Ilva, firmato il decreto sulle garanzie per gli investitori
E' stato firmato, e registrato alla Corte dei conti, il Dpcm relativo alle condizioni della garanzia per gli investitori nella societa' di turnaround, che potrebbe essere utilizzata anche per l'Ilva. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, in audizione alla commissione Industria del Senato. Il ministro ha sottolineato che si tratta di un "veicolo utile per accompagnare di piu' e meglio alcune societa' a un'uscita rispetto ai piani di ristrutturazione" e si e' augurata che possa essere utilizzato anche per l'Ilva.La societa' di turnaround, ha spiegato il ministro, e' uno strumento "che il governo ha pensato di mettere in campo per accompagnare molte aziende che si trovano in una fase di completamento di piani industriali che necessitano ancora di un percorso e che hanno condizioni finanziarie non perfette". La societa', ha aggiunto, "avra', immagino, fra le sue operazioni da valutare un'eventuale newco per l'Ilva, ma verra' messa a disposizione di tutti i soggetti con determinate caratteristiche".
Piu' in generale, la Guidi ha avvertito che per far ripartire Ilva "servono buone soluzioni ma anche tempo per metterle in campo": "Stiamo cercando di ricostruire, con pazienza e determinazione, le condizioni che consentono ad Ilva di operare", ha sottolineato. Tra le altre azioni su cui si sta lavorando, il ministro ha ricordato l'istituzione di una riserva di 35 milioni del Fondo centrale di garanzia per sostenere l'accesso al creduto delle pmi fornitrici di beni o servizi connessi al risanamento ambientale, il riavvio dei rapporti con oltre 50 fornitori, la pianificazione delle attivita' di riavvio dell'altoforno 1 e di rifacimento dell'altoforno 5, il riavvio di tutti i cantieri.
Il ministro ha fatto il punto sull'Ilva inserendo il ragionamento nello scenario generale del mercato siderurgico, in forte difficolta': "Dal 2006 a oggi - ha sottolineato - la produzione di acciaio nel nostro Paese si e' ridotta di 7 milioni di tonnellate (-25%) e il consumo interno di acciaio si e' contratto di circa 11 milioni di tonnellate. Cio' ha fatto emergere una sovracapacita' produttiva teorica di circa 15 milioni di tonnellate". Inoltre "la redditivita' della gestione industriale si e' ridotta di circa l'80% rispetto al periodo pre-crisi" ma "l'occupazione ha subito un calo di 3.500 unita', cioe' solo del 9%, grazie alla rete di protezione degli ammortizzatori sociali". Malgrado tutto, ha avvertito, "la siderurgia italiana continua ad occupare il secondo posto in Europa". (Quot)
Nessun commento:
Posta un commento