giovedì 6 novembre 2014

Tempa Rossa, fumata nera!

E' la prima fumata nera che fa bene ai tarantini!
Rep
Con grande stupore e soddisfazione abbiamo appreso dello scatto di responsabilità e dignità del Consiglio Comunale tarantino che, per la prima volta, dà prova di mettere in primo piano la salute dei suoi concittadini e non accetta pressioni e ricatti in nome della mitica "vocazione industriale" del nostro territorio.
Sulle pagine di questo blog abbiamo avuto molte parole critiche verso il sindaco e la giunta. Ma nel grigiore di una condotta il più delle volte ponziopilatesca e supina, vogliamo applaudirli per questo atto storico. Se lo meritano! (anche se dovrebbe essere la regola...)
Il Consiglio ha detto in forma ufficiale e cogente che nel nostro porto non c'è posto per altri serbatoi di petrolio e moli per petroliere!
Contrariamente a quanto vogliono far apparire i media nazionali (di ogni orientamento, dal Sole24h - riportato in basso - al Tg3 regionale, che ha mandato in onda un servizio dal titolo: "Il petrolio negato", con chiaro riferimento alla mancata autorizzazione da parte del Consiglio comunale all'allungamento del pontile ENI), non si tratta di una scelta scellerata ed emotiva, ma dalla saggia decisione di sospendere l'ulteriore complicazione di una situazione già compromessa e incontrollabile sul piano ambientale, che ha superato da decenni i  limiti di tolleranza e salubrità.
Taranto finalmente chiede con una voce unica (escludendo i soliti "ominicchi e quaquaraquà" che si vendono per 30 denari) che si cominci a capire e a programmare per cambiare rotta.
E' una richiesta che viene da tutte le classi sociali, senza chiusure ideologiche o radicalismi, in nome del "buon governo" che forse, alla buon'ora, inizia a emettere i primi vagiti. 

Al Comune di Taranto passa il sì alla variante bloccata Tempa rossa

Passa sul filo del rasoio, ma passa. Con 15 voti favorevoli e tre contrari, il Consiglio comunale di Taranto ha approvato la delibera riguardante il piano regolatore del porto che, almeno nelle intenzioni e al netto di eventuali ricorsi in sede amministrativa, stoppa il progetto «Tempa rossa». La variante indicata dalle commissioni Assetto del territorio e Attività produttive impedisce di fatto la costruzione di due grandi serbatoi nei quali stoccare il petrolio in arrivo dal giacimento della Basilicata e l'allungamento di 350 metri del pontile petroli della raffineria per l'attracco delle navi destinate a caricare il greggio. Hanno votato sì il sindaco Stefàno, Bitetti, D'Eri, Azzaro, Ciocia, De Martino, Di Todaro, Spalluto, Di Giovanni, Laruccia, Nistri, Liviano, Venere, Capriulo e Bonelli.
I tre contrari sono i consiglieri di Realtà Italia Gianni Cataldino, Filippo Illiano e Gina Lupo, esponenti della maggioranza, che chiedevano un emendamento per consentire la realizzazione del pontile petroli ed evitare possibili rallentamenti nei lavori di infrastrutturazione al porto.
Confermati anche i malumori nel Pd. Sono usciti dall’aula i consiglieri Mimmo Cotugno (che ha ufficializzato la propria posizione con una dichiarazione di voto prendendo le distanze dalla linea dettata dal partito) e Raffaele Brunetti, oltre ad Aldo Renna della lista Condemi e ai consiglieri di Forza Italia Cannone, Vietri, Ciraci e Tribbia.
In apertura di discussione il capogruppo dei Democratici Gianni Azzaro aveva ribadito le ragioni del no al progetto, condivise peraltro dalla direzione provinciale e regionale del partito. Lo stesso Azzaro non ha peraltro nascosto i timori sull’eventualità che possano essere messi in discussione i lavori del porto. «A quel punto - ha detto tra le righe - bisognerebbe rivedere la questione». Ha parlato di doppiogiochismo il consigliere dei Verdi-Taranto respira Angelo Bonelli, secondo il quale «questo consiglio non può permettersi ambiguità. Si deve quindi ribadire il proprio no indipendentemente dalle osservazioni che arriveranno, a meno che non sia una cosa studiata». Il leader ecologista è convinto che la delibera sulla variante del porto non sia sufficiente. «Occorre - ha spiegato - che l'amministrazione dia tempi certi circa il recepimento della direttiva Seveso. Si tratta di una normativa europea che il governo nazionale non potrà ignorare».
L’ipotesi del sì al pontile petroli e no ai due serbatoi è naufragata quasi subito in seguito al diktat del sindaco Ezio Stefàno, che aveva chiesto che l'atto restasse nella sua formulazione originaria. Hanno prevalso, dunque, le «ragioni ambientali» per scongiurare l'incremento di emissioni inquinanti causate dalla movimentazione del petrolio. Dai documenti forniti dalla Joint venture Total, Shell e Mitsui, di cui l’Eni è partner logistico, emergerebbe l'aumento del 12% delle emissioni riferite soprattutto a composti volatili e non ci sarebbero adeguate rassicurazioni sui rischi di incidente rilevante. «Dobbiamo rimandare al mittente - ha osservato l’assessore all’Ambiente Vincenzo Baio - il progetto Tempo Rossa. Oggi è una giornata storica per la politica tarantina che ha la possibilità di dire la sua. Abbiamo il dovere morale di difendere la città ed i bambini di Taranto».
Il consigliere Mario Laruccia ha motivato il voto favorevole alla delibera con la necessità di «dare un messaggio chiaro al governo: Taranto non può più essere una città sacrificata per l'interesse dell'intero Paese». La domanda di fondo è: basterà la variante approvata a bloccare un progetto definito strategico anche dal premier Matteo Renzi? (GdM)

