Lega Tumori: la prevenzione al sud registra ancora gravi ritardi
I dati riguardanti la mortalità per tumore a Napoli, Caserta e Taranto hanno registrato negli ultimi dieci anni una percentuale superiore rispetto alle altre regioni del mezzogiorno. Non sono solo queste tre città a registrare un aumento delle neoplasie, ma tutto il sud. Se all’aumento dell’inquinamento era stata attribuito la causa principale di queste performance negative, successivamente è stato riconosciuto che i motivi ascrivibili a questo incremento sono riconducibili anche a: cattiva qualità della vita, standard di assistenza non sempre sufficienti, la poca attenzione alla prevenzione e alla nutrizione.
In questa situazione di sofferenza che coinvolge i territori al di là del Garigliano, che ancora accusano un gap evidente con le regioni del nord del paese, bisogna allo stesso tempo menzionare anche molte realtà positive. Tra queste ci sono centri di eccellenza come l’Istituto “G. Pascale” di Napoli e le associazioni operanti nel campo oncologico come la LILT, che lavorano sinergicamente con le istituzioni e sono diventate un importante punto di riferimento per i cittadini.
Questi sono i principali temi discussi nel convegno, del 27 e 28 Novembre a Napoli presso l’Hotel Montespina, promosso dal prof. Maurizio Montella commissario del Comitato regione Campania della LILT e dall’Istituto Tumori di Napoli.
“Il momento più difficile per i pazienti oncologici – sostiene Maurizio Montella – rimane quello che segue l’avvenuta diagnosi: quando bisogna scegliere lo specialista e la struttura a cui rivolgersi. In questa fase di estrema fragilità psicologica è importante per il paziente disporre di informazioni corrette, per attuare la migliore strategia terapeutica. E’ fondamentale rivolgersi a strutture specializzate capaci di erogare servizi mirati come il supporto psicologico, l’assistenza domiciliare che non sempre vengono garantite dalle strutture periferiche”.
Montella si è poi soffermato sulla mortalità e sopravvivenza per tumori illustrando le differenze tra sud e nord. “Il numero di nuovi casi –continua l’epidemiologo – è inferiore, l’intera provincia di Napoli, però, registra tassi di mortalità superiori al dato nazionale (339, 5 contro 305, 6 nei maschi e 213,5 contro 206,2 nelle femmine, ogni 100.000 abitanti). La mortalità nella regione Campania nel complesso è inferiore: 298 nei maschi e 190 nelle femmine. Il dato maggiormente differente rispetto al dato nazionale è la sopravvivenza per tumori. Una stima del dato globale per tutti i tumori riferito al confronto nord – sud indica una sopravvivenza a cinque anni del 33% nei maschi contro un dato medio italiano del 40%, nelle femmine si riscontra una percentuale del 50% nel sud contro il 59% in Italia”.
L’incidenza dei tumori nel mezzogiorno non è collegata esclusivamente alle condizioni ambientali, ma anche ad altri fattori quali la scarsa prevenzione...
Le conclusioni del convegno sono state fatte dal commissario regionale LILT della regione Campania Maurizio Montella. Che ha ringraziato i tanti volontari della Lega, molti presenti alla tavola rotonda, che gratuitamente e quotidianamente svolgono con il loro lavoro un’opera di assistenza preziosa per tanti cittadini e anche per gli immigrati spesso avulsi dal contesto sociale. “Le regioni del sud hanno centri di eccellenza, ma il sistema nel suo complesso risulta gravemente compromesso: basti pensare ad alcuni esempi quale l’adesione agli screening oncologici, l’assistenza domiciliare, i registri tumori, la carente distribuzione dei centri di radioterapia, le attività di prevenzione primaria e secondaria. In tale contesto la LILT può giocare un ruolo di rilevanza, almeno in quei settori (prevenzione primaria e secondaria) che la vedono tradizionalmente operare, e a cui afferiscono le competenze e le professionalità degli operatori della LILT stessa”.
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