martedì 27 gennaio 2015

Portofermo

Il porto delle beffe

Ancora uno stop all’avvio dei lavori di dragaggio al porto di Taranto. Il Consiglio di Stato ha infatti ribaltato il verdetto del Tar di Lecce, emesso lo scorso venerdì, che aveva respinto le richieste di sospensiva presentate dalle aziende Fincosit e Piacentini, arrivate rispettivamente seconda e decima nella graduatoria del bando per l’aggiudicazione dei lavori. Ora, affinché vi sia la firma ufficiale della ditta vincitrice (la Astaldi) bisognerà attendere l’udienza del Consiglio di Stato fissata per il 10 febbraio prossimo, “data – si legge in una nota dell’Autorità portuale jonica -  per l’esame in Camera di Consiglio delle misure cautelari richieste. Solo dopo l’udienza, in caso di mancato accoglimento delle istanze cautelari, l’Authority potrà procedere alla stipula del contratto ed al riavvio delle attività”.
L'appalto – che consiste nell’ampliamento dei fondali del terminal container sino a raggiungere una profondità di 16,50 metri (rispetto ai 14 attuali) collegandolo al rilancio della zona industriale Ilva - era stato aggiudicato – per  oltre 51 mln di euro - lo scorso 28 novembre all’azienda romana Astaldi.
Nuova beffa per i lavoratori di Evergreen la cui cassa integrazione scade il 28 maggio prossimo. Già a partire da ottobre 2014, il porto di Taranto ha visto una drastica riduzione delle movimentazioni  dei container. Si è passati dai 15.000 container lavorati al mese  a soli 2.000. Ben l’85% in meno.  La crisi nasceva dalla volontà di Evergreen di spostare al Pireo l’unica linea transoceanica ancora rimasta nella seconda città di Puglia, lasciando allo scalo jonico solo due navi ‘feeder’ (con una capacità di carico limitata). (Cosmopolismedia)

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