Ilva annuncia la ripartenza dell’altoforno 1
L’1 agosto l’Ilva rimetterà in marcia l’altoforno 1, fermato a dicembre del 2012 per essere adeguato alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale. Contestualmente ripartirà l’acciaieria 1, fermata a marzo perché in eccesso rispetto a un assetto che attualmente vede solo due altiforni in funzione, il 2 e il 4, con una produzione di ghisa a livelli di minimo storico: 10mila tonnellate al giorno. In questo mese, inoltre, partiranno i lavori all’altoforno 5, il più grande d’Europa, spento quasi due mesi fa. E su tutti i nuovi affidamenti sarà sottoscritto un protocollo di legalità.L’Ilva, riferiscono i sindacati, sta lavorando per centrare a fine luglio l’obiettivo dell’80% delle prescrizioni Aia attuate così come prevedono sia il piano ambientale di marzo 2014 che la legge numero 20 dello scorso 4 marzo. A luglio, quindi, l’azienda conta di completare la chiusura di 10 edifici (una misura finalizzata a evitare la dispersione di polveri), di ristrutturare, sempre con la chiusura, 120 torri su 130, e di coprire 35 chilometri di nastri trasportatori. Inoltre, per i filtri nell’area dell’agglomerato si attendono le autorizzazioni, mentre è stata completata l’installazione delle benne ecologiche al quarto sporgente. Per fine luglio l’acciaieria 1 avrà la copertura del tetto e l’impianto di depolverazione. Per la copertura dei parchi minerali, invece, c’è l’autorizzazione ministeriale per quelli grandi, mentre è stata completata la parte di ingegneria su quelli minori. In corso, invece, sul parco Omo.
Sugli impianti l’Ilva annuncia che tubificio 1, Rivestimenti 1, Decatreno e Zincature 1 e 2 riprenderanno a marciare con 10 turni di lavoro settimanali. «Ma laminazione e tubifici – commenta Castronuovo – sono comunque due aree critiche perché gli ordini di lavoro scarseggiano». A novembre 2015 il Treno nastri 2 subirà una fermata per manutenzione programmata e al suo posto entrerà in funzione l’1. Il ricorso ai contratti di solidarietà è intanto aumentato per effetto delle fermate: dai 930 di gennaio si è passati ai 1.150 di febbraio, che a marzo sono divenuti 1.600 e ad aprile saliti a 3.010. Stesso trend previsto anche per i prossimi mesi. Non ancora sciolto, infine, il nodo della copertura della solidarietà rimasta ferma al 60% anzichè tornare al 70 così come reintrodotta dal “Milleproroghe”. L’Ilva, comunque, attende a giorni una risposta dall’Inps, che deve emanare una circolare, e intanto anche lo stipendio di aprile sarà pagato decurtato il 12 maggio. (Sole24h)
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