giovedì 15 maggio 2008

Puglia, la seconda regione d’Italia per produzione di energia da combustibili fossili

E' scritto in "Grande industria e Mezzogiorno" un libro di Federico Pirro e Guarini: c'è da esserne felici?

Mercoledì 7 Maggio 2008, alle ore 16.30, presso l'Aula Polivalente dell'Università Luiss Guido Carli (Viale Romania, 32 - Roma) si è tenuto il Convegno di presentazione del volume "Grande Industria e Mezzogiorno", curato da Federico Pirro e Angelo Guarini ed edito da Cacucci.
Nel corso del convegno sono intervenuti:
- Massimo Egidi - Rettore luiss Guido Carli
- Massimo Ferrarese - Presidente Confindustria Brindisi
- Luca di Montezemolo - Presidente luiss Guido Carli (intervento registrato)
- gli autori: Federico Pirro - Università di Bari, e Angelo Guarini - Direttore Confindustria Brindisi
- Giuseppe Di Taranto - luiss Guido Carli
- Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
- Innocenzo Cipolletta - Presidente Ferrovie dello Stato

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Leggiamo nella recensione del Libro che trovate qui sotto che
nel Mezzogiorno sono presenti:
  • la più grande fabbrica d’Italia per numero di dipendenti diretti col gigantesco impianto Siderurgico a ciclo integrale dell’Ilva di Taranto del Gruppo Riva - che supera anche la Fiat Auto a Mirafiori - e che è anche il maggior impianto siderurgico d’Europa..... ma mi piacerebbe sapere se c'è anche scritto che grazie a questa fabbrica Taranto regala alla Nazione il 90,3% di diossina.... ed altro ancora.... Una grande fortuna.
  • ben oltre la metà della capacità di raffinazione petrolifera del Paese: ma nonostante tutta questa grande raffinazione (che significa tanto profitto per gli industriali, e tanto inquinamento per noi che abitiamo in prossimità degli impianti in questione), secondo un'indagine della Federconsumatori, "risulta che viaggiando in tutta la Puglia il prezzo della benzina cambia di pochissimo da un distributore all'altro. Paradossale come l'Agip ,società pubblica, risulti spesso la più cara ma nche le cd pompe bianche non sempre sono all'altezza delle attese dei consumatori. Agli aumenti speculativi internazionali si aggiunge dunque una debole concorrenza su cui sta per pronunciarsi l'Antitrust che ha da tempo aperto una indagine nei confronti degli 8 grandi gruppi petroliferi." L'indagine in questione è scaricabile al sito di Piazza Consumatori.
  • oltre all’Enel - i più grandi gruppi energetici italiani come Edison, Sorgenia, Enipower ed esteri come British gas, Endesa-Eon, Atel, Gas Natural, con centrali a turbogas, a olio combustibile e con distribuzione del gas : ma quali vantaggi ne traiamo dalla presenza di questi gruppi energetici? Risparmi nelle bollette?!
E c'è da andare orgogliosi della Puglia, come seconda regione d’Italia per produzione di energia da combustibili fossili?

E c'è da andare orgogliosi di un Sud che ospita
grandi stabilimenti produttori e manutentori di materiale rotabile ferroviario della AnsaldoBreda a Napoli, Reggio Calabria e Palermo, del Gruppo Firema a Caserta e delle Ferrovie dello Stato a Foggia.... considerato il fatto che i nostri treni vanno sempre a rilento?

E lo sapevate che
la Coca Cola detiene il polo delle acque minerali del Vulture Melfese e la Nestlè ha acquistato acque minerali in Sicilia?
"...
E si pensi che la Nestlè vorrebbe acquistare l’acquedotto pugliese, il più grande d’Europa."

C'è da esserne felici??? L'acqua che diventa ancora una volta una merce...

Insomma la presentazione e la visione ottimistica che fanno Pirro e Guarini di un Sud arricchito da tante industrie e multinazionali non tiene se si pensa alle tante devastazioni che le stesse hanno provocato sul territorio. Non si intende generalizzare, e fare di tutta un'erba un fascio. Ci sono aziende che hanno dato e continuano a dare tanto al territorio, ma altrettante che costringono intere popolazioni ad ammalarsi di cancro, a convivere con emissioni pesanti di sostanze nocive, con le polveri e i fumi e i rumori della fabbrica.....

