Terrile: «Basta sostegni agli stipendi Ilva»
«NON POSSIAMO più permetterci di pagare con i soldi della riqualificazione di Cornigliano le integrazioni degli stipendi dei lavoratori dell’Ilva. Ed è l’ora di rivedere l’accordo di programma per garantire un futuro industriale e l’occupazione in quelle aree». Ci pensa il segretario provinciale Alessandro Terrile a sganciare una “bomba” sui rapporti con i sindacati (in particolare con la Fiom Cgil) nella prima assemblea regionale del Pd dopo le dimissioni di Giovanni Lunardon e il commissariamento di David Ermini.Dopo l’editoriale del Secolo XIX , nel quale si invitava la città a trovare una soluzione per consentire ad Ansaldo Energia di realizzare un nuovo stabilimento, quella del segretario genovese non è l’unica presa di posizione netta sul tema dei rapporti con i sindacati e della necessità di una nuova politica industriale per Genova. Prima di lui anche l’ex presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo e Raffaella Paita hanno esortato il partito a prendere una posizione netta sulle aree di Cornigliano: «Non si deve perdere l’occasione di Ansaldo, l’accordo di programma va rivisto», ha detto Paita, mentre per il marito «Genova è una città sempre in bilico tra la conservazione e la rivoluzione, in cui il riformismo stenta. Ma quando mi rivolgo a Finmeccanica o Fincantieri devo pensare che si tratta di grandi gruppi per i quali la conflittualità sul lavoro è un parametro che viene considerato, quando si decide se investire o meno». Mentre il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha esortato a guardare all’industria in città «abbandonando le logiche di conservazione» e puntando «sulle eccellenze tecnologiche», annunciando «un progetto con Iit sul pilotaggio dei droni».
Il caso Ilva tiene banco perché l’area di Cornigliano (circa 13 mila metri quadri) sarebbe strategica nel consentire l’ accesso al mare e la superficie che serve ad Ansaldo per la produzione delle maxi turbine e nella storia industriale della città c’è l’ esempio recente di Vittorio Malacalza costretto a ripiegare su Spezia per la produzione dei superconduttori. L’ uscita di Terrile e del Pd traccia una linea netta su una partita strategica per la città. Ma anche nei rapporti con la Fiom che chiede il rispetto dell’ accordo di Programma su Cornigliano a tutela di 1700 lavoratori Ilva, in un momento tragico per la siderurgia italiana.
Tra il Pd e un certo mondo sindacale i rapporti sono tesi, certo, ma nel partito c’è la consapevolezza di dover superare la frattura convincendo il mondo del lavoro della bontà delle riforme renziane, sulle quali però nel Pd il giudizio è tutt’altro che unanime. Claudio Burlando, tornato alle iniziative di partito dopo un lungo silenzio, ascolta e ricorda la battaglia per il mantenimento di Fincantieri a Genova: «La destra e il M5S sanno solo cavalcare le proteste, noi dobbiamo essere in grado di dire ai lavoratori che la nave va fatta partire, non bloccata».
Lo specchio dei rapporti con il sindacato, nel partito, è la relazione complicata con le forze di sinistra: ieri il commissario David Ermini, nell’aprire i lavori dell’assemblea, ha auspicato che alle prossime elezioni amministrative si possano riproporre le coalizioni di centrosinistra, «da Rifondazione all’ Udc», pur in un quadro politico nazionale completamente stravolto rispetto a quattro anni fa. Ma poi ha anche accusato chi ha abbandonato il Pd di “lavorare” per il M5S: «Da Fassina a Rodotà, il risultato dei loro strappi va solo in quella direzione». (SecoloXIX)
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