domenica 11 maggio 2008

Accidenti, avete autorizzato un nuovo impianto che produce diossina!

Una lettera di Alessandro Marescotti a Nichi Vendola e Michele Losappio

Ancora una volta noi cittadini siamo stati scavalcati.
La determinazione dirigenziale n.172 del 14 marzo 2008 dell'Assessorato all'ecologia della Regione Puglia, esclude il progetto relativo all'impianto di zincatura a caldo da installare nello stabilimento siderurgico di Taranto della ILVA S.p.A., dalle procedure di V.I.A. anche per la motivazione che
"gli impatti attesi in fase di esercizio per quanto riguarda i comparti atmosferico, idrico, suolo e sottosuolo, rumori, paesaggio, risultano minimali". In questo modo noi cittadini del Comitato per Taranto, che avevamo chiesto all'allora assessore del Comune di Taranto, Bruno Pastore, di accedere alla documentazione sulle emissioni della zincatura a caldo e di esprimere delle osservazioni ambientali in merito, siamo stati messi completamente fuori gioco. Siamo davanti ad una nuova ed incredibile trasgressione della Convenzione di Aarhus, che mira ad assicurare "l'accesso del pubblico alle informazioni sull'ambiente detenute dalle autorità pubbliche e a favorire la partecipazione dei cittadini alle attività decisionali aventi effetti sull'ambiente". Inoltre la Valutazione di Impatto Ambientale prevede espressamente la partecipazione del pubblico nell'elaborazione di piani e programmi in materia ambientale. A luglio del 2007 sul sito dell'Arpa Puglia veniva posto in visione il file dioxins_final_rep.pdf e a pagina 25 la zincatura a caldo figurava nella lista delle sorgenti di diossina anche se classificata come minore (minor source) rispetto all'impianto di agglomerazione (main source). Vi segnalo anche il "dioxin toolkit" delle Nazioni Unite (http://www.peacelink.it/ecologia/a/25036.html) che contiene tutti i fattori di emissione di diossine per tutti i tipi di industria. A pag 70 spiega come e perché le diossine si formino durante la zincatura, mentre a pagina 71 la tabella 24 indica i fattori di emissione in microgrammi per tonnellata di acciaio prodotta. Dalla tabella si evince come l'emissione in atmosfera sia piccola, mentre i numeri per i residui solidi (rifiuti) siano i più alti in assoluto. La domanda da porsi è quindi cosa ne facciano in Ilva di queste polveri e che precauzioni e che consapevolezza abbiano i lavoratori che eventualmente le maneggiano. Se vi fosse stata una VIA avremmo potuto fare le nostre osservazioni. Invece siamo stati scavalcati. Ma perché agite così? La sconfitta della Sinistra Arcobaleno non è sufficiente per riflettere sui clamorosi errori per cui tanta gente non vi ha più votato?

Alessandro Marescotti
http://www.peacelink.it
http://www.tarantosociale.org

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