Ilva, rotte le trattative. «Non si riconosce il lavoro degli operai»
«L’atteggiamento dell’Ilva è indisponente». Secco il giudizio di Peppe Lazzaro, segretario provinciale della Fim Cisl, all’indomani dell’incontro milanese sul rinnovo del contratto integrativo, risultato infruttuoso. L’azienda ha sospeso il negoziato perché non intende modificare le sue posizioni sulla parte salariale, sull’occupazione, sugli inquadramenti e altre parti normative.
«Riteniamo necessario - aggiunge Lazzaro - che l’azienda riconosca il valore del lavoro dei dipendenti dell’Ilva e modifichi posizioni di chiusura che impediscono di giungere a un positivo accordo». Fim, Fiom, Uilm nazionali e il coordinamento Ilva hanno programmato un pacchetto di otto ore di sciopero con iniziative di lotta a partire da venerdì 14 maggio.
«Il netto rifiuto dell’azienda di convenire almeno su una parte fissa di aumento salariale nell’anno - sottolineano i sindacati dei metalmeccanici in in comunicato congiunto - è incomprensibile anche perché è già stato praticato nel 2008 e nel 2009 (con una tantum che erano fisse e uguali per tutti), il risultato è che nel 2010 si avrebbe un importo economico inferiore al 2009». Fim, Fiom e Uilm hanno espresso un giudizio negativo sulle posizioni dell’azienda in quanto i punti salariali e normativi rappresentano, a loro dire, persino un arretramento rispetto a passate posizioni aziendali, in particolare sull’occupazione e il mercato del lavoro, dove le percentuali proposte per i contratti a termine e i somministrati vengono aumentate e non sono previsti percorsi di stabilizzazione.
Ma anche sugli inquadramenti c’è un’interpretazione riduttiva del contratto nazionale di lavoro: sul «tempo tuta», ovvero la possibilità di monetizzare le pause legate alla permanenza dei lavoratori negli spogliatoi, e le altre indennità, secondo le organizzazioni sindacali, «il meccanismo è troppo farraginoso e le entità (2 euro al giorno) sono ancora troppo basse».
Ancora, è lampante la diversità di vedute sulla parte economica. «La proposta di aumento sul premio di risultato variabile di 0,90 euro spalmata su 4 anni fino al 2013 - dicono le segreteria nazionali dei metalmeccanici - è aleatoria in quanto non si intendono rivedere i parametri standard/record (si tratterebbe solo di 0,80 euro in quanto si prende come base il valore del 2003 e non quello del 2007)». La trattativa, come si vede, è davvero in salita. Per ora è rottura con i vertici aziendali. Nell’ipotesi di accordo presentata ai sindacati, l’Ilva ricorda che «le prospettive per il 2010 e gli anni seguenti sono estremamente incerte ma una ripresa sostenuta del consumo di acciaio non è, allo stato, lo scenario più probabile». Il vento della crisi soffia ancora. (Giacomo Rizzo, GdM)
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