E poi Taranto si vantava tanto del suo porto "industriale": il secondo in Italia
per movimentazione complessiva di materie prime e beni finiti.
C'è da esserne felici di sapere che Michele Conte, presidente dell'Autorità Portuale, si trova ora agli arresti domiciliari per corruzione, falso ed abuso?
Ma questa è notizia di pochi giorni fà.....
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La Recensione del Libro tratta da Brindisium.net

"
Sintesi del volume
Questo libro alla maggior parte dei lettori potrà apparire un insieme di sorprese, persino clamorose, destinate probabilmente a cambiare, o almeno a riproblematizzare, una visione vecchia e decisamente stereotipata del Mezzogiorno.
Quanti, ad esempio, sanno che la più grande fabbrica d’Italia per numero di dipendenti diretti (13.346 + 3.100 nell’indotto) è il gigantesco impianto Siderurgico a ciclo integrale dell’Ilva di Taranto del Gruppo Riva - che supera anche la Fiat Auto a Mirafiori - e che è anche il maggior impianto siderurgico d’Europa ?
Ed inoltre, quanti sanno che ben oltre la metà della capacità di raffinazione petrolifera del Paese è insediata nel Mezzogiorno con 5 raffinerie in Sicilia, una a Taranto e la più grande d’Italia che è in esercizio a Sarroch nel Cagliaritano (1.000 addetti diretti + 3.000 nell’indotto), facente capo alla Saras della famiglia Moratti, raffineria che è anche la più grande del Mediterraneo e una delle sei maggiori d’Europa ?
Ed è noto che dei cinque impianti di cracking esistenti in Italia, ben 4 sono localizzati nel Mezzogiorno e quello di Priolo nel Siracusano è il più grande d’Italia e fra i maggiori d’Europa ?
E i pozzi petroliferi in Basilicata - i maggiori on-shore d’Europa – che creano solo in Basilicata un indotto di 1.500 unità sono noti ?
Ed è conosciuto dagli addetti ai lavori il dato che nel settore della chimica fine operano fra gli altri nel Mezzogiorno i grandi gruppi farmaceutici mondiali della:
1) Sanofi Aventis con 2 impianti a L’Aquila e Brindisi;
2) Serono Merck a Bari;
3) Novartis nel Napoletano con 412 addetti diretti
4) Wyet Wederle a Catania con 1.000 addetti diretti.
E, passando al settore dell’auto e dell’automotive, quanti sanno che oltre il 50% della capacità produttiva di auto e di veicoli commerciali leggeri del Gruppo Fiat è insediata nel Mezzogiorno nei grandi stabilimenti:
1) della Sevel ad Atessa in Abruzzo (6.300 addetti diretti, 700 interinali e oltre 3.000 nell’indotto);
2) dell’Alfa Romeo a Pomigliano d’Arco (5.000 diretti più 5.000 nell’indotto);
3) della Fiat Sata a Melfi in Basilicata (5.200 diretti e 3.000 nell’indotto di primo livello);
4) della Fiat auto a Termini Imerese nel Palermitano (1.500 addetti diretti più 400 nell’indotto) ?
E quanti sanno che il Gruppo Fiat ha anche altri grandi stabilimenti a Sulmona, Termoli, Napoli (2), Avellino, Valle dell’Ufita, Foggia, Bari, Lecce dove produce componentistica, motori, autobus, e macchine movimento terra ? Stabilimenti ai quali bisogna aggiungere quelli della Ergom recentemente acquisita dal Gruppo torinese ?
E’ noto inoltre che a Bari esiste un grande polo di componentistica per auto con gli imponenti impianti dei Gruppi Bosch, Firestone, Getrag, Magneti Marelli, Graziano Trasmissioni, Skf e il loro indotto ?
E quanti sanno che uno dei più grandi poli aeronautici d’Italia è localizzato nell’area di Napoli, seguita dai poli di Brindisi, Foggia e Grottaglie nel Tarantino ?
Ed è noto che:
1) in Puglia a Brindisi esiste la più grande centrale termoelettrica d’Italia che è dell’Enel, da 2.640 MW con 470 addetti diretti e 800 nell’indotto;
2) che la Puglia è la seconda regione d’Italia per produzione di energia da combustibili fossili;
3) che la stessa Puglia è la prima regione per produzione di energia da fonte eolica ?
Ed è noto che nel Mezzogiorno vi sono - oltre all’Enel - i più grandi gruppi energetici italiani come Edison, Sorgenia, Enipower ed esteri come British gas, Endesa-Eon, Atel, Gas Natural, con centrali a turbogas, a olio combustibile e con distribuzione del gas ?
E quanti sanno che nel settore dell’Information and Communication Tecnology esistono i poli di livello mondiale:
1) della STMicroeletrocnics a Catania con 4.600 addetti diretti, in quella che è nota come l’Etna Valley;
2) della Micron ad Avezzano nell’Aquilano in Abruzzo con 2.000 addetti diretti;
3) della Ericsson a Marcianise ?
4) della bioinformatica nel Cagliaritano, mentre in Sardegna è nata Tiscali di Renato Soru ?
Ed è noto inoltre che la Campania è la terza regione d’Italia per produzione di elettrodomestici con i 2 grandi poli della Indesit nel Casertano, della Whirpool a Napoli - con 18 aziende dell’indotto - e della Siltal sempre nel Casertano ?
E quanti sanno che la più grande fabbrica d’Italia di aerogeneratori per l’energia eolica è insediata a Taranto ed appartiene alla multinazionale danese Vestas, leader assoluto a livello mondiale nel settore, con 600 addetti diretti a Taranto e 1.000 nell’indotto ?
E’ noto inoltre che nel Mezzogiorno esistono grandi stabilimenti produttori e manutentori di materiale rotabile ferroviario della AnsaldoBreda a Napoli, Reggio Calabria e Palermo, del Gruppo Firema a Caserta e delle Ferrovie dello Stato a Foggia ?
Massiccia è anche la presenza di cementerie dei 4 grandi gruppi nazionali Italcementi, Buzzi Unicem, Colacem, Cementir, con le loro aziende produttrici di calcestruzzi, più gli impianti di produttori minori.
