venerdì 11 aprile 2008

BEVIAMOCI SOPRA!

In Puglia cresce il flusso turistico pasquale. Siamo pugliesi anche noi?
No. Nelle provincie di Taranto e Brindisi siamo in calo. Addirittura a Taranto siamo al 5% del totale dei posti letto occupati. Cifre da fallimento per qualsiasi operatore!

Eppure i giornali locali e nazionali, le piazze delle principali città d'Italia e le sedi delle agenzie di viaggio nazionali sono state addobbate con i manifesti del "pacchetto vincente": Settimana Santa più visita al nuovo straordinario Museo Archeologico più giro in città e tante buone cozze per tutti? Cosa c'è che non va?
Sarà, forse, che se non si risolve la questione ambientale e la cultura e la civiltà del vivere (come ricordava un nostro amico sul forum) ogni operazione di marketing territoriale è destinata miseramente a naufragare?
Soltanto noi tarantini, coperti di smog e monnezza (perchè l'inciviltà locale ha steso un velo uniforme di rifiuti anche nei posti più incontaminati), possiamo credere "evento" quello che altrove è normale. Siamo forse l'unica città con i riti della Settimana Santa? Siamo forse gli unici ad avere un museo archeologico (anzi, a onor del vero, ancora mezzo museo)? L'unico castello? Le cozze sono veramente le nostre (chiedete ai pescatori di un tempoo se le cozze a marzo erano già piene)?
Le nostre emergenze culturali e gastronomiche, seppure con punte di alta qualità, sono sepolte sotto l'immagine di una città in perenne emergenza ambientale e culturale: un agglomerato di 200.000 abitanti la 14a città d'Italia!) disordinatamente sparso "a bocca di industria", impolverato e soffocato di miasmi, senza un'ombra di verde pubblico, senza una vera università (persino Camerino ne ha una!) che operi sul territorio svolgendo ricerca, promozione e scambio.
Che altro aggiungere? Edifici che crollano in città vecchia, contaminazioni negli alimenti, negli abitanti, nelle risorse naturali, abusivismo cronico, inciviltà stradale... Non è che, come dice qualche direttore di giornale, dobbiamo sentirci europei e grandi ogni volta che partoriamo un topolino, anche se grazioso: i confetti saranno anche buoni ma non attirano nessuno se li posiamo sugli escrementi!

Il turismo poggia su solide basi: l'immagine generale della città, l'organizzazione e l'integrazione dell'offerta e il gradimento del turista. Chi viene e sta bene, tornerà e porterà anche altri. Ci siamo chiesti perchè, a parte gli emigranti, qui non torna nessuno (non è un caso che alla BIT di milano il nostro stand era frequentato prevalentemente da oriundi jonici o ex-marinai nostalgici)?
Come ha detto l'urbanista Pierluigi Cervellati, la prosperità di una città e dei cittadini che se ne sentono orgogliosamente parte, passa per la questione ambientale in termini di rapporto equilibrato con le realtà produttive, con le infrastrutture e con gli insediamenti.
E' compito delle classi dirigenti responsabilizzare i residenti rendendoli parte attiva nella programmazione e nei processi decisionali attraverso forum pubblici, sedute consiliari ad hoc e soprattutto mediante una gestione trasparente degli atti.
Gli accordi con gli organi centrali, i finanziamenti che si stanziano, i famigerati accordi di programma ed atti d'intesa con i padroni del vapore non si annunciano soltanto a cose fatte sui giornali. Vanno discussi prima e pubblicati in bella vista su media e sui siti istituzionali perchè si verifichi la reale consistenza dei proclami.
Bisogna manifestare, partecipare e proporre perchè la città cominci a diventare nostra e, dunque, anche dei turisti.
Va beh, non potremo offrire pecorino e mozzarelle finchè non partiranno i controlli veri e il monitoraggio delle emissioni, per fortuna ci resta da porgere ai visitatori un bicchiere di buon vino. Cin cin!

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