mercoledì 16 aprile 2008

La petizione è approdata!!!

GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO CONDIVISO E FIRMATO!

Le pressioni esercitate sui parlamentari attraverso i comunicati, le email e la nostra petizione, hanno contribuito sensibilmente ad approvare nella seduta della Commissione ENVI (Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare) del 9 aprile 2008 la Direttiva Rifiuti con modifiche importanti rispetto alla proposta presentata dalla conservatrice Caroline Jackson.
Ecco l'email inviata al Comitato per Taranto dall'europarlamentare Bernardette Bourzai, Vicepresidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale alla quale sono state inoltrate le firme contrarie alla proposta Jakson.

Se, purtroppo, è passata con soli 5 voti di scarto una sorta di “riclassificazione” dell’incenerimento elevato da smaltimento a recupero, l'intervento di verdi e socialisti ha imposto come condizione di questa promozione la verifica di una complessa formula di efficienza.
In questo modo, la maggioranza degli inceneritori (praticamente tutti quelli italiani), anche se dotati di recupero energetico resteranno sotto la classificazione di "residuale fase di smaltimento" (ricordiamo che la Comunità Europea ha ritenuto inappropriato il termine termovalorizzatore) in quanto la resa energetica è al di sotto della formula di efficienza (in quasi tutti i casi italiani gli inceneritori non hanno una produzione combinata di calore e di energia elettrica) e saranno, pertanto, subordinati al riciclaggio.
Nella direttiva, inoltre, si specifica che gli inceneritori ad altissimo rendimento restano comunque una soluzione subalterna rispetto al riciclaggio e alla riduzione dei rifiuti che mantengono la priorità.


Uno dei punti critici evidenziati dall'acceso dibattito in commissione è il via libera al “LIFE CYCLE THINKING” la cui attuazione oltre ad apparire del tutto oscura anche dal punto di vista metodologico si contrappone al metodo del “LIFE CYCLE ANALISIS” ben più conosciuto e ecologicamente efficiente. Sono le valutazioni delle fasi di vita di un bene e della dinamica che porta al suo recupero terminale nel processo produttivo.
Questo nuovo sistema può portare, con evidenti forzature, l'incenerimento ad elevato rendimento energetico, in alcuni casi, a scavalcare o ad equiparare lo stesso riciclaggio. Le ambiguità e le complicazioni lasciano aperti dei varchi che possono consentire alle lobby di scavalcare i regolamenti.


Un importante dato positivo ottenuto dal gruppo ambientalista sono le percentuali minime di riduzione e riciclaggio obbligatorio da raggiungere entro il 2020: 70% per i rifiuti speciali e da demolizione e 50% per i rifiuti domestici.
Di fatto significa imboccare seriamente il percorso verso "rifiuti zero".


Buona anche la riconferma dell’obiettivo di stabilizzare obbligatoriamente alla produzione del 2009 la produzione totale dei rifiuti. Vuol dire che non sarà più consentito produrre un quantitativo annuo di rifiuti superiore a quanto totalizzato nel 2009.


La fase successiva dell'iter di questa direttiva prevede la votazione dell'assemblea plenaria del Parlamento Europeo per l'approvazione definitiva ed esecutiva. In quest'ultimo passaggio si temono pressioni e colpi di mano da parte della lobby degli industriali chiamati finalmente ad applicare la “responsabilità estesa del produttore”.

Sul sito www.ambientefuturo.org sono pubblicati i commenti di Joan Marc Simon, di GAIA Europe e di Health without Harm, e il comunicato stampa dei parlamentari europei Roberto Musacchio e Monica Frassoni.


Intanto, promuoviamo ancora la nostra petizione in vista del voto in parlamento.
Siamo stati ascoltati. Continuiamo a fare sentire la nostra voce!

1 commento:

Anonimo ha detto...

...Ne sono felicissima . E lieta di averne contribuito alla diffusione in rete ...

Continuate cosi' , ragazzi !

Maluna