Così come è da segnalare la presenza dei numerosi impianti della pugliese Fantini-Scianatico, divenuta fra i maggiori produttori italiani di laterizi con stabilimenti anche all’estero.
Nel comparto della prefabbricazione pesante spiccano gli impianti in Puglia della piacentina RDB, il più grande produttore italiano del comparto.
Ed è risaputo che nel Mezzogiorno esistono tre grandi poli navalmeccanici a Castellammare di Stabia nel Napoletano, a Palermo – questi due controllati dalla Fincantieri - e nel Messinese, dove opera fra gli altri operatori la Roqriquez del Gruppo Immsi di Roberto Colaninno ?
E che a Taranto esiste il più grande Arsenale della Marina Militare Italiana con 1.700 addetti, insieme a quello di La Spezia ?
Ed è noto che nell’area di Napoli si concentrano 80 produttori di nautica da diporto, mentre un altro polo dello stesso settore è a Messina ed un altro in via di sviluppo a Manfredonia nel Foggiano ?
Ed è noto che nell’area di Napoli esiste una delle più grandi concentrazioni di armatori d’Europa, con alcuni gruppi leader a livello mondiale in specifici segmenti di transhipment come il Gruppo Grimaldi per quello degli automezzi e la MSC dell’imprenditore sorrentino-ginevrino Aponte che oltre ad essere fra gli operatori leader nel settore delle crociere è il secondo al mondo nella movimentazione di container ?
E a quanti è noto che il più grande porto container del Mediterraneo per numero di TEUs movimentati nel 2007 è quello di Gioia Tauro ?
E che nel Mezzogiorno ne esistono altri quattro di rilevante capacità di movimentazione a Taranto, Cagliari, Salerno e Napoli ?
E che il secondo porto d’Italia dopo quello di Genova per movimentazione complessiva di materie prime e beni finiti è quello industriale di Taranto che ha superato Trieste ?
Ma anche nelle aziende del più classico made in Italy – agroalimentare, tessile-abbigliamento-calzature e legno-mobilio – i grandi gruppi italiani ed esteri sono tanti.
Nell’agroalimentare, ad esempio, nel Mezzogiorno vi sono grandi stabilimenti dei Gruppi italiani ed esteri:
1) Unilever con la più grande fabbrica d’Europa di gelati a Caivano (Na) con 980 addetti;
2) Barilla con i grandi pastifici di Marcianise e di Foggia e con il polo dei prodotti da forno di Melfi e con il molino di Altamura (Ba);
3) Ferrero con i due stabilimenti di Balvano (Pz) e di Sant’Angelo dei Lombardi (Av);
4) Coca Cola con gli imbottigliatori Socib e Siberg e con il polo delle acque minerali del Vulture Melfese;
5) Nestlè con le acque minerali in Sicilia;
6) Sab Miller Peroni con la fabbrica di Bari;
7) Heineken con gli impianti di Massafra e della Sardegna;
8) Bolton S.p.A. con il tonno Palmera e Alco;
9) Amadori con i grandi allevamenti in Capitanata;
10 Granarolo con il grande impianto di Gioia del Colle (Ba);
11)Gruppo Arena con diverse fabbriche nel Sud;
12) De Cecco con il pastificio in Abruzzo;
13) Divella con molini e pastifici nel Sud-Est Barese.
Ad essi si affiancano decine di imprese di piccoli, medi e grandi operatori locali con marchi anche molto affermati come i Gruppi Averna, grandi impianti lattiero-caseari, vitivinicoli, conservieri – Cirio, La Doria, Ar, Petti, Franzese – e il più grande produttore floricolo d’Europa, il Gruppo pugliese Ciccolella, il grande tabacchificio della British American Tabacco di Lecce, così come la più grande salina d’Europa a Margherita di Savoia nel Foggiano.
Nel comparto dell’abbigliamento fanno testo i gruppi Sixty e Brioni in Abruzzo, IT Holding S.p.A. nel Molise - che superano ognuno i 650 milioni di euro di fatturato - il Valentino Group, la Romano Jeans, i calzaturifici Filanto e Nuova Adelchi nel Salento.
Alcuni marchi del polo napoletano dell’abbigliamento di lusso – Kiton, Harmont & Blaine, Isaia, le cravatte di Marinella ed altri - sono noti ormai in tutto il mondo.
Nel legno-mobilio il Gruppo Natuzzi resta leader a livello mondiale nei salotti in pelle.
Anche nell’edilizia si segnalano importanti gruppi locali come quello di Carlo Toto in Abruzzo - noto anche per la sua compagnia aerea Air One - Matarrese, Intini, Leadri, De Lieto ed altri.
Nel settore dell’editoria giornalistica tutte le maggiori testate nazionali sono presenti nel Sud con dorsi nelle edizioni nazionali – Corriere della Sera, la Repubblica, il Mattino, il Sole 24 Ore, che stampano in teletrasmissione in centri stampa avanzatissimi di operatori locali.
A Conversano in provincia di Bari ha sede il Gruppo televisivo Telenorba che secondo dati ufficiali Auditel è la prima in Italia fra le televisioni regionali e sovraregionali, non nazionali.
Fra le case editrici si segnalano la Laterza di Bari e le case editrici napoletane, e siciliane.
Si citano anche aziende del settore cartario e cartotecnico come i due impianti delle cartiere Burgo, il Poligrafico dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato di Foggia, gli stabilimenti cartotecnici del Gruppo Seda del Dott. D’Amato e numerose aziende nel settore del tissue come la Fater S.p.A. di Pescara che con i suoi 1.000 addetti è nota per i pannolini Lines.
Ma tante altre realtà industriali nazionali ed estere è possibile scoprire, scorrendo le pagine di questo libro, nel quale attenzione viene prestata anche alle industrie di imprenditori locali, massicciamente impegnati con successo, in tutti i comparti analizzati, in processi di crescita e di riposizionamento competitivo.

