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Taranto sogna la rinascita e riparte dalle sue origini: il 24 luglio, il gemellaggio con Sparta
«Taranto è oggi un'area depressa e desiderosa di riscatto. La città e tutta la sua provincia sono nel pieno della più profonda crisi economica che tuttavia non ha investito negli stessi termini tutte le città italiane. Alcune province hanno infatti registrato segnali di ripresa, tant'è che la Puglia è universalmente riconosciuta come meta privilegiata, insieme alla Basilicata anche in virtù del recente conferimento attribuito a Matera quale Capitale Europea della Cultura per il 2019. Ciò significa che, nononstante i fattori avversi, qualcosa si può e si deve fare».Parte da questa lucida constatazione, il confronto pubblico nel Salone di Rappresentanza della Provincia, tra l'associazione “Taranto la Città Spartana” ed i movimenti, le realtà imprenditoriali e commerciali del territorio e i liberi cittadini, che hanno sentito l'esigenza di far parte di un progetto che servirà a ripensare un futuro per Taranto, facendo leva sui valori storici della nostra terra e sul rapporto con la città madre Sparta. Il progetto di cui si è fatto promotore Marco De Bartolomeo, va in questa direzione e si pone come obiettivo quello di sostenere lo sviluppo del nostro territorio rilanciando il turismo, la cultura ed il suo enorme patrimonio storico, fino alla valorizzazione dell'artigianato e del settore enogastronomico, usufruendo di uno brand spartano, riconoscibile in tutto il mondo. Un progetto di ampio respiro, un piano strategico generale di riconversione, capace di offrire beneficio a tutti. Un primo passo verso la realizzazione di questo progetto avverrà il prossimo 24 luglio, data in cui, secondo quanto riferisce il consigliere comunale Adriano Tribbia, dopo tanti mesi di attesa, finalmente verrà ufficializzato il gemellaggio tra Taranto e Sparta. Ma perché l'idea progettuale dell'associazione “Taranto la Città Spartana” prosegua e faccia il suo corso, sarà importante il confronto tra le diverse realtà della città. «Per salire negli standard internazionali e diventare una meta di qualità davvero appetibile – dichiara De Bartolomeo- c’è bisogno del contributo di tutti, dei professionisti dell’accoglienza e del marketing turistico, di studiosi, archeologi, architetti, ma anche di singole persone che hanno buone idee e la voglia di realizzarle». Si è concordi nel dire che per realizzare qualsiasi tipo di impresa occorrono risorse finanziarie, tuttavia il principale messaggio che l'associazione lancia è che «alla base dell'economia vengono sempre prima le idee e le scelte di ogni singolo cittadino». È vero anche, che in una città già piegata dal disagio economico, come quella di Taranto, «è inutile e deleterio fare promozione tra gli attori di una stessa comunità in crisi. Occorre comprendere che il mercato interno è esaurito ed il denaro dunque non può essere fatto circolare dove non c'è più». Per sopperire a tali difficoltà, è stata proposta la creazione di distretti polifunzionali riguardanti il commercio e l'artigianato, l'agricoltura, la pesca e l'allevamento e la cultura ed il turismo, per rilanciare e sostenere le vere e nobili vocazioni del territorio tarantino e farle conoscere al mondo. «Una città che resta identica per anni è un luogo destinato a non crescere nè sviluppare in meglio le sue attività. - è merso nel corso dell'incontro- A questo proposito è necessario che lo Stato smetta di privilegiare sempre e solo alcuni soggetti, sia di investire ingenti risorse finanziarie non per il beneficio di tutte le imprese, ma solo per alcune di esse, per giunta inquinanti, senza concedere nulla a chi ha sacrificato tutto fino all'estremo. Lo Stato non dovrebbe imporre vocazioni che sono deleterie e penalizzanti per la comunità locale».
I tarantini sanno bene, e meglio di chiunque altro, ciò di cui la città ha bisogno. Serve solo tanto coraggio e fiducia per credere che qualcosa ancora possa cambiare. (Cronachetarantine)
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