Acqua, il report di Fabiano Amati
L'assessore regionale alle opere pubbliche stila il report della gestione della preziosa risorsa nella "Sitibonda Puglia"
Nichi Vendola nel suo recente rimpasto di governo ha portato alla guida di un assessorato delicato e strategico qual è quello alle opere pubbliche Fabiano Amati, giovane avvocato fasanese e storico esponente della Margherita pugliese. Per l'assessore Amati preservare la risorsa acqua è stato il nocciolo delle azioni portate avanti in questi pochi ma importanti mesi di lavoro in assessorato. In Puglia ci sono 191 impianti di depurazione in esercizio; di questi, gli impianti a trattamento più fine sono passati dai 69 del 2005 ai 169 di oggi, mentre quelli che scaricano nel sottosuolo sono passati da 49 a 24 con una previsione di interventi di adeguamento già in corso d’opera che porteranno alla progressiva eliminazione degli impianti più obsoleti. Il fabbisogno dei 1.500 miliardi di metri cubi d’acqua l’anno utilizzati in Puglia è così suddiviso: 37% potabile, 10% industriale, 53% irriguo; qualitativamente buona sembra essere la situazione delle acque superficiali in tutta la regione (in particolar modo nella zona di Porto Cesareo e Chiatona). Questi sono alcuni dei dati qualitativi e quantitativi resi noti ieri nel corso del Forum Regionale di Informazione e Consultazione Pubblica della Regione Puglia, che si è svolto presso l’assessorato alle Opere Pubbliche, durante il quale è stato illustrato il Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, relativamente al territorio della Puglia, in corso di redazione in base alla direttiva 2000/60 CE. Al Forum hanno partecipato rappresentanti dei Consorzi di Bonifica, dell’AATO, dell’Autorità di Bacino, dell’Acquedotto Pugliese, degli Ordini Professionali, dell’Università e del CNR; nella realizzazione del Piano rientrano, oltre alla Puglia, anche il Lazio, l’Abruzzo, il Molise, la Campania, la Basilicata e la Calabria; grande importanza riveste lo sviluppo di un processo di partecipazione pubblica, volto alla crescita di una maggiore consapevolezza nell’amministrazione del bene acqua per assicurarne così pienamente il diritto all’uso.
I contenuti del Piano vanno dalla descrizione delle caratteristiche del distretto idrografico alla sintesi degli impatti antropici sullo stato delle acque superficiali e sotterranee, dalla individuazione delle aree protette al monitoraggio delle acque e ai programmi di misure. In particolare, relativamente alla Puglia sono stati resi noti alcuni dati del Piano di Tutela delle Acque che rientrano nel Piano di Gestione delle Acque. Rispetto alle azioni poste in essere dalla nostra regione negli ultimi anni, è stato nettamente limitato l’utilizzo di fertilizzanti azotati nonché il rilascio o rinnovo delle concessioni per il prelievo di acque di falda nelle zone di tutela; sono stati eseguiti infine molti interventi infrastrutturali per il miglioramento della distribuzione e per aumentare la capacità d’accumulo. La regolamentazione della materia e il rafforzamento del riuso (già è avvenuto a Fasano e Ostuni per quanto riguarda l’agricoltura e all’Ilva relativamente all’industria) sono i prossimi obiettivi da raggiungere. “Intendiamo questo Forum – ha detto Amati - come un grande cantiere in cui coltivare un processo intellettuale utile e consapevole per tutti gli operatori. Il seminario di studio del Forum – ha concluso – assumerà maggior significato se non perdiamo di vista la grande importanza che rivestono le risorse idriche soprattutto nella nostra regione povera di acqua”. (Barilive)
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