venerdì 12 giugno 2015

A volte ritorna

Ilva, «Lavorare qui è insicuro». La protesta degli addetti Afo 2

All'Ilva l’altra notte i due altiforni in marcia, il 2 e il 4, hanno rischiato di essere fermati dall'azienda a causa dell'astensione dal lavoro degli addetti all'altoforno 2, l'impianto dove lunedì sera si è verificato un grave incidente con un operaio ustionatosi e tutt'ora in pericolo di vita nella rianimazione del Policlinico di Bari. In nottata è poi intervenuto un chiarimento tra i delegati sindacali e il personale dell'altoforno 2 e quindi, intorno alle 2, il lavoro è ripreso. Fonti sindacali segnalano che in seguito non ci sono stati problemi e che ieri mattina si è svolto un nuovo incontro per fare il punto della situazione.
Sessanta giorni di tempo all'Ilva per attuare le prescrizioni di sicurezza sul piano di colata dell'altoforno 2 dopo il grave incidente di lunedì nel quale è rimasto coinvolto il 35enne Alessandro Morricella, dipendente Ilva di Martina Franca, che, investito da una fiammata mista a ghisa ad elevata temperatura, ha riportato ustioni di terzo grado sul 90 per cento del corpo. Le prescrizioni sono state fissate dai tecnici dello Spesal, il servizio dell'Asl che si occupa di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro. Le misure imposte prevedono lo spostamento della postazione, da frontale a laterale, per il prelievo della ghisa al fine di controllarne la temperatura e la predisposizione di un'ampia copertura di protezione per evitare che il lavoratore addetto al prelievo - la funzione che lunedì stava esercitando Morricella quando è stato colpito - possa esser investito dal getto pericoloso di materiale incandescente. Nel fissare questi adempimenti e nel dare all'Ilva due mesi di tempo per attuarli, lo Spesal, rilevano fonti sindacali, ha detto che l'altoforno 2, nel frattempo, può stare in marcia. L'impianto era stato fermato subito dopo l'incidente. Ma mercoledì sera, apprese le prescrizioni dello Spesal, il personale addetto all'altoforno 2 si è rifiutato di lavorare restando in sala mensa. Troppo elevato il rischio, secondo loro, ma soprattutto tanta la tensione accumulata, anche sul piano emotivo, dopo l'incidente occorso al loro compagno di lavoro. In pratica, si sarebbe ripetuto quanto verificatosi a fine novembre 2012 quando un tornado provocò la morte di un gruista dell'Ilva, Francesco Zaccaria, e per alcuni giorni i compagni di lavoro si rifiutarono di salire sulle gru degli sporgenti portuali dello stabilimento.
È quindi partito prima un confronto tra Ilva e sindacati, poi tra i sindacati e i lavoratori dell'altoforno 2, al fine di chiarire la situazione. Secondo fonti sindacali, l'Ilva avrebbe paventato la possibilità di fermare non solo l'altoforno 2 ma anche il 4 se l'attività sull'impianto non fosse ripresa regolarmente. L'Ilva si è appellata al fatto che lo Spesal non ha bloccato l'impianto ma ha ordinato degli interventi fissando un arco temporale entro i quali eseguirli. Stesso concetto i delegati sindacali hanno poi riportato ai lavoratori dell'altoforno 2 incontrati subito dopo l'azienda. «Sul piano di colata di solito ci sono quattro addetti, ma l’altra notte - dicono i sindacalisti - se ne sono presentati in sei. Abbiamo parlato, chiarito, e alla fine, verso le 2, in quattro hanno deciso di tornare al lavoro».
L'Ilva, dicono i sindacati, pur comprendendo lo stato d'animo del personale dell'altoforno 2 per quello che era successo, è stata altrettanto ferma nel dire che avrebbe fermato i due altiforni rimasti in marcia se la situazione non si fosse sbloccata. E questo, aggiungono i sindacati, avrebbe causato ripercussioni in tutto il siderurgico. L'Ilva, inoltre, ha comunicato ai sindacati che le prescrizioni di sicurezza imposte dallo Spesal per l'altoforno 2, adesso verranno estese anche agli altiforni 1 e 4 (l'1 è attualmente fermo per i lavori di risanamento ambientale dell'Aia). All'altoforno 5, invece, anch'esso fermo per i lavori di adeguamento, alcuni dei dispositivi prescritti dallo Spesal dell'Asl ci sarebbero già. Oggi infine è previsto l’arrivo nel siderurgico di un tecnico tedesco incaricato sia di esaminare l’altoforno 2 per chiarire i motivi dell’incidente, sia di assistere l’azienda nell’attuazione delle prescrizioni dello Spesal. (GdM)

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