 9 aprile, e la Consulta nella stessa giornata dovrebbe far conoscere la sua decisione sulla legge, l'altra é invece il referendum che il 14 aprile chiamerá gli elettori tarantini ad un referendum consultivo pro o contro la chiusura totale o parziale (solo l'area a caldo) dello stabilimento. (Sole24h)
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