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Ipotesi tutt'altro che impossibili nel paese "normale" dell'era PD...
Nel governo regionale 4 posti al Pd
3 alle civiche, 2 ai vendoliani, 1 all’Udc
Lo schema
sarebbe questo: 4-2-2-1-1. Il calcio non c’entra, la politica sì,
riguarda la possibile fisionomia della prossima giunta regionale. Il
totale fa dieci - gli assessori - ma si dovrà aggiungere un’undicesima
casella, quella del presidente del Consiglio. Dunque: 4 sarebbero
appannaggio del Pd, 2 della lista Sindaco di Puglia, un paio dei
vendoliani di Noi a sinistra, 1 dei Popolari (Udc) e 1 della lista
Emiliano per la Puglia. Più la presidenza dell’Assemblea. Il governatore
eletto Michele Emiliano tace e si limita a dettare il metodo: gli
assessori saranno designati da cosiddette «primarie», animate dagli
iscritti alle Sagre, ossia le assemblee informali che hanno fornito
spunti per il programma.
È facile intuire che non saranno elezioni vere: perché la nomina degli assessori, competenza del governatore, è soggetta ad una serie vincoli geografici (provenienza), politici (partito di espressione) e di competenza. Ma soprattutto perché la platea di coloro che potranno essere «eletti» è ristrettissima. Lo Statuto prevede che solo due dei dieci assessori potranno essere esterni, gli altri 8 dovranno provenire dal Consiglio, cioè dalla platea dei 29 consiglieri di maggioranza, visto che la grillina Antonella Laricchia ha ancora una volta declinato l’offerta di fare l’assessora all’Ambiente. Insomma: 8 su 29 saranno assessori, uno su tre ha già in tasca la nomina. A Bari, tra i Pd, vengono indicati i super votati Marco Lacarra, Mario Loizzo e Gianni Giannini. Ma il primo è alla prima esperienza, Emiliano potrebbe chiedergli di aspettare. Gli altri due sono leali sostenitori di Emiliano dalla prima ora (2004): Loizzo, assessore ai Trasporti nella prima giunta Vendola, non vedrebbe male tornare al ruolo. Che oggi è retto da Giannini. Potrebbero finire entrambi in giunta, dirottando Giannini allo Sviluppo economico. A margine si ipotizza la presidenza del Consiglio per Loizzo. Da Brindisi potrebbe essere chiamato il capogruppo uscente Pino Romano.
A rappresentare Taranto potrebbe essere Donato Pentassuglia. Non sarà facile: i suoi rapporti con Emiliano non sono idilliaci, è gravato da una imputazione nel processo Ilva, ma è difficile trascurare i suoi quasi 13 mila voti.
Sarà nell'esecutivo certamente Sergio Blasi, salentino, mister preferenze. Ha già chiesto, in un’intervista al «Nuovo Quotidiano», considerazione per il Pd e il Salento, invocando la vice presidenza. Per lui si prospetta la Cultura, sul resto si vedrà. È molto probabile, in effetti, che la vice presidenza tocchi alla Provincia di Lecce. Ma potrebbe essere destinata all’udc Totò Negro, rieletto con i Popolari (ha chiesto che si tenga conto di «rappresentanza territoriale e equilibri interni») Se la presidenza dell’Assemblea non toccasse a Loizzo, potrebbe essere destinata a Guglielmo Minervini, Noi a sinistra, maggior suffragato di quella lista. Emiliano non lo vorrebbe in giunta, visti i trascorsi burrascosi alle Primarie. Se potrà, lo destinerà alla presidenza dell’Aula, secondo la prassi pluridecennale che il capo della giunta e il presidente del Consiglio appartengano a partiti diversi, consuetudine interrotta da Vendola negli ultimi 5 anni. Foggia sarà rappresentata da Leo di Gioia (Sindaco di Puglia). Il suo collega di partito Antonio Nunziante, barese, ex prefetto, sarà con lui in giunta: si ipotizza l’Ambiente rifiutato dai grillini. In alternativa si prospetta per Nunziante la presidenza dell’Aula. C’è, tuttavia, un terzo nome della medesima lista, il notaio Sabino Zinni, eletto nella Bat, che potrebbe aspirare al ruolo di assessore. In caso contrario, quel posto, secondo lo schema iniziale, andrebbe ad Alfonso Pisicchio (Emiliano per la Puglia). Restano i due posti da assessore esterno. Emiliano intende indicare due donne e compensare così la mancata elezione di consigliere in maggioranza. Si dice di una tecnica, l’architetta Anna Maria Curcuruto, capo della Ripartizione urbanistica a Bari, e di una politica da farsi indicare dai vendoliani. Ma anche di una pd da recuperare dopo il flop elettorale: Loredana Capone o Anna Rita Lemma. Quest’ultima ipotesi, va da sé, toglierebbe spazio ai maschi dello stesso partito. (CdM)
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