giovedì 24 giugno 2010

Ilva mediatica!

Ogni tanto capita, direi ormai da anni, che le testate giornalistiche nazionali si occupino del caso Taranto, intervistando i cittadini delle borgate interessate dall’inquinamento da minerali di ferro, o dalla diossina o dal benzopirene (chi più ne ha più ne metta) raccogliendo le storie personali legate più o meno strettamente al problema ILVA. Non più tardi di martedì scorso RAITRE ha dedicato nel telegiornale delle 19.00 e nell’approfondimento giornalistico delle 24.00 un altro interessante servizio sulla intollerabile situazione ambientale alla quale i cittadini di Taranto sono costretti a vivere ormai da quasi cinquant’anni. In questo articolo vi mostreremo il servizio apparso sul telegiornale nazionale alle ore 19.00.



Va detto che nell’approfondimento successivo è stata data la parola anche al dirigente sicurezza ed ecologia dell’ ILVA Ing. Buffo che dichiarava come con l’impianto UREA ,sistemato lo scorso anno, si fosse raggiunto un abbattimento della diossina del 90% delle emissioni di diossina, attendiamo conferme a questo dato, ma ricordiamo che se anche fosse risolto il problema diossina, rimarrebbero comunque i danni recati alla popolazione dovuti a cinquant’anni di emissioni senza controlli, di cui 15 sotto la gestione Riva, e soprattutto resterebbero in piedi ancora i problemi relativi alle emissioni di benzopirene, ai quali non si è data ancora apprezzabile risposta, e quelli non meno importanti relativi alle emissioni di polveri di ferro, per i quali l’impianto industriale tarantino dovrebbe andare incontro a una vera e propria totale ristrutturazione alla quale l’azienda non sembra minimamente essere interessata. Ci chiediamo a questo punto, in un momento così importante nel percorso orientato verso il raggiungimento di una coscienza comune ambientale della popolazione tarantina, il senso dell’iniziativa messa in atto dalla Confindustria ionica che attraverso i propri legali ha depositato presso il TAR di Lecce un ricorso avverso all’ammissibilità del referendum consultivo finalizzato alla chiusura dello stabilimento ILVA di Taranto. La principale censura, si legge in un una nota del legale avv. Pietro Quinto, legale della sezione di Taranto delle Confindustria, “riguarda il fatto che il Comitato dei Garanti abbia ammesso parte dei quesiti richiesti, modificandoli, tuttavia, nella sostanza. I promotori avevano infatti chiesto che i cittadini si esprimessero sulla chiusura di Ilva ma chiedevano, al contempo, un preciso impegno del Governo a trovare soluzioni alternative per l’occupazione dei lavoratori”. Ci sembra abbastanza singolare che la Confindustria tarantina ponga in essere questa azione adducendo motivazioni sindacali, dunque dove non arriva la CGIL, o la CISL o la UIL, potremmo dire, arrivano gli industriali tarantini…, ci sembra ancorchè strano che laddove non ci siano state simili iniziative da parte degli organi deputati alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori colmi questo presunto vuoto una figura evidentemente interessata per altri motivi alla vicenda. Vedremo come si esprimerà il TAR di Lecce, ma credo necessario che su un tema così importante si dia la voce ai cittadini, siano essi lavoratori dell’ ILVA, impiegati, professionisti o imprenditori, la salute non conosce appartenenza di classe.
(Marco Lubelli Fiorentino, Meteoscienze)

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