venerdì 11 aprile 2008

L'odissea dei processi

Due udienze per due storie drammatiche su uno stesso luogo di lavoro: l'Ilva di Taranto


Due processi ancora in corso, due processi di esasperata lentezza, che ieri 11 aprile si sono svolti in Aula G del Tribunale di Taranto.

La prima udienza che doveva iniziare alle ore 9.00, ma al contrario ha avuto inizio solo alle ore 10.30, ha riguardato il caso di Paolo Franco, uno dei giovani caduti vittima nell'Ilva di Taranto, a causa del crollo di una gru il 12 giugno 2003.
La grossa gru, praticamente, si spezzò in due parti e crollò al suolo travolgendo gli operai che stavano lavorando.
Durante il processo sono stati chiamati a testimoniare e a deporre dei documenti relativi alla dinamica del crollo della gru, docenti univerisitari esperti in ingegneria. Quasi tutti provenienti dall'Università di Bari.
E' stato sentito anche il segretario del Consiglio dell'Amministrazione dell'Ilva spa, che ha dichiarato in aula che le morti in Ilva non sono oggetto di discussione durante le riunioni del Consiglio di Amministrazione.
All'esterno del tribunale il padre del giovane caduto vittima sul luogo di lavoro, Angelo Franco, ha espresso indignazione nei confronti di tale dichiarazione, dicendo che gli operai dovrebbero conoscere tutti ciò che è stato detto dal Segretario del Consiglio di Amministrazione dell'Ilva, e sapere che "di morti sul luogo di lavoro" non si discute quando l'intero consiglio di amministrazione si riunisce.

Ad incoraggiare però Angelo Franco, e i componenti dell'associazione 12 giugno, tra cui anche il Presidente della stessa Cosimo Semeraro, vi erano quei cittadini che hanno dedicato la mattinata ad entrambi i processi, gran parte del mondo dell'associazionismo, e l'Assessore alla Cultura Angela Mignogna.
La prossima udienza è stata fissata per il giorno 8 maggio ore 11.30, aula G.

Nella seconda udienza, del processo intentato dal Signor Cosimo Semeraro contro l'ex dirigente INAIL per occultamento e soppressione dei fascicoli relativi all'amianto, doveva essere emessa la sentenza.
Tuttavia si è verificato un fatto che lascia esterefatti: la sentenza non è stata emessa perchè l'avvocato della controparte accusava un mal di gola, che non gli consentiva di poter proseguire la discussione, che è stata differita al giorno 17 aprile 2008, h. 14.30, aula G.

Il cielo rubato


Non templi innalzati agli Dei

Ma colonne di fumi

Veleni sputati nel cielo

Civiltà sepolte

Splendori perduti

Identità svendute

Per uno sviluppo mancato

Arrivando non senti il profumo del mare

Non ascolti più la sua voce

Il mare muore e tace

Ma quando Taras si riprende il suo cielo rubato

E splende la luna

Il mare piange i suoi figli ammazzati

Non per amore,come in Medea,ma

Per un pezzo di pane sudato di duro lavoro

Morti bianche non fantasmi

Ma figli,mariti padri,fratelli

Mandati all’inferno senza peccato


di Almerina Raimondi.
Per questa poesia le hanno assegnato il Premio Moicarte "Maria
Scarcella Padovano" - XVI Concorso internazionale letterario
di poesia e narrativa 2006.



1 commento:

Anonimo ha detto...

E' stata una scena che ha lasciato sgomenti i presenti non abituati alle "tattiche del foro": di fronte al signor Semeraro, un uomo che da anni si batte coraggiosamente per vedere riconosciuti i suoi naturali diritti alla salute e alla giustizia, l'avvocato dell'ex dirigente dell'INAIL ha chiesto ed ottenuto un rinvio di una settimana (con sospensione dei termini di prescrizione, almeno...) per "un leggero calo di voce", dicendo poi che in settimana avrebbe fatto degli aerosol...
ieri probabilmente la sentenza non sarebbe stata emessa comunque visto che ci sono state le arringhe finali (il pm ha chiesto, per gli accusati, 8 mesi con sospensione della pena), ma è certo che questo ulteriore rinvio non può non pesare come un macigno su un uomo provato dalle ingiustizie subite.
Al signor Semeraro, al signor Franco e all'associazione 12 giugno rinnovo i miei incoraggiamenti ed un enorme abbraccio.