mercoledì 9 giugno 2010

La statistica inclemente

Ipres, preoccupa la situazione dei giovani in Puglia

In Puglia si confermano i dati preoccupanti sulla condizione dei giovani e delle donne che rappresentano i soggetti più esposti alle difficoltà di accesso e di permanenza nel mercato del lavoro. Il dato è contenuto nell’annuario statistico 'Puglia in Cifre 2009', presentato oggi all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro dall’Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali. I dati relativi al 2009 evidenziano una dura flessione dell’occupazione in Puglia, facendo registrare una contrazione di 50.000 rispetto al 2008 (-3,8 per cento), a fronte di un calo nazionale di circa 380.000 occupati (-1,6). Le ore di Cassa Integrazione hanno registrato un’impennata (+ 458,4 nel primo bimestre 2010 rispetto allo stesso periodo del 2008).
Nell’opera si sottolinea poi l’aumento degli 'inattivi' e il forte divario tra il mercato del lavoro regionale rispetto a quello dell’Unione Europea.

La tredicesima edizione dell’annuario, tra l’altro, presenta molte innovazioni: la presenza della Bat per quanto riguarda l'analisi e la riclassificazione dei dati e un’indagine censuaria presso tutti i 258 comuni pugliesi. Il capitolo territorio e ambiente propone considerazioni sugli indicatori ambientali: Brindisi risulta la città più virtuosa quanto a concentrazione di biossido di azoto NO2 nell’aria (in media 19 microgrammi per metro cubo, a fronte anche di un dato medio italiano pari a 37) e polveri sottili (24 PM10 in microgranmmi per mc, a fronte anche di un dato medio italiano pari a 34). Foggia, ad esempio, rappresenta la città con minore quota di produzione di rifiuti urbani per abitante (kg/ab/anno), 480 rispetto anche alla media italiana di 610.

Nel capitolo «popolazione e società» sono analizzati i movimenti anagrafici della popolazione autoctona e straniera della regione. I dati sulla popolazione straniera confermano come nel complesso la Puglia tenda timidamente a mutare i connotati di una semplice regione di passaggio, divenendo, sempre più, una terra di insediamento (ancorchè sia ancora molto lontana dai modelli stanziali della Lombardia, Emilia Romagna e Lazio). Interessanti – è detto nell’annuario – sono le indicazioni che provengono dal tasso di fecondità con la Puglia che detiene un primato negativo: di poco superiore a 1,2 figli per donna, al di sotto del tasso nazionale e relativo al Mezzogiorno.

Nel capitolo «welfare e istruzione» è analizzata l’offerta dei servizi socio-assistenziali, determinata dalle politiche sociali regionali, che appare influenzata dall’avanzare del processo di de-istituzionalizzazione (soprattutto dei servizi riservati ai minori e agli anziani) e dall’attivazione di nuovi servizi. Il territorio regionale dispone di una dotazione significativa di infrastrutture ma emergono alcune criticità, come lo squilibrio interprovinciale nella distribuzione territoriale delle strutture, la carenza di strutture a ciclo diurno a carattere comunitario, un’evoluzione ancora molto lenta verso servizi innovativi per le persone non autosufficienti.

Nel capitolo dedicato al tema della finanza locale è analizzata la composizione delle entrate e delle spese: con riferimento alle singole province pugliesi si registrano, rispetto ai valori medi regionali, scostamenti anche significativi dell’incidenza percentuale dei singoli titoli. Quanto alla classificazione funzionale delle spese correnti, l'analisi mostra come la funzione che a livello regionale assorbe la maggior parte delle spese è quella di amministrazione, gestione e controllo, seguita dalle funzioni di gestione del territorio e dell’ambiente, del settore sociale, della viabilità e trasporti, dell’istruzione pubblica. Il grado di pressione finanziaria risulta più elevato nella provincia di Foggia; mentre la pressione tributaria fa registrare il valore maggiore nella provincia di Taranto. Con riferimento agli indici di autonomia, si distinguono i risultati relativi all’autonomia impositiva, che risulta maggiore nella provincia tarantina, e a quella finanziaria, che invece premia la provincia di Bari. Inoltre, il grado di indebitamento procapite si attesta per la provincia di Taranto su un valore decisamente superiore al dato medio regionale. Nel capitolo dedicato all’economia regionale ci si sofferma anche sui modelli evolutivi della programmazione urbanistica e commerciale, evidenziano a tal riguardo le crescenti difficoltà nella redazione degli strumenti di programmazione comunale. (GdM)

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