giovedì 26 novembre 2015

Il dopo sorpresa...

Ilva, istituzioni in pressing sullo stop dalla Svizzera di 1,2 miliardi dei Riva

"Indubbiamente il tema ambientale e' fondamentale perche' senza di quello non c'e' newco che regga".
  Cosi' il commissario straordinario dell'Ilva, Corrado Carrubba, oggi a Genova per un incontro organizzato dall'Archivio Ansaldo, commentando la decisione dei giudici svizzeri che hanno bloccato il trasferimento in Italia di 1,2 milioni di euro della famiglia Riva destinati agli interventi di ambientalizzazione dello stabilimento di Taranto. Un verdetto che, secondo Carrubba, "non compromette la situazione in modo decisivo, perche' gli interventi a Taranto vanno fatti, necessariamente". Sulla newco, il commissario ha poi precisato che "viagga su tempistiche e procedure diverse" ma "indubbiamente il tema ambientale e' fondamentale perche' senza di quello non c'e' newco che regga".
  Circa le preoccupazioni manifestate anche dai sindacati dopo il verdetto svizzero, Carrubba ha aggiunto che "la situazione Ilva e' delicata e ogni elemento di perturbazione, da qualunque parte arrivi, aumenta oggettivamente il livello di complessita' e delicatezza e quindi di responsabilita'. Cio' che e' accaduto deve essere tenuto nella giusta considerazione ma non va drammatizzato perche' su Ilva c'e' un impegno nazionale, dal governo al parlamento agli enti locali, e credo che questo team nazionale sia sufficientemente forte da far fronte anche a queste difficolta'. Noi lavoriamo in questa direzione". A chi, poi, gli ha domandato se gli investimenti annunciati sullo stabilimento genovese siano comunque confermati, Carrubba ha risposto che "Genova e' un pezzo del ciclo produttivo Ilva e sappiamo che ha un'importanza rilevante non solo per il territorio. L'Ilva e' l'Ilva, e, per quanto ci riguarda, e' fatta in maniera inscindibile dagli stabilimenti di Genova, Novi e Taranto e dei vari impianti che abbiamo. Non c'e' alcuna distinzione di sorte". (AGI)

"Noi non siamo parte processuale, in senso tecnico, nella vicenda Svizzera, chi potrà fare ricorso, se lo riterrà, è la procura di Zurigo, la cui decisione è stata modificata dal tribunale federale, valuteranno loro". Corrado Carrubba, uno dei commissari straordinari Ilva, ha commentato così la decisione del tribunale di Bellinzona di bloccare il rientro dalla Svizzera all'Italia del miliardo e duecento milioni sequestrato alla famiglia Riva e destinato ai lavori ambientali dell'impianto siderurgico di Taranto.

A margine di un incontro della Fondazione Ansaldo a Genova, Carrubba ha spiegato che "tutte le strade vanno perseguite perché siamo convinti della bontà e della fondatezza dell'operazione che tende, sostanzialmente, a mettere a disposizione della società delle risorse importanti che vanno nell'interesse non solo dell'ambiente e del territorio ma anche della stessa società". "La situazione dell'Ilva - ha aggiunto Carrubba - è delicata e questa situazione ha aggiunto un elemento di indubbia preoccupazione ma pensiamo ci sia un impegno unitario delle istituzioni, dal governo alle autorità locali, da Taranto a Genova. Abbiamo passato momenti difficili, troveremo una soluzione per passare anche questo".
La decisione dei giudici svizzeri che hanno bloccato il trasferimento in Italia di 1,2 miliardi di euro della famiglia Riva destinati agli interventi di ambientalizzazione dello stabilimento Ilva di Taranto "non compromette la situazione in modo decisivo perché gli interventi a Taranto vanno fatti", ha poi spiegato Carrubba, a Genova per un incontro organizzato dall'Archivio Ansaldo, rispondendo alle preoccupazioni dei sindacati.
Anche "se la newco viaggia su tempistiche e procedure diverse, indubbiamente il tema ambientale e' fondamentale perché senza di quello non c'è newco che regga", ha aggiunto Carrubba: "Ciò che è accaduto deve essere tenuto nella giusta considerazione ma non va drammatizzato perché su Ilva c'è un impegno nazionale, dal governo al parlamento agli enti locali, e credo che questo team nazionale sia sufficientemente forte da far fronte anche a queste difficoltà. Noi lavoriamo in questa direzione".
Riguardo agli investimenti per lo stabilimento di Genova Carrubba ha affermato che "Genova è un pezzo del ciclo produttivo Ilva e sappiamo che ha un'importanza rilevante non solo per il territorio. L'Ilva, per quanto ci riguarda, è fatta in maniera inscindibile dagli stabilimenti di Genova, Novi e Taranto e dei vari impianti che abbiamo. Non c'è alcuna distinzione di sorte". (Quot)


