Nella giornata in cui i lavoratori celebrano la festa di un lavoro sempre più precario, a Taranto si continua a soffrire e a morire senza sosta.
La notizia del ferimento di 4 operai, ustionati a causa della caduta di un crostone in una colata di acciaio incandescente, rovina la giornata ad una città che ha molto poco da festeggiare.
Dopo la tragica morte dell'operaio albanese, all'interno dello stabilimento siderurgico tarantino si continuano a registrare incidenti che testimoniano quanto scarsa sia l'attenzione dell'azienda nei confronti della sicurezza e della vita dei nostri ragazzi, ad onta di comunicati stampa e dichiarazioni in cui si tenta di far credere il contrario.
Assistiamo ad un susseguirsi preoccupante di eventi rispetto ai quali i nostri rappresentanti tacciono imperdonabilmente: fuoriuscita di nubi tossiche dallo stabiliemento Eni, morti e incidenti in Ilva, emissioni nocive in aumento.
Cosa ne pensa la massima carica cittadina?
Come reagisce il Presidente della Provincia, ex sindacalista?
E la Regione che aveva dichiarato maggior attenzione alla sicurezza all'interno dei luoghi di lavoro?
Chiediamo maggior rispetto per la nostra città e per noi cittadini.
È giunto il momento di puntare i piedi e di rompere uno schema fatto di morte, miseria e complicità.
Ci auguriamo che il Sindaco sappia interpretare fino in fondo il suo ruolo di garante della sicurezza e della salute dei cittadini attribuitogli dalla legge, per proporre, subito e concretamente, le prescrizioni da far rientrare nella procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale in corso.
Chiediamo che il presidente della Provincia stia davvero dalla parte dei lavoratori e del rispetto delle regole.
La città è stanca di essere seconda al profitto, soggiacere all'incapacità e ai silenzi della propria classe dirigente in nome dei quali c'è gente che continua a morire ogni giorno.
venerdì 2 maggio 2008
La città subisce l'ennesima offesa
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