martedì 29 aprile 2008

Amministrazione annacquata

Mentre in Puglia una regione di sinistra continua a spezzettare e privatizzare l'acqua di tutti, ad Aprilia, nella campagna laziale tradizionalmente legata alla destra i cittadini si uniscono per rivendicare il ritorno alla gestione pubblica dell'acqua.
Qualcosa non va con le ideologie?

A proposito di finanze dell'Acquedotto Pugliese, se n'è parlato nella trasmissione RAI Report del 14 ottobre 2007:

Gli Enti pubblici hanno sempre bisogno di soldi e li trovano facendo mutui e obbligazioni. Poi si fanno sistemare i debiti dalle banche che si inventano operazioni di finanza strutturata. E così si spostano i debiti in là nel tempo e il pacco se lo ritroveranno le giunte future. Questi scherzetti poi costano cari: le banche hanno un debole per le Regioni, le Province e i Comuni, perché di solito non capiscono i rischi che corrono e non si accorgono dei costi impliciti nelle operazioni “swap”. Gli “swap” fanno parte della famiglia dei derivati (la stessa dei derivati emessi sui mutui subprime che hanno messo in crisi le borse di mezzo mondo) e si chiamano così perché derivano il loro valore da variabili esterne.
Sono strumenti complessi e rischiosi, dove chi ne sa di più lucra profitti abnormi, e chi ne sa di meno perde tutto. Pare che in Italia non si possa vivere senza i derivati perché non hanno lasciato fuori nessuno, dalla grande Regione al piccolo Comune di montagna, dalla lavanderia, al policlinico, all’istituto delle suore. Sono almeno 30 mila le imprese private coinvolte, e 900 gli enti pubblici che ci stanno rimettendo centinaia di milioni. Siccome però nel caso degli enti pubblici passano per perdite potenziali, non vengono scritte da nessuna parte, e rimangono debiti fantasma. Per esempio all’azienda dell’Acquedotto Pugliese, di proprietà della Regione, le banche hanno fatto assumere un rischio così elevato che i cittadini pugliesi rischiano un domani di restare senza i soldi per riparare le tubature.

Ecco parte dell'intervista di Stefania Rimini all'Assessore al Bilancio della Regione Puglia, Francesco Saponaro:

"SF-In questi fondi le banche ci possono inserire per esempio anche titoli di stato dell’Europa dell’Est, obbligazioni dell’Alitalia o anche i bond del comune di Taranto che poi è fallito. Quando poi la Regione chiede che sia tolto dal suo fondo uno dei titoli a rischio, quanto le costa?
Ass FS-Mi dicono che è costato 2 milioni di euro.
SF-Sostituire solo il titolo Telecom?
Ass FS-Sostituire il titolo Telecom.
SF-Cioè ogni volta che uno si muove sono dolori.
Ass FS-E’ cosi dolori.
SF-Ad intascare i 2 milioni è la banca Merril Lynch che ha messo in piedi il fondo di ammortamento per la Regione Puglia. Per una storia simile e sempre con Merril Lynch nei guai è finita anche l’azienda pubblica dell’acqua, di cui la Regione Puglia è azionista. Qualche anno fa, all’epoca di Fitto, i soldi dell’Acquedotto Pugliese sono stati investiti in azioni che hanno avuto un andamento negativo:General Motors e Ford.
Ass FS-Nel bilancio dell’acquedotto pugliese, in un biennio, nel biennio 2004/2005 tutto ciò ha comportato l’accantonamento di circa 13 milioni di euro.
SF-Sono soldi che devono star fermi lì e se ne avessero bisogno per rifare le tubature non li possono usare. Servono a coprire un rischio perché il meccanismo è che se la Ford fallisce i soldi nel fondo ce li deve rimettere l’Acquedotto Pugliese e non la Banca.
Ass FS-sull’azienda pubblica, l’Acquedotto Pugliese e invece gli eventuali profitti legati alla gestione finanziaria del paniere...
SF-Chi se li prende?
Ass FS-...Se li prende la banca."

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