Operaio morto all’Ilva si allarga l’indagine
Torneranno stamattina negli uffici dello stabilimento
siderurgico Ilva i funzionari dello Spesal e i carabinieri del comando
provinciale delegati dal procuratore Franco Sebastio e dal sostituto
Antonella De Luca a indagare sull’incidente sul lavoro che è costato la
vita all’operaio Alessandro Morricella, morto venerdì pomeriggio al
Policlinico di Bari dopo 4 giorni di agonia. I reati ipotizzati, stando a
quanto si è appreso, sono omicidio colposo e inosservanza delle
disposizioni per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro. La Procura disporrà l’autopsia sul corpo del povero Alessandro
ma per poterlo fare attende dalla polizia giudiziaria che sia completato
l’elenco delle persone a cui inviare l’avviso riguardante
l’accertamento tecnico irripetibile. Nell’immediatezza dell’infortunio,
furono 4 le persone iscritte nel registro degli indagati per lesioni
personali gravissime. Il numero delle persone coinvolte nelle indagini
ora sembra destinato ad aumentare considerevolmente in quanto gli
inquirenti intendono risalire tutta la catena di comando della vittima,
un lavoro per il quale sarà necessario accedere agli uffici dell’Ilva,
verificare incarichi e deleghe operative di una azienda che, trovandosi
in ammistrazione straordinaria, ha una gerarchia non proprio lineare e
che si trova per la prima volta, da quando la gestione è di fatto
emanazione del Governo, a fare i conti con un infortunio mortale.
Il 34enne operaio originario di Martina Franca, lunedì scorso attorno alle 19 stava lavorando nel reparto Altoforno 2. Si è avvicinato, munito degli indumenti in dotazione, al punto di colata per misurare la temperatura della ghisa quando all’improvviso è stato raggiunto da uno schizzo di materiale incandescente. Alessandro Morricella è diventato una torcia umana, ha cercato riparo dietro una colonna ma fino a quando è stato soccorso, ha riportato ustioni del secondo e terzo grado sul 90% del corpo. Le sue condizioni sono apparse immediatamente disperate. Con l’ambulanza dello stabilimento è stato trasportato all’ospedale «Santissima Annunziata» da dove è stato poi trasferito al policlinico di Bari. Le cure dei medici del nosocomio barese si sono purtroppo rivelate inutili: Alessandro ha smesso di respirare venerdì pomeriggio alle 15.
L’operaio lascia la moglie, due bambine di 6 e 2 anni e un bel ricordo in chi lo aveva conosciuto. Con la maglia numero 17 Football Five Locorotondo si era fatto apprezzare nel campionato di calcio a 5, sport con il quale alcuni anni aveva anche sfiorato la serie A.
I funerali si svolgeranno al termine dell’autopsia, prevedibilmente a metà della prossima settimana. (Gdm)
Il 34enne operaio originario di Martina Franca, lunedì scorso attorno alle 19 stava lavorando nel reparto Altoforno 2. Si è avvicinato, munito degli indumenti in dotazione, al punto di colata per misurare la temperatura della ghisa quando all’improvviso è stato raggiunto da uno schizzo di materiale incandescente. Alessandro Morricella è diventato una torcia umana, ha cercato riparo dietro una colonna ma fino a quando è stato soccorso, ha riportato ustioni del secondo e terzo grado sul 90% del corpo. Le sue condizioni sono apparse immediatamente disperate. Con l’ambulanza dello stabilimento è stato trasportato all’ospedale «Santissima Annunziata» da dove è stato poi trasferito al policlinico di Bari. Le cure dei medici del nosocomio barese si sono purtroppo rivelate inutili: Alessandro ha smesso di respirare venerdì pomeriggio alle 15.
L’operaio lascia la moglie, due bambine di 6 e 2 anni e un bel ricordo in chi lo aveva conosciuto. Con la maglia numero 17 Football Five Locorotondo si era fatto apprezzare nel campionato di calcio a 5, sport con il quale alcuni anni aveva anche sfiorato la serie A.
I funerali si svolgeranno al termine dell’autopsia, prevedibilmente a metà della prossima settimana. (Gdm)
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