Ieri si è tenuta la conferenza stampa convocata dal direttore dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (Arpa), prof. Giorgio Assennato, per commentare i risultati della seconda campagna di monitoraggio dei livelli di diossina prodotta dal camino dell'impianto di agglomerazione dell'Ilva di Taranto.I risultati erano già noti e la loro conferma non lascia spazio ad alcun dubbio: la diossina continua inesorabilmente ad aumentare e neppure di poco.
Il dato allarmante riguarda un preoccupante quanto prevedibile raddoppio delle emissioni di diossina, passati dai 3,88 nanogrammi per metro cubo di fumi emessi dal camino E312 dell'Ilva, rilevati nel corso della campagna di monitoraggio di giugno 2007, ai 6,96 del febbraio scorso.
Questa è la risposta concreta che l'azienda fornisce ai cittadini, agli amministratori e agli innumerevoli atti d'intesa fino ad ora susseguitisi in città.
Nessuna riduzione del micidiale inquinante e nessuna risposta alla crescente domanda di sicurezza, salute e cambiamento proveniente dalla società civile tarantina.
Mentre a giugno 2007, nei giorni di rilevamento, i flussi emessi dal camino erano visibilmente inferiori a quelli che siamo abituati a vedere in tutto l'arco dell'anno, a febbraio non si è registrata alcuna riduzione e l'attività può assimilarsi ragionevolmente alla marcia ordinaria del processo produttivo, con i risultati che sono inconfutabilmente sotto gli occhi di tutti. L'Arpa Puglia ha stimato un'emissione annua di diossina dal camino E312 dell'Ilva pari a 172 grammi. E' una dato annuo che fissa una media, ma sono state registrate punte che, proiettate sui 365 giorni, possono arrivare a 205 grammi. Moltiplicando il valore medio rinvenuto (172 grammi) per i 45 anni di funzionamento dell'impianto di agglomerazione si ottiene un dato complessivo di emissione stimato pari a 7 chili e 740 grammi di diossina. Se si considera che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha valutato in circa 2 chili e mezzo il quantitativo di diossina fuoriuscito nell'incidente di Seveso del 1976, ci troviamo di fronte a una emissione complessiva dall'impianto siderurgico Tarantino superiore a 3 volte la diossina di Seveso. Se si aggiunge che in passato era in funzione anche un secondo impianto di agglomerazione che emetteva diossina, il dato della dispersione incontrollata di diossina a Taranto è drammaticamente più alto.
Intanto già si pensa alla prossima campagna di giugno che, a detta dell'azienda, impegnata in una sperimentazione per la riduzione della diossina, dovrebbe far registrare un sensibile calo della produzione della sostanza che, oltre che cancerogena, può causare malformazioni nei nascituri.
La tecnologia oggetto della sperimentazione è quella dell'insufflazione di un additivo a base di urea, metodo di per sé efficace, ma che ripropone l'assoluta importanza di prevedere, nell'ambito dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, il campionamento in continuo dei fumi del camino, l'unico modo per registrare 24 ore su 24 e per 365 giorni all'anno l'attività delle emissioni, senza correre il rischio che l'additivo venga insufflato solo all'occorrenza (vedi campagne di monitoraggio dell'Arpa, appunto).A tal proposito il Comitato per Taranto ha indetto per domani alle 18, presso la sede Uil di p.le Bestat, a Taranto, un incontro pubblico con il dott. Ivano Battaglia, chimico fra i massimi esperti di tecnologie per il campionamento delle diossine.
Nell'incontro saranno analizzate le problematiche inerenti alla fattibilità del controllo in continuo della diossina nel camino E312 dell'Ilva di Taranto.
L'invito alla partecipazione è rivolto ai rappresentanti delle istituzioni locali, ai movimenti ambientalisti del territorio ed a tutti i cittadini che hanno a cuore la propria città.
mercoledì 7 maggio 2008
Comunicato Stampa
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1 commento:
BENISSIMO!
Giulio F.
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