Il Consiglio Comunale di Taranto del 21 Dicembre scorso ha votato a favore della modifica da apportare allo Statuto comunale a totale vantaggio della ripubblicizzazione del servizio idrico volto a superare l’art. 15 del decreto 135/09 (Decreto Ronchi) approvato con fiducia a Montecitorio un mese fa.
Vale la pena di precisare che la conversione in legge dell’art. 15 del Decreto Ronchi sancisce la definitiva cessione ad operatori privati della gestione degli acquedotti, delle fognature e della depurazione; il tutto con il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa senza che, in realtà, vi sia alcun obbligo comunitario di trasformazione dei soggetti pubblici in società private.
Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane (es. Latina, Arezzo, Firenze, ecc…) o a livello europeo ( es. in Francia) abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e costi di gestione, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzione delle tariffe
Il Comitato Pugliese Acqua Bene, apprende con soddisfazione l’approvazione dell’odg del Consiglio Comunale di Taranto di giorno 21 dicembre 2009 sull’impegno di riconoscere all’interno del proprio Statuto Comunale l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico, confermando il principio della proprietà e della gestione pubblica del servizio idrico integrato, riconoscendolo come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale la cui gestione va attuata attraverso gli artt.31 e 114 del d. lgs N 267/2000;
Inoltre il Comune di Taranto s’impegna a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e del suo utilizzo attraverso campagne informative e aderisce e sostiene le iniziative del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato”.
La modifica allo Statuto è stata richiesta dal Comitato Pugliese “Acqua bene comune” lo scorso 03 Dicembre mediante lettera protocollata presso la segreteria gabinetto sindaco ed è stata suffragata dall’attuazione sul territorio cittadino di una petizione popolare che ha assunto il nome di: “Petizione Salva l’Acqua”. L’odg è stato depositato dal consigliere Anna Rita Lemma.
Il Consiglio comunale con voto favorevole dei consiglieri si è uniformato agli intendimenti della Regione Puglia, sanciti con Deliberazione n°1959 del 20/10/09 “Approvazione di principi orientati al concetto dell’acqua quale bene comune dell’umanità”.
Inoltre sempre la Regione Puglia si è impegnata ad approvare a breve una legge regionale che sancisca la trasformazione dell’Acquedotto Pugliese da S.p.A. a soggetto di diritto pubblico, che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale, definendo così la totale fuoriuscita dell’acqua dalle leggi del mercato
Il Comitato Pugliese “Acqua bene comune” prende felicemente atto della scelta operata dal governo della Città di Taranto che ha intrapreso una strada virtuosa confermando che l’Acqua sia fonte di vita e non si possa mercificare, e di cui si attende l’integrazione dello Statuto.
Continua la raccolta firme per la campagna “SALVA L’ACQUA” a Taranto e provincia presso alcune associazioni parte del Comitato pugliese: Confconsumatori , il Meet Up “I grilli delle 100 masserie” e “Cittadinanza attiva Palagianello.”
Vale la pena di precisare che la conversione in legge dell’art. 15 del Decreto Ronchi sancisce la definitiva cessione ad operatori privati della gestione degli acquedotti, delle fognature e della depurazione; il tutto con il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa senza che, in realtà, vi sia alcun obbligo comunitario di trasformazione dei soggetti pubblici in società private.
Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane (es. Latina, Arezzo, Firenze, ecc…) o a livello europeo ( es. in Francia) abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e costi di gestione, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzione delle tariffe
Il Comitato Pugliese Acqua Bene, apprende con soddisfazione l’approvazione dell’odg del Consiglio Comunale di Taranto di giorno 21 dicembre 2009 sull’impegno di riconoscere all’interno del proprio Statuto Comunale l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico, confermando il principio della proprietà e della gestione pubblica del servizio idrico integrato, riconoscendolo come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale la cui gestione va attuata attraverso gli artt.31 e 114 del d. lgs N 267/2000;
Inoltre il Comune di Taranto s’impegna a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e del suo utilizzo attraverso campagne informative e aderisce e sostiene le iniziative del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato”.
La modifica allo Statuto è stata richiesta dal Comitato Pugliese “Acqua bene comune” lo scorso 03 Dicembre mediante lettera protocollata presso la segreteria gabinetto sindaco ed è stata suffragata dall’attuazione sul territorio cittadino di una petizione popolare che ha assunto il nome di: “Petizione Salva l’Acqua”. L’odg è stato depositato dal consigliere Anna Rita Lemma.
Il Consiglio comunale con voto favorevole dei consiglieri si è uniformato agli intendimenti della Regione Puglia, sanciti con Deliberazione n°1959 del 20/10/09 “Approvazione di principi orientati al concetto dell’acqua quale bene comune dell’umanità”.
Inoltre sempre la Regione Puglia si è impegnata ad approvare a breve una legge regionale che sancisca la trasformazione dell’Acquedotto Pugliese da S.p.A. a soggetto di diritto pubblico, che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale, definendo così la totale fuoriuscita dell’acqua dalle leggi del mercato
Il Comitato Pugliese “Acqua bene comune” prende felicemente atto della scelta operata dal governo della Città di Taranto che ha intrapreso una strada virtuosa confermando che l’Acqua sia fonte di vita e non si possa mercificare, e di cui si attende l’integrazione dello Statuto.
Continua la raccolta firme per la campagna “SALVA L’ACQUA” a Taranto e provincia presso alcune associazioni parte del Comitato pugliese: Confconsumatori , il Meet Up “I grilli delle 100 masserie” e “Cittadinanza attiva Palagianello.”
Taranto 22 Dicembre 2009
Vianello Giovanni jvianello@gmail.com
Referente per Taranto e provincia del” Comitato Pugliese Acqua Bene Comune”
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