giovedì 29 gennaio 2015

Parole e tregua con Indottolo


Rassicurazioni sì, crediti ancora no tra Ilva e indotto la tregua è armata

Disponibilità, collaborazione, impegni, ma ancora nulla di garantito per le imprese dell’indotto in credito con Ilva per fatture scadute da sei mesi. Ieri due dei tre commissari straordinari della società, Enrico Laghi e Corrado Carrubba, hanno esaminato la situazione del sistema degli appalti con i rappresentanti di Confindustria Taranto. Era assente Piero Gnudi per un’indisposizione. «Ilva – dice il presidente degli industriali Vincenzo Cesareo, facendo il punto dopo l’incontro - ha assicurato il pagamento dei crediti che matureranno dal 21 gennaio in poi. Lo farà con mezzi propri derivanti dall’attività industriale, con le risorse di Fintecna e con eventuali nuove aperture di credito del sistema bancario». Fin qui si tratta di una conferma di quanto anticipato da Gnudi nella lettera del 23 gennaio indirizzata alle imprese con la sollecitazione a ritornare al lavoro, in base ai contratti sottoscritti, e non far scattare così l’accusa di inadempienza.
Ma la partita che maggiormente interessa la vasta platea delle ditte appaltatrici che hanno lavorato negli ultimi mesi per tenere in funzione gli impianti Ilva a Taranto è il volume dei crediti pregressi, quelli accumulati per 150 milioni negli ultimi sei mesi e il cui mancato pagamento sta mettendo in ginocchio tutto il sistema. Per questi, anche ieri pomeriggio, non è arrivata alcuna garanzia dai commissari. C’è la procedura concorsuale dell’amministrazione straordinaria che impone le sue norme. Si dovrà procedere all’accertamento della massa passiva riconoscendo i singoli crediti. Si lavora sull’ipotesi di presentare emendamenti al settimo decreto, che sta per essere convertito in legge, per introdurre soluzioni che agevolino il riconoscimento dei debiti accumulati da Ilva e consentire il loro pagamento. «L’azienda ci è sembrata aperta a ricercare la soluzione migliore per risolvere il problema – è sempre il commento di Vincenzo Cesareo – il rapporto con Confindustria è buono nonostante il confronto su un tema sensibile, si sono detti grati perché il nostro sistema ha continuato a lavorare in tutti questi mesi anche senza essere pagato. Noi aspettiamo, in ogni caso, che entro breve tempo sia individuata la via d’uscita da questa situazione». Ilva ha poi chiesto a Confindustria di allentare le tensioni e riaprire la possibilità di collaborare, interrompendo la protesta e facendo rientrare i lavoratori in fabbrica. Su questo punto Confindustria non ha potuto fornire garanzie perché l’eventuale adesione a questo invito verrà fuori da un dibattito interno. Per tornare al lavoro le imprese appaltatrici dovrebbero assicurare con risorse proprie per due-tre mesi, il tempo necessario al governo di perfezionare il provvedimento per Ilva, le attività all’interno del centro siderurgico. In sostanza la marcia degli impianti, la loro manutenzione e altri servizi dovrebbero essere ancora a spese dell’indotto. In serata Ilva ha diramato un comunicato. «I commissari – è scritto - hanno ribadito l’auspicio di un rapido rasserenamento delle criticità legate alle forniture e alle tensioni nell’indotto. Come già emerso nelle settimane scorse nel corso dell’audizione al Senato del commissario straordinario Piero Gnudi, la procedura di amministrazione straordinaria garantisce i pagamenti legati alle nuove forniture anche nella prospettiva delle risorse finanziarie che, si prevede, potranno essere disponibili. Per quanto riguarda il pregresso, i commissari hanno assicurato tutta la loro disponibilità a identificare soluzioni che garantiscano l’indotto locale». Hanno inoltre confermato il pagamento degli stipendi di gennaio e l’impegno ad accelerare lo sblocco delle risorse Fintecna e dei capitali sequestrati alla famiglia Riva.
In mattinata i due commissari avevano incontrato il prefetto Umberto Guidato, il sindaco Ezio Stefàno e l’arcivescovo Filippo Santoro. In piazza Municipio non ci sono state reazioni da parte dei lavoratori verso i commissari i quali non hanno voluto fare alcuna dichiarazione dicendo soltanto che «noi stiamo lavorando». In serata, dopo Confindustria, hanno avuto un confronto con i custodi giudiziari. Nella tarda serata, infine, è cominciato il confronto tra i rappresentanti sindacali dei metalmeccanici ionici e i dirigenti aziendali, che hanno riconfermato il ricorso ai contratti di solidarietà. (CdM)

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