Stefàno vuole capire chi inquina a Taranto. Ma non c’era già una sentenza che lo diceva?
E sulla vecchia costituzione di parte civile dice: “Ci stiamo lavorando”
Era uno degli incontri che si aspettava da tempo. Troppe volte la stampa, gli stessi cittadini, gli ambientalisti ( ormai conosciuti come le eco-sentinelle) lo hanno chiesto servendosi di tutti i mezzi. La stampa lo ha punzecchiato all’infinito e finalmente avantieri arriva l’atteso comunicato firmato dal Sindaco di Taranto, Ippazio Stefano. In verità questo incontro arriva con qualche settimana di ritardo viste le ultime vicende che hanno portato Taranto al centro di una bufera ambientale provocata da incidenti all’interno del polo industriale e da nuove autorizzazioni che danno il via alla ricerca del petrolio nel nostro Golfo. Stefano vuole parlare con tutti e illustrare come l’amministrazione comunale intenda muoversi sul fronte ambiente. Così tutti, giorno 6 maggio alle ore 18, seduti presso il Salone degli Specchi a Palazzo di Città per sentire come la giunta vuole muoversi e porre in essere nuove strategie per risolvere definitivamente ( almeno iniziare), l’annosa questione ambientale. C’erano proprio tutti (quasi) i consiglieri con facce seriose che facevano pensare a quelle decisioni che fanno tremare i polsi. Ma appena sentiamo queste parole ci ridimensioniamo: “ Non intendiamo esprimere né giudizi e né condanne ma abbiamo il dovere, nei confronti dei cittadini, di rivolgerci alla magistratura per capire chi ha inquinato”. Troppi morti per tumore, neoplasie e leucemie in età pediatrica piagano Taranto che la fanno diventare la città numero uno d’Italia per incidenza di mortalità per cancro. Proprio su queste morti “anomale” (chi sarà mai la causa??? Boh!!) il Comune vuole vederci chiaro. Il Primo Cittadino chiama questa nuova linea “d’attacco” “Operazione verità”. Sì ,operazione verità perché ad oggi, sempre secondo il Primo Cittadino, ancora non sappiamo da chi sono causate tutte queste morti, quel è il nesso di causalità ,insomma, che provoca l’evento morte per tumore. “ Si tratta questa – continua Stefano- di una operazione che si pone in essere per la prima volta e che ha quale obiettivo quello di accertare la verità: chi sono i responsabili dell’inquinamento e le eventuali responsabilità o omissioni delle istituzioni preposte al controllo del territorio. Una volta che la magistratura avrà dimostrato chi è stato, allora, possiamo poi parlare di risarcimento”. A quanto pare l’ufficio legale dell’amministrazione comunale sta preparando un esposto che verrà presentato alla magistratura con una sorta di cronistoria del polo industriale tarantino all’interno del quale c’è un documento del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa che ha monitorato per 5 anni l’andamento dei tumori a Taranto. Quindi il Comune di Taranto vorrebbe iniziare una causa collettiva per verificare con certezza e quindi fuori ogni ragionevole dubbio se le morti per neoplasie, leucemie e quant’altro ricollegabile alle stesse, possano essere riconducibile all’inquinamento della grande industria. Tutti consiglieri hanno appoggiato il Sindaco firmando l’esposto. Bene. Un bravo giornalista a questo punto non dovrebbe commentare certe (tutte) le affermazioni ma dovrebbe fare il classico “diritto di cronaca” e chiudere l’articolo. Ma a noi di PugliaPress ci riesce difficile fare i bravi giornalisti. Anzi non ci riusciamo affatto. Il Sindaco dice giustamente che non bisogna “né esprimere giudizi né condanne”. Noi siamo d’accordo con il Sindaco. Ma vogliamo rammentare al Primo Cittadino, qualora non fosse a conoscenza, visto che nel 2005 non ricopriva la massima carica a Palazzo di Città, che esiste già chi ha espresso un giudizio ed una condanna. Costui è la Corte di Cassazione Penale che nel 2005 ha condannato l'Ilva per inquinamento ambientale nel 2005. Signor Sindaco le sembra poco? La nuova linea d’attacco ci sembra un azzerare quanto già la magistratura ha già accertato. È un notevole passo indietro che allungherebbero di tantissimo i tempi per accertare responsabilità già accertate. Che senso ha iniziare da capo un’azione del genere? Perché Signor Sindaco non recuperi la posizione di parte civile abbandonata dalla ex giunta Di Bello e dal Provincia guidata da Florido, prima che arrivi il 24 ottobre, termine ultimo questo per evitare la prescrizione? Questo sarebbe un primo passo per dimostrare che l’amministrazione comunale vuole tutelare i suoi cittadini come lei ha den detto. Riportiamo di seguito alcuni commenti :
Daniela Spera (Taranto libera)
“Il sindaco Stefàno ha dichiarato che metterà la magistratura in condizione di accertare le responsabilità per i danni provocati alla salute umana dall'industria pesante .Il sindaco crede che il nesso causa-effetto si possa dimostrare solo accogliendo le denunce di morti per tumore. Peccato pero' che la metodologia mediante la quale intende procedere per dimostrare in maniera inequivocabile le responsabilità sia facilmente confutabile. Il sindaco deve ordinare controlli a tappeto sullo stato di salute degli abitanti del quartiere Tamburi e soprattutto dei dipendenti delle industrie pesanti, in particolare dell' Ilva. Istituire mappe epidemiologiche anagrafiche, cioè valutare le incidenze delle patologie (respiratorie, della tiroide, tumori, ecc) man mano che ci si avvicina alla fonte inquinante. Negli USA lo fanno già da oltre 30 anni. Il sindaco dunque non intende procedere direttamente per un'azione risarcitoria ma agire per accertare le responsabilità per un 'eventuale' risarcimento. Siamo ancora molto lontani dall'ottenimento di cio' che ci spetta.
Marcello Bellacicco (Centro culturale Filonide)
“Quando si ha una REALE intenzione di cambiamento e quando le condizioni giuridiche ci sono ( cosi come in questo caso ci sono ) si agisce e basta, i comunicati si fanno ad obiettivo raggiunto altrimenti si fa solo demagogia. Ricordo solo la recente sentenza della corte di giustizia europea”.
Rosella Balestra (AltaMarea)
“In realtà mi è sembrato sulla linea della solita politica degli "annunci" strategici e dico "strategici" perchè in questo mese il sindaco, sollecitato da Altamarea, avrebbe dovuto compiere azioni concrete e decisive e non "annunci". Oltretutto quello che ieri ha detto non si discosta per niente da quanto aveva "annunciato" 6 mesi fa nella conferenza stampa della Marcia di Novembre e che non ha avuto alcun riscontro oggettivo. Ci aspettavamo azioni e non "annunci!"
Nicola Russo (Taranto Futura)
“Il Comune di Taranto, al di là delle affermazioni ingiustificate del Sindaco, ha il potere di chiedere il risarcimento del danno direttamente all'Ilva senza se e senza ma, tenendo presente che la Corte di Cassazione penale ha condannato l'Ilva per inquinamento ambientale nel 2005. La richiesta di risarcimento danni per inquinamento ambientale è imprescrittibile. Il responsabile dell'inquinamento è stato individuato dai magistrati e,quindi, il Comune può agire tranquillamente contro l'Ilva senza ricorrere ad avvocati di Milano. E' sufficiente l'avvocatura del Comune di Taranto, che è dotata di avvocati preparati . Tutto il resto sono chiacchiere da baraccone.
Il Comune non sta facendo nulla per tutelare i cittadini dall'inquinamento ambientale”.
Antonello Corigliano
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