Ilva, Greco: “Decreto del governo mette a rischio rientro dei soldi dei Riva”
“Così come è stato approvato, il decreto legge sull’Ilva potrebbe bloccare il rientro dalla Svizzera di capitali per un miliardo e 200 milioni, che servirebbero per attuare le prescrizioni dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale, ndr) e rimettere in piedi l’azienda“. Lo ha sottolineato in audizione al Senato il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, titolare con i colleghi di diversi fascicoli sul siderurgico di Taranto, sollecitando il Parlamento a una modifica della norma che deve essere convertita in legge entro marzo. Il dl, ha spiegato il magistrato, “sembrerebbe aver abrogato” il comma 11-quinquies del precedente decreto 62/2013 (il primo decreto sull’Ilva, quello che stabiliva “Nuove disposizioni urgenti a tutela dell’ambiente, della salute e del lavoro nell’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale”), che consentiva appunto il trasferimento delle risorse con adeguate garanzie. “Non siamo riusciti a capire in molti – ha sottolineato Greco – perché si fanno le leggi in questo modo, forse per un problema di gestione di potere”.L’attuale normativa crea “problemi”, secondo il procuratore, con le autorità svizzere: “Ci hanno detto che non hanno difficoltà a far rientrare questi soldi, che sono scudati e dunque italiani. Ma pongono delle condizioni e vogliono delle garanzie”. In sostanza la Svizzera chiede alle autorità italiane che “non siano confiscati prima di una sentenza definitiva passata in giudicato“. Al contrario, l’inchiesta è ancora in corso. Di conseguenza “se l’Italia rivuole quei soldi – ha detto Greco – deve far rivivere quell’articolo, ovviamente con le modifiche legate alla previsione del passaggio da commissario straordinario all’amministrazione straordinaria”.
Il secondo problema sollevato dal pm riguarda invece il fatto che “un’elargizione dello Stato, ovvero una confisca preventiva di questo denaro senza una contropartita”, potrebbe “avere dei riflessi in termini costituzionali e anche con l’Ue” perché potrebbe “rappresentare una sorta di aiuto di Stato“. Ecco perché, ha concluso Greco, “deve essere riproposta la formula” abrogata, attraverso un emendamento in sede di conversione del decreto. Al Parlamento Greco suggerisce anche la soluzione: “La possibilità di un’emissione di un prestito obbligazionario con un rendimento pari a quello medio del Fondo unico giustizia che può essere fatto da Ilva spa o dalla newco, se si farà”, accompagnato dall’istituto del ‘patrimonio di destinazione’.” Una volta rientrate, ovviamente, le somme dovrebbero essere destinate ‘esclusivamente a pagare l’Aia’, ha concluso Greco.
Il procuratore capo di Taranto, Francesco Sebastio, anche lui audito dalle commissioni, ha invece chiesto di chiarire la norma sulla non punibilità del commissario dell’amministrazione straordinaria e quella in base alla quale per il commissario stesso e i suoi uomini sarà sufficiente realizzare l’80% delle prescrizioni dell’Aia. Il procuratore ha spiegato che occorre specificare meglio la norma di salvaguardia, cioè quella che garantisce una sostanziale impunità civile e penale, specificando se riguarda solo le azioni in attuazione del piano ambientale previsto dall’Autorizzazione integrata ambientale o anche quelle in omissione. Occorre poi spiegare la norma in base alla quale se entro il 31 luglio prossimo si sarà realizzato almeno l’80% delle prescrizioni il resto slitterà a data destinarsi. “Non c’è una data ulteriore di proroga e sarà il capo del governo a decidere quando dare la proroga. È un fatto un po’ strano, anche se decide l’organo legislativo”, ha detto Sebastio, che si è poi chiesto: “Ma cosa significa l’80% delle prescrizioni? È numerico o in termini economici? Coprire i parchi minerari vale come mettere il cartello ‘Attenzione ai carichi sospesì? Sarebbe utile chiarire questo punto”, ha concluso il procuratore.
Intanto, la direzione del polo siderurgico ha comunicato ai sindacati che, “a causa di un ridotto approvvigionamento delle materie prime”, gli altiforni rimarranno fermi per 48 ore a partire dalle 7 del mattino del 15 gennaio. (FQ)
Pm: perplessi da non punibilita' commissario
La norma che prevede la "non punibilità" delle condotte poste in essere dal nuovo commissario straordinario dell’Ilva per attuare il piano di risanamento, "lascia perplessi" e richiede un "chiarimento" da parte del Parlamento. Lo ha sostenuto il procuratore di Taranto Franco Sebastio in audizione al Senato davanti alle commissioni che stanno esaminando il decreto legge sull'azienda siderurgica.Ancora oggi, ha spiegato Sebastio, la procura di Taranto è "fatta oggetto di segnalazioni, denunce, esposti in cui si sostiene che lo stabilimento continua a produrre gli stessi fatti di grave inquinamento che sono oggetto dell’attuale procedimento penale". I pm dunque, "hanno degli obblighi di legge", e per questo "abbiamo avviato un’indagine e stiamo valutando quale via seguire, naturalmente tenendo conto di ciò che emergeva dalle leggi precedenti".
Poi però è arrivato il nuovo decreto che prevede, appunto, la non punibilità delle condotte del commissario e dei "soggetti da lui funzionalmente delegati" in attuazione del piano di risanamento. "E le condotte in omissione del piano? – ha chiesto Sebastio – Se non si da sfogo a quel piano, non siamo in attuazione ma siamo in omissione e quindi che facciamo?". La norma, poi, riguarda il nuovo amministratore. "E quel che riguarda questi due anni precedenti, che noi stiamo valutando?".
Ecco perchè il procuratore ha chiesto che venga fatta chiarezza. "Le perplessità sono dovute probabilmente alla nostra pochezza intellettuale".
Ma "dire a futura memoria 'non sarai penalmente perseguibile per quello che commetterai in futurò, lascia un pò perplessi. Poi c'è la legge e a quella ovviamente il magistrato si attiene". Dunque "se ci fosse un chiarimento non ci dispiacerebbe e ci consentirebbe di muoverci meglio". Anche perchè la procura "da 3 anni opera tra l’incudine e il martello: siamo stati denunciati dagli attuali imputati e quelli che oggi presentano gli esposti, sui giornali ci fanno intendere che facciamo troppo poco e che se non ci muoviamo ci denunciano loro".
Un chiarimento che dovrebbe riguardare anche la percentuale delle prescrizioni previste dall’Aia che dovrebbero essere realizzate dal commissario straordinario. "Nel provvedimento si dice che se entro il 31 luglio si sarà realizzato l’80 per cento delle prescrizioni, allora il restante 20 per cento slitta a data da destinarsi e sarà il capo del governo a stabilire quando. Già questo fatto è un pò strano – ha sottolineato Sebastio – ma che significa 80 per cento delle prescrizioni? Numerico o in termini economici?".
"Cerchiamo dunque di operare in maniera soddisfacente per tutti – ha concluso Sebastio - anche perchè la chiarezza eviterebbe domani problemi con la Corte Costituzionale". (GdM)
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