 Ilva, riparte il pressing sul Governo di Regione Puglia e istituzioni locali dopo che il Tribunale di Bellinzona ha bloccato il rientro dalla Svizzera all’Italia del miliardo e 200 milioni sequestrato ai Riva che deve essere impiegato nei lavori ambientali del siderurgico di Taranto. Malgrado vi sia più d’una legge che disponga questa finalizzazione delle risorse, l’operazione, sin dall’inizio, si è rivelata complessa.
Tuttavia negli ultimi mesi era tornato un po’ di ottimismo ed esponenti del Governo e dell’Ilva davano per prossimo lo sblocco dei fondi. L’altolà dei giudici svizzeri apre invece uno scenario diverso, anche se la vicenda non è chiusa definitivamente in senso sfavorevole all’Ilva.
La Procura di Zurigo, che aveva già detto sì al rientro del miliardo e 200 milioni, potrà infatti impugnare il verdetto del Tribunale e anche Governo e Ilva stanno leggendo la sentenza di 80 pagine e vedere quali passi fare. Due, intanto, le richieste avanzate in sede locale. La prima è un confronto col Governo per capire come vuole muoversi, l’altra è che il cammino dell’Autorizzazione integrata ambientale non sia interrotto o rallentato perchè sono ancora da farsi investimenti importanti, dalla copertura dei parchi minerali al rifacimento dell’altoforno 5. E solo una realizzazione completa delle prescrizioni ambientali entro agosto 2016 daranno all’Ilva il lasciapassare per tornare a produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio l'anno e avere così nuova competitività e conti migliori rispetto ad oggi.
«Il presidente del Consiglio dica qual è la strategia alternativa sull’Ilva – dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano –. Chiederò a Renzi di sapere cosa sta accadendo perchè è evidente che su quella somma si puntava in modo decisivo per attuare il piano dell'Aia». E a proposito di un maggiore ruolo del Governo, Emiliano si tiene cauto: «Non è semplice – afferma – perchè nel settore dell’acciaio non sono ammessi i contributi statali».
«Non possiamo rinunciare al risanamento ambientale dell’Ilva e non possiamo chiudere lo stabilimento siderurgico» afferma il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo. «Governo e Parlamento – prosegue Cesareo – devono quindi fare in modo che gli
800 milioni di garanzia statale sul nuovo prestito che l’Ilva contrarrà, siano confermati nella legge di Stabilità e diventino subito una misura efficace». Anche per Cesareo la partita giudiziaria non è chiusa ma adesso «è importante che l’Ilva sia messa nelle condizioni di ottenere e spendere gli 800 milioni di prestito garantito dallo Stato. Probabilmente lo Stato dovrà attendere più tempo per rientrare in possesso della garanzia data, ma l’Ilva è questione il cui rilievo ambientale, industriale, occupazionale e sociale, penso non sfugga a nessuno».
«Sapevo che non era facile e avevo anche colto qualche preoccupazione – dice il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno –. Non entro nel merito giuridico, ma dico che un anno fa il Governo, mettendo in cantiere un’altra legge, ha colto la necessità di dare una svolta al problema dell’Ilva. Ora sia quindi il Governo a garantire gli investimenti necessari. L’Unione Europea ce lo contesterà? Dovremo dirgli che l’Ilva è anzitutto un enorme problema ambientale e di tutela della salute dei cittadini da risolvere» (Sole24h)

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