Ilva, per il crac sono attesi 20mila creditori: "Nemmeno per la Parmalat furono così tanti"
Ventimila potenziali creditori, fra cui migliaia di dipendenti, potrebbero presentarsi, attraverso i loro avvocati, davanti alla sezione fallimentare di Milano per richiedere il dovuto al gruppo Ilva. Gruppo gravato da un passivo di quasi 3 miliardi di euro e finito in amministrazione straordinaria, lo scorso gennaio, dopo la gestione della famiglia Riva travolta dalle inchieste fra il capoluogo lombardo e Taranto. Un caso che, per numero di istanze di insinuazione al passivo, potrebbe addirittura superare quello del crac Parmalat del 2003.Il giudice del tribunale fallimentare Caterina Macchi ha spiegato ai legali di alcuni creditori che hanno già presentato istanza - tra cui fornitori e dipendenti dell'Ilva, ma anche professionisti e istituti di credito - che si era reso necessario un rinvio della cosiddetta 'adunanza dei creditori'. Così per "ragioni organizzative", atteso un numero di istanze che potrebbe "superare la cifra di 20mila", l'inizio del procedimento con la maxiadunanza è stato aggiornato al 27 novembre prossimo.
Una "verifica su potenziali creditori di queste dimensioni", è stato spiegato dalla sezione fallimentare agli avvocati, "non c'è mai stata qui a Milano: probabilmente nemmeno per il caso Parmalat". Sul sito www.gruppoilvainas.it, fra l'altro, il gruppo, in amministrazione straordinaria con i commissari Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba, ha già realizzato "uno strumento di informazione sullo stato della procedura" per gestire il "flusso informativo", che crescerà da qui a novembre, a favore dei potenziali creditori che hanno fatto o devono ancora presentare domanda di insinuazione al passivo.
Sono stati gli stessi commissari straordinari dell'Ilva, che presenta una "esposizione debitoria complessiva pari a circa 2,9 miliardi di euro", a chiedere il "differimento dell'adunanza" e del "termine di deposito delle domande". E il collegio di giudici (Macchi-D'Aquino-Macripò) ha accolto la richiesta, come si legge nel provvedimento, vista "la particolare ampiezza del ceto creditorio". Basta, come scrive il collegio, "considerare l'elevatissimo numero di avvisi da inoltrarsi a mezzo raccomandata, essendo oltre 15mila i dipendenti destinatari della predetta comunicazione, e molto numerosi i creditori esteri".
Ciò comporta, secondo i giudici, una "situazione di sovraccarico gestionale" per l'Ilva, che nel frattempo deve proseguire anche con "l'attività di impresa". E' molto probabile che l'udienza di novembre dovrà tenersi in una maxiaula al piano terra del tribunale. (Rep)
Potremmo definirla la carica dei 20mila.
Superiore persino alla madre di tutti i processi per crac finanziario,
quello per Parmalat, dove le istanze furono circa 14mila. Stavolta le
richieste di «insinuazione al passivo» da parte di altrettanti creditori
sono pari a quelli di una media città di provincia. Sul banco dei
debitori l’Ilva di Taranto in amministrazione straordinaria, che ha
accumulato un «rosso» da quasi tre miliardi di euro. L’esercito di chi
vanta dei crediti nei confronti del più grande impianto siderurgico
d’Europa è talmente imponente che ha costretto il tribunale fallimentare
di Milano a posticipare al 27 novembre l’adunanza dei creditori
prevista originariamente per ieri.
«Ragioni organizzative», questa la
motivazione addotta da Caterina Macchi, il giudice della sezione
fallimentare del foro milanese, agli avvocati di alcuni creditori
che hanno presentato istanza per avere quanto spetta loro. Non solo
fornitori e dipendenti. Tra la platea degli aventi diritto ad esigere
crediti dal sito di proprietà della famiglia Riva (con una quota in
carico anche alla famiglia Amenduni) anche professionisti e diversi
istituti di credito che in questi anni hanno finanziato progetti e
capitale circolante del polo di Taranto. Una «verifica sui potenziali
creditori di queste dimensioni non c’è mai stata qui a Milano», è stato
risposto ai legali accorsi per l’adunanza dei creditori. Tecnicamente
una mancata ricognizione degli aventi diritto, che ora verrà effettuata
tramite il portale www.gruppoilvainas.it, sito elaborato dal gruppo
siderurgico nel quale sarebbe stato realizzato un non precisato
«strumento di informazione sullo stato della procedura» per gestire «il
flusso informativo» che aumenterà da qui a novembre. Sul sito i
potenziali creditori saranno chiamati a presentare «domanda di
insinuazione al passivo».
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