martedì 27 gennaio 2015

Indottolo forse non scende alla prossima

Ilva senza risorse, rischio di fermata

   L’indotto sempre più alle corde per i mancati pagamenti e lo stabilimento dell’Ilva che rischia di fermarsi perché sono quasi a zero liquidità, risorse e materie prime.
    A un mese dal decreto legge del governo, Taranto vive un momento complicatissimo e non si intravvede a breve una schiarita. Ieri le imprese appaltatrici hanno ricevuto la comunicazione che l’Ilva è in amministrazione straordinaria con la legge Marzano. E proprio questo spaventa le aziende, che temono di non riavere più i loro crediti o di vederli ridimensionati. Sono 150 milioni accumulati nel tempo solo dalle realtà di Taranto. Soldi che se venissero a mancare, porterebbero le imprese, già molto esposte con le banche, a chiudere e a licenziare. Una situazione che ieri gli imprenditori associati a Confindustria Taranto, guidati dal presidente Vincenzo Cesareo, hanno nuovamente evidenziato al prefetto Umberto Guidato col quale si sono incontrati dopo aver effettuato un sit-in sotto la Prefettura. E mentre i rappresentanti delle imprese manifestavano, lavoratori dell’indotto e sindacati occupavano la statale Taranto-Reggio Calabria. Un blocco durato sino al tardo pomeriggio e che ha avuto effetti pesanti sulla raffineria dell’Eni. Nessuna autocisterna è infatti entrata o uscita per tutto il periodo della protesta e quindi c’è stato uno stop di diverse ore nell’approvvigionamento di carburanti.
    Oggi non si prevedono blocchi stradali. La mobilitazione si esprimerà in forme meno dure. I lavoratori, infatti, terranno due presidi, uno dinanzi alla portineria imprese del siderurgico, l’altro davanti al municipio dove è in corso già da alcuni giorni. L’indotto, invece, continuerà a rimanere in attesa di rassicurazioni dal governo e dall’amministrazione straordinaria dell’Ilva. Già da lunedì dell’altra settimana le imprese, oltre a mettere in cassa integrazione il personale (3mila unità coinvolte), hanno anche sospeso ogni attività nello stabilimento all’infuori di quelle urgenti come i ripristini degli impianti e la loro messa in sicurezza. Disponibilità che ieri Confindustria Taranto ha riconfermato al prefetto e all’azienda. «Se si pensa che i soldi possano sbloccarsi subito, si commette un errore – afferma il senatore Pd, Salvatore Tomaselli, relatore del decreto legge –. Con i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, si sta lavorando agli emendamenti al decreto lungo le linee note: rendere esigibili i 150 milioni di Fintecna che saranno la liquidità immediata dell’amministrazione straordinaria, garantire l’indotto tra i fornitori strategici e dargli anche un plafond di 150 milioni assistito dal Fondo centrale di garanzia, utilizzare per il risanamento quanto sequestrato ai Riva. È vero, ci vorrà ancora un mese perché il decreto deve poi andare alla Camera – conclude Tomaselli –, ma questi emendamenti saranno legge».
   Stasera, intanto, i commissari Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi incontreranno al Mise i sindacati e chiederanno la cassa integrazione per tutto il gruppo. Per Taranto si parla di 5mila unità a rotazione come numero massimo. Nel siderurgico deve fermarsi a breve per lavori il grande altoforno 5 e non si sa, proprio perché non ci sono risorse, se prima ripartirà l’altoforno 1 fermato a dicembre 2012. I sindacati chiedono che l’Ilva continui ad usare i contratti di solidarietà e non ricorra alla cassa. L’azienda dice di non esser contraria alla solidarietà ma i vincoli dell’amministrazione ordinaria impediscono di prorogarla. L’Ilva ha già posto il problema al ministero del Lavoro chiedendo di seguire la strada percorsa a Piombino dove la Lucchini ha usato la solidarietà con l’amministrazione straordinaria. (Sole24h)

Ilva, l’azienda dice sì a solidarietà. «Confermati gli stessi numeri»

Secondo quanto emerso dall’incontro, che si è appena concluso, a Taranto proseguono i contratti di solidarietà con i numeri attuali. I commissari hanno anche garantito il pagamento degli stipendi di gennaio e confermato l’impegno a trovare le risorse per i lavoratori degli appalti, su questo tema c’è attesa per la conversione in legge del decreto di dicembre che sbloccherebbe ingenti risorse per Taranto. Quanto ai fondi Fintecna, i commissari hanno riferito ai sindacati che per il via libera dei 150 milioni previsti è necessaria una modifica al decreto Ilva. La modifica potrebbe arrivare con gli emendamenti che devono essere presentai entro domani. Sempre domani i tre commissari andranno a Taranto e incontreranno il prefetto, il sindaco, il vescovo e i dirigenti dell’Ilva.
Marco Bentivogli della Fim-Cisl, in una nota, sottolinea che sui numeri dei contratti di solidarietà, «i commissari ci hanno dichiarato l’impossibilità di stimarne l’entità in quanto correlata alle verifiche in corso e al reperimento delle risorse». La Fim-Cisl quindi richiama «ancora una volta il Governo affinché si recuperi maggiore tempestività vista la drammaticità che si aggrava giorno per giorno dell’Ilva e del suo indotto». «L’incontro con i commissari straordinari dell’Ilva è stato positivo», afferma Rocco Palombella della Uilm. «È evidente - ha continuato Palombella - che andranno compiute le dovute verifiche presso il dicastero del Lavoro, ma la decisione è presa». (CdM)

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