Ecco una lettera firmata ed una dichiarazione di impegno da parte di una persona consapevole e responsabile.
La sottoponiamo a tutti perchè testimonia di un impegno sempre maggiore dei tarantini, anche quelli residenti fuori, verso la propria città.
Diamoci da fare!
Salve! Innanzitutto mi presento, sono un dottore in Scienze dell' Ambiente laureato a Taranto ormai qualche anno fa, attualmente insegno matematica e scienze in quel di Bologna e dirigo un quotidiano scientifico on-line www.meteoscienze.it. Naturalmente seguo ormai da tempo immemore tutte le vicende collegate al nostro cancro ambientale, e sono ormai giunto alla convinzione che sia divenuto intollerabile lasciare ancora indisturbati i responsabili del declino culturale-economico-sociale della nostra città. Come voi certamente sapete quello che una volta era considerato un vanto (l'acciaieria più grande d' Europa si diceva una volta per imbonire i cittadini offrendoli spiccioli di orgoglio da grande città industriale) è ormai diventato un neo intollerabile per un paese moderno, non per nulla le acciaierie a caldo sono ormai in quasi tutti gli stati moderni retaggi della obsoleta industrializzazione del secondo dopo guerra, e le ultime grandi acciaierie sono rimaste appunto nei paesi in via di sviluppo dove il probelma ambientale viene soffocato dalla disperata necessità di occupazione. Credo dunque sia arrivato il momento di chiudere la grande anomalia Taranto, senza remore e senza paura, in quanto non è solo in gioco il futuro occupazionale della nostra città, è in gioco ben di più: la stessa sopravvivenza di Taranto quale luogo di vita dignitosa per le future generazioni. Vi scrivo questa missiva all'indomani di una esperienza diretta che mi ha dimostrato l'assoluta ignoranza del dramma tarantino al di fuori dei confini pugliesi, nei giorni scorsi infatti visitando un termovalorizzatore nella periferia della città felsinea abbiamo intrapreso un discorso con il responsabile di questo progetto, sui termovalorizzatori in Italia, alla mia domanda se a Taranto ci fosse qualche progetto inerente la costruzione di termovalorizzatori, mi è stato risposto della impossibilità di una costruzione simile nella città più inquinata d' Europa, già di per sè sentire la propria città etichettata in questa maniera, tra l'altro a ragione, diventa sempre più insopportabile, ma ancora più insopportabile è constatare come per la totalità dei colleghi, insegnanti dunque quantomeno discretamente informati, il problema apparisse nuovo, insabbiato ad arte da chi vuole soffocare il grido di un intero popolo stanco di morire e ammalarsi ogni giorno di ILVA. Per questo motivo ho deciso di offrire uno spazio nel mio sito per pubblicizzare non solo la prossima manifestazione, ma qualunque altra iniziativa, articolo, intervista, che possa pubblicizzare questo tema. Mi permetto in fine di consigliare altri due imprescindibili interventi che sarebbe necessario attuare per rendere il più possibile ecocompatibile questo mostro:
Il parco minerali non deve più essere esposto all'aria come è attualmente, credo che in nessuna acciaieria a caldo moderna i minerali siano esposti alle intemperie come nell'acciaieria di Taranto, e secondo intervento collegato al primo, è l'assurdo trasporto dei minerali dal porto a chilometri di distanza verso il parco, sono mostri di pianificazione impiantistica che vanno assolutamente corretti.
Spero di poter essere utile alla causa e mi scuso per lo sfogo.
Cordialmente
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