sabato 21 novembre 2015

Chi va e chi viene

L'Ilva perde l'appalto per il gasdotto Tap

L’Ilva perde un altro «pezzo» di Tap, il gasdotto che secondo le intenzioni della Trans adriatic pipeline dovrà portare il gas dall’Est all’Italia, approdando sulle coste salentine. Ieri la Tap ha ufficializzato l’assegnazione alla società greca Corinth Pipeworks la fornitura di 495 chilometri circa di tubi lineari da 48 pollici per la tratta onshore del gasdotto in Grecia. Il contratto prevede la fornitura complessiva di circa 270.000 tonnellate di tubi lineari.Ian Bradshaw, managing director di Tap, spiega l’aggiudicazione della commessa ai greci, sottolineando che il gruppo ha presentato «una offerta solida, al livello dei più alti standard industriali del settore».
Non proprio di prammatica i ringraziamenti alle altre imprese partecipanti, tra cui appunto l’Ilva di Taranto: «Tap ha messo in atto un rigoroso processo di selezione, basato sulle competenze tecniche delle aziende, sugli standard di sicurezza e sulla adozione delle migliori pratiche internazionali». Sembra un riferimento, nemmeno tanto velato, alle difficoltà produttive dello stabilimento siderurgico di Taranto, alle prese con una crisi che ormai non è solo ambientale e giudiziaria.
Già alcune settimane fa, l’Ilva aveva perso una prima importante commessa per il gasdotto Tap, con l’assegnazione della fornitura di 170mila tonnellate di acciaio ai tedeschi della Salzigitter Mannesmann. Ora questo ulteriore smacco anche se nei giorni scorsi il management del siderurgico si era affannato ad annunciare la ripresa degli ordinativi.
«Siamo in una fase in cui bisogna passare dalle promesse ai fatti: la gente a Taranto attende dei segni chiari, delle risposte precise da parte del governo» ha detto ieri monsignor Filippo Santoro arcivescovo di Taranto, intervistato da Radio Vaticana. «Visto che nella legge di stabilità del presidente Renzi sono stati stanziati 800 milioni di euro a favore dell’Ilva, attendiamo che ora seguano i fatti» ha detto Santoro. «A livello locale, aspettiamo proprio una svolta, altrimenti sarà troppo tardi. Quando c'è una malattia come un cancro, o si taglia o si cura. Abbiamo visto che il governo ha intenzione di curarlo, ma se i provvedimenti non vengono messi in atto con urgenza, non so fino a quando la pazienza del popolo potrà durare. Oggi, la situazione dell’Ilva è che la difesa del lavoro, con i vari ammortizzatori sociali, sta funzionando. L'occupazione continua, grazie a tutte queste varie forme di sostegno al lavoro. Però, per il futuro, di fatto, c'è un calo della produzione».
Confindustria Taranto, infine, saluta positivamente l’emendamento alla legge di stabilità sul Fondo di Garanzia per le imprese dell’indotto Ilva ma sostiene che «si tratta di una misura che, pur testimoniando nuovamente l'attenzione del Governo, non va ancora nella direzione auspicata». Confindustria tornerà «ad avanzare gli opportuni suggerimenti affinchè la misura possa arrivare alla Camera modificata nei criteri di semplificazione di accesso al Fondo di Garanzia. L’auspicio ulteriore è quello che oltre questa misura, opportunamente rimodulata, possano intervenire altri provvedimenti a sostegno della platea dei creditori dell’indotto». (GdM)


All’Ilva tornano i vecchi clienti. Vinta la gara per i tubi di Snam

Antichi clienti tornano. Ilva si è aggiudicata la gara di Snam per la fornitura di 45 chilometri di tubi (diametro di 16 pollici) del valore di oltre 5 milioni di euro. Un segnale importante di inversione di tendenza perché nei mesi scorsi il colosso siderurgico aveva perso diversi clienti storici, non solo Snam (l’ultima commessa risaliva a gennaio 2014) ma anche Fiat. E i risultati del nuovo corso cominciano a vedersi nel portafoglio ordini complessivo dell’azienda guidata dal direttore generale Massimo Rosini (foto): Ilva, infatti, prevede di chiudere il mese di novembre con un incremento del 10% di raccolta ordini rispetto a ottobre, che era già stato il miglior mese del 2015 e aveva registrato un balzo del 23% su settembre. Con l’aggiudicazione della gara di Snam, Ilva prova in un certo senso a mettersi alle spalle anche le polemiche delle settimane scorse sull’esclusione dall’appalto del Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto che trasporterà in Europa il gas naturale proveniente dal Mar Caspio (partendo dal confine tra Grecia e Turchia dove si connetterà al Trans Anatolian Pipeline), attraversando la regione settentrionale della Grecia, l’Albania e il Mar Adriatico per approdare in Salento, quindi nella Puglia dove Ilva (a Taranto) può contare sulla maggiore acciaieria d’Europa. Dopo l’assegnazione a fine ottobre ai tedeschi di Salzgitter Mannesmann del contratto per la fornitura di circa 270 chilometri di tubi lineari, ieri Tap ha assegnato il secondo contratto della stessa gara, da 495 chilometri, ai greci della Corinth Pipeworks. (Corsera)

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