La localizzazione dell’industria nel Mezzogiorno e i poli di sviluppo.
Sotto il profilo della localizzazione delle grandi industrie analizzate nel volume, emerge - dagli investimenti realizzati in esse negli ultimi dieci anni - che la maggior parte si è concentrata nei grandi poli che all’inizio degli anni Sessanta del Novecento furono individuati come aree trainanti della crescita del Mezzogiorno e cioè:
1) Chieti San Salvo;
2) Termoli;
3) Napoli Pomigliano d’Arco;
4) Foggia-Incoronata;
5) Bari-Modugno;
6) Brindisi;
7) Taranto-Massafra-Grottaglie;
8) Catania;
9) Palermo Termini Imerese;
10) Priolo-Augusta-Melilli;
11) Gela;
12) Sarroch-Cagliari;
13) Sulcis Iglesiente Portovesme;
14) Porto Torres.
Ad essi si affiancano poli di più recente costituzione come Atessa, Melfi, Lecce- Surbo, Gioia Tauro, ma anche aree di più antica industrializzazione diffuse in varie regioni del Sud d’Italia.

Alcune considerazioni conclusive.
Prima considerazione: nella parte meridionale del Paese dunque si localizzano settori strategici dell’Industria italiana - con tutte le loro diffusissime attività nell’indotto - con i quali il nostro Paese compete nel mondo: difenderli in logiche di mercato significa difendere un segmento importante dell’industria italiana.
Seconda considerazione: per incrementare gli investimenti industriali nel Mezzogiorno senza disperderli settorialmente e territorialmente, uno degli strumenti che ha ben funzionato è quello dei contratti di programma per i grandi gruppi o per consorzi di piccole e medie imprese.
Pertanto bisogna intensificare al massimo i contratti di programma, puntando ad attrarre grandi gruppi nazionali ed esteri con le loro attività dell’indotto.
Terza considerazione: dalla ricerca è emerso il ruolo tuttora strategico in determinati comparti e in singole aree del Sud di aziende controllate da capitale pubblico - Enel, Eni, Finmeccanica, Fincantieri, Ferrovie dello Stato, Poligrafico dello Stato - restituite a piena efficienza. Pertanto in specifici comparti tali presenze pubbliche andrebbero conservate, associando capitali privati nella gestione di singole impianti là dove possibile.
Quarta considerazione: i ‘poli di sviluppo’ prima ricordati sono tuttora le aree trainanti della crescita meridionale con le quali il Mezzogiorno compete nel mondo e che furono individuati dalle politiche di programmazione governativa negli anni Sessanta del ’900. Da tali poli pertanto si può ripartire per una rinnovata strategia di industrializzazione del Mezzogiorno nell’interesse di tutto il Paese

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