mercoledì 9 aprile 2008
"Dall'ospedale vai cercando la salute?"
Come si fa a promuovere gli ultimi della classe? Facile, si mandano ad insegnare a quelli più ignoranti di loro, così si innalza il bilancio generale della conoscenza!
Sembra un paradosso ma è in sostanza quanto realizzato dal Ministero dell'Ambiente italiano che ha firmato un accordo con Carbon Trade and Finance (Ct&f), joint venture costituita da Dresdner Bank e Gazprombank, per promuovere in Russia e paesi ex-URSS prodotti energetici che consentono di ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2).
In pratica: l'Italia investirà fondi e ricerche per la riduzione delle emissioni di CO2 in quei paesi in cambio di crediti da utilizzare sul territorio nazionale per rientrare nei limiti di emissione previsti dal Protocollo di Kyoto e dalla direttiva europea sull'Emission Trading (mercato delle emissioni).
Il Protocollo di Kyoto fissa per l’Italia un obiettivo di riduzione del 6,5% rispetto al 1990, obiettivo piuttosto impegnativo considerato che da quella data ad oggi le emissioni di gas serra nel nostro paese sono notevolmente aumentate e sono destinate a crescere ancora. Rispetto al 1990, in cui si contavano 521 Mt CO2eq, si prevede di raggiungere nel 2010, dal momento che non è stata intrapresa alcuna iniziativa seria di riduzione, le 579,7 Mt CO2eq. Rispetto all'obiettivo sottoscritto a Kyoto di scendere a 487 Mt CO2eq, l'Italia si presenterà con un incremento di ben 92,7 Mt C=2eq. Quindi, invece di 6,5% in meno avremo 11,27% in più!
Allora è facile immaginare che, alle soglie del fatidico 2010, come al solito, avendo agito per 12 anni in maniera ecologicamente incosciente e politicamente irresponsabile, l'unico modo per evitare la sanzione economica salatissima prevista, sia quello di spendere un pò di soldi per convincere i russi e i loro vicini a ripulire le centrali e ad usare tecnologie meno obsolete! Corrado Clini, direttore generale del Ministero dell'Ambiente, ha affermato che in questo modo raggiungeremo il fatidico 6,5% in meno. Possiamo, dunque, continuare ad alimentare spensieratamente i nostri bruciatori.
E se non bastasse? A qualcuno sarà venuto in mente di fare ricerca sui rendimenti energetici e sulle energie rinnovabili (magari ascoltando seriamente quel Rubbia che a furia di va e vieni dalla Spagna sta diventando il pendolo misuratore dell'immaturità nazionale)?
No! Il genio italiano non si ferma a queste ovvietà! Il primo aprile è stato firmato dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare on. Alfonso Pecoraro Scanio, d’intesa con il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali on. Paolo De Castro, il decreto che istituisce il Registro Nazionale dei Serbatoi di Carbonio agro-forestali, che serve a contabilizzare quanto il sistema forestale italiano può contribuire all’assorbimento delle emissioni di gas ad effetto serra!
“Si tratta di un provvedimento importante e di un ulteriore strumento per consentire all’Italia di avvicinarsi agli obiettivi del Protocollo di Kyoto - ha dichiarato il Ministro Pecoraro Scanio - . Con l’istituzione del Registro anche il nostro Paese potrà, come tra l’altro previsto dal Piano nazionale di assegnazione delle quote di Co2 trasmesso alla Commissione Europea, vedere nel proprio patrimonio forestale che potrà contribuire ogni anno ad assorbire ben 10,2 milioni di tonnellate di Co2 emesse, un utile alleato nella lotta contro i cambiamenti climatici." Nella Finanziaria 2008 sono stati stanziati i fondi necessari per la realizzazione e gestione del Registro sui Serbatoi di Carbonio che ammontano a circa 2 milioni di euro l’anno.
Allora il gioco è fatto, siamo i primi della classe: compriamo il risparmio di CO2 degli altri paesi e mettiamo a bilancio l'assorbimento di CO2 dei nostri boschi. Peccato però che l'effetto serra c'è ed aumenta sensibilmente mentre i nostri boschi sono lì da sempre e, grazie ad incendi e condoni, tendono anche a diminuire. Non è che qualcuno ci sta prendendo in giro?
Un dubbio disperato: quando diventeremo grandi e cominceremo a fare seriamente i compiti invece di ricorrere a tutte le scuse possibili per saltare l'interrogazione?
Ah, questi crediti!
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