INACCETTABILE LA PRETESA DELL’ILVA DI FERMARE IL MONDO AL 2005
In una nota al Ministero dell’Ambiente datata 16 aprile 2010 l’ILVA ripercorre alcune fasi della complessa vicenda – ancora non giunta all’epilogo – dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
In particolare viene ricordato che il 15 gennaio 2005 un Decreto del Ministero dell’Ambiente istituiva una segreteria tecnica composta da esperti dello stesso Ministero, della Regione Puglia della Provincia di Taranto, dei Comuni di Taranto e Statte, dell’APAT (attuale ISPRA), del CNR, dell’ARPA Puglia e della ASL di Taranto.
Il 5 dicembre 2006 tale segreteria presentava il proprio Rapporto Tecnico avente per oggetto gli “interventi per il miglioramento dell’impatto ambientale e l’adeguamento degli impianti dello Stabilimento IlVA di Taranto alle Migliori Tecniche Disponibili”.
L’Ilva, secondo quanto dichiarato nella nota del 16 aprile, ha già realizzato molti degli interventi previsti nel Rapporto Tecnico e ha già speso circa l’85% dei 472 milioni di euro investiti allo scopo.
Nella stessa nota l’Ilva chiede pertanto al Ministero che l’AIA sia concessa con riferimento alle indicazioni contenute nel Rapporto Tecnico (vecchio ormai di tre anni e mezzo!) e delle BAT (migliori tecnologie disponibili), così come enunciate nel D.M. 31/5/2005 e non tenga conto delle BREF successivamente intervenute (anche se in bozze non definitive).
La posizione dell’Ilva risulta a nostro parere inaccettabile perché non tiene conto di numerosi, importanti elementi:
1. nel lungo periodo intercorso dalla presentazione del Rapporto Tecnico il quadro conoscitivo dell’inquinamento ambientale di Taranto si è ampliato enormemente grazie soprattutto ai controlli, alle indagini e ai monitoraggi dell’ARPA Puglia e della ASL di Taranto e l’origine industriale di gran parte delle emissioni inquinanti è stata sostanzialmente accertata;
2. i livelli di alcuni inquinanti – ultimo arrivato agli onori della cronaca il benzo(a)pirene – non rientrano certamente nei limiti previsti dalle normative vigenti e dunque occorre prevedere la rapida attuazione di misure atte a riportarli nella norma;
3. tra il 2005 (data del DM sulle BAT) ed il 2010 le conoscenze nel campo dell’inquinamento ambientale e delle tecnologie per il suo contenimento hanno fatto considerevoli progressi;
4. in considerazione della presenza a Taranto di un apparato industriale tra i maggiori nel Paese per dimensioni e tra i più inquinanti per lavorazione, le prescrizioni non possono che essere di ordine eccezionale, commisurate alla gravità dello stato di crisi del territorio come espressamente indicato in alcuni fondamentali principi contenuti nel D.Lgs 59/2005 ed in generale nella normativa in materia di A.I.A. e M.T.D. che prevedono si possa:
a) incidere sui processi produttivi piuttosto che sui sistemi di depurazione per ridurre i livelli di inquinamento in applicazione del principio della prevenzione
b) adottare, per gli impianti maggiormente inquinanti, misure di adeguamento più incisive e supplementari rispetto a quelle previste dalle M.T.D. (D.Lgs 59/05, art. 8)
c) prevedere prescrizioni che impongano limiti di emissione molto più rigorosi rispetto a quelli previsti dalle legislazioni nazionale e regionale (- 20% di quella nazionale in base alla L.R. 7/99) e mirare a “ridurre al minimo l’inquinamento” ( (D.Lgs 59/05, art.7 comma 4 )
Alla luce di quanto osservato, chiediamo con forza che:
- l’ILVA e le altre aziende industriali del polo tarantino adeguino rapidamente i loro impianti più inquinanti alle migliori tecnologie in assoluto (e non solo alle migliori tecnologie disponibili) per far fronte all’emergenza ambientale che attanaglia la città.
- gli Enti Locali definiscano nella riunione del Tavolo tecnico che si terrà il prossimo 28 maggio presso la Prefettura di Taranto misure urgenti e cogenti per affrontare le emergenze più pressanti pretendendo dalla grande industria rispetto per la nostra salute ed il nostro territorio
- il Ministero dell’Ambiente e la commissione IPPC adottino prescrizioni rigorose e tempi rapidi e certi per la concessione delle AIA alle aziende tarantine.
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