Peacelink ha incontrato oggi la Commissione Europea sulla questione Ilva di Taranto.
Antonia Battaglia è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto del Commissario all’Ambiente Karmenu Vella e da altri esponenti del Gabinetto e della Direzione Generale Ambiente, per una riunione che ha toccato i temi principali sullo stato di attuazione delle prescrizioni AIA, sulla qualità dell’aria e sulle relative rilevazioni di Peacelink, sulle discariche interne allo stabilimento e sulla generale responsabilità ambientale dell’Ilva.Peacelink, autrice della denuncia presso la Commissione Europea, da più di due anni lavora con le Istituzioni Europee stesse, fornendo materiale scientifico, legale, audiovisivo sugli sviluppi della situazione a Taranto. In seguito alla denuncia di Peacelink, infatti, la Commissione Europea ha lanciato una procedura d’infrazione contro l’Italia e un susseguente parere motivato per la questione delle emissioni in fuoriuscita dallo stabilimento siderurgico.
Durante la riunione di oggi, Antonia Battaglia ha evidenziato i ritardi sullo stato di attuazione delle prescrizioni AIA e ha dettagliato la questione delle rilevazioni degli inquinanti in aria, sulla base degli studi compiuti da Peacelink, Alessandro Marescotti e Luciano Manna, e delle denunce delle diverse eco-sentinelle che collaborano con l’Associazione.
Peacelink ha reiterato con grande vigore che non c’è tempo da perdere e che non è accettabile, ai fini della protezione della salute umana e dell’ambiente, concedere altri mesi alle Autorità Italiane per la realizzazione di un programma AIA che è stato fino a ora disatteso e posposto, con effetti molto gravi per i lavoratori e la città di Taranto.
In una riunione molto franca con gli esponenti delle Istituzioni Europee, Battaglia ha posto l’accento sul non rispetto delle direttive europee e sulla politica di rinvio dell’attuazione delle prescrizioni primarie, così come sulla endemica mancanza di fondi per realizzare i lavori previsti.
“Di cosa stiamo parlando? Anche se l’ILVA dovesse mettere in opera una parte delle prescrizioni per la nuova data stabilita (2016), esse avrebbero solo il potere di limitare i danni per la popolazione, ma non di cancellarli. Il danno che l’Ilva ha causato e continua a causare è molto vasto e richiederebbe una chiara presa di decisione a monte da parte del Governo sulla opportunità di produrre cambiando radicalmente lo stabilimento ed il suo ciclo produttivo, con investimenti fantasmagorici, oppure di chiudere definitivamente una fabbrica che continuare a causare eventi di inquinamento gravi” – ha detto Battaglia.
Peacelink ha chiesto alla Commissione di avanzare in modo spedito verso il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia.
La Commissione Europea ha rassicurato circa la sua costante e continua attività di monitoraggio sia a sia a livello tecnico che politico.
Per Peacelink, Antonia Battaglia, Alessandro Marescotti, Luciano Manna
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