Taranto dice «no» a Tempa Rossa

Il Comune di Taranto sbarra la strada al progetto petrolifero Tempa Rossa. Niente da fare per il trasporto a Taranto, via oledotto, del greggio estratto in Basilicata. Con un voto che ha spaccato anche la maggioranza di centrosinistra, 15 favorevoli e 3 contrari, ieri pomeriggio il Consiglio comunale ha adottato il piano regolatore del porto all'infuori dell'allungamento per 350 metri del pontile della raffineria Eni. È questa, infatti, una delle due infrastrutture - l'altra è rappresentata dai due serbatoi di stoccaggio - che serviranno a Tempa Rossa. Averla bloccata, significa bloccare tutto il progetto che per Taranto, su un investimento complessivo di 1,6 miliardi di euro in gran parte concentrato in Basilicata, vale 300 milioni di euro ed una ricaduta di cantiere per 50 imprese e 300 occupati. Il Consiglio non ha affrontato l'aspetto dei serbatoi per il fatto che la loro ubicazione è prevista in un'area dell'Eni e dunque non soggetta al piano regolatore portuale.
Sino alla vigilia del Consiglio comunale si era profilata la possibilità che si cambiasse quanto deciso dalla giunta a metà settembre. Ovvero il no a Tempa Rossa su tutta la linea motivandolo col rischio di un aumento dell'inquinamento in un'area già segnata dall'emergenza Ilva. Era emersa la possibilità che il Comune desse l'ok all'ampliamento del pontile - che attualmente si sviluppa per 500 metri - e dicesse invece no ai serbatoi. Il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, ha però preteso e ottenuto che la coalizione non cambiasse posizione. E così alla fine è stato. Il progetto proposto dalle compagnie Total, Shell e Mitsui, con Eni partner logistico, per ora si allontana sebbene dal 2011 abbia la Valutazione di impatto ambientale favorevole e una serie di autorizzazioni. Il Comune motiva il no con l'aumento delle emissioni, si rifà ad un parere espresso dall'Arpa Puglia e accoglie così il pressing che da mesi portano avanti i movimenti ambientalisti. Se si considera che tempo addietro sia il Comune di Taranto che la Regione Puglia hanno detto sì alle opere di Tempa Rossa eppoi hanno ribaltato la loro linea, con la Regione che ha chiesto al ministero dell'Ambiente di rivedere la Via favorevole concessa, sembra che le istituzioni locali non siano volute entrare in rotta di collisione con gli ambientalisti in una situazione già tesa per l'Ilva.
Ultimamente le compagnie petrolifere hanno anche rivisitato il progetto Tempa Rossa ribadendo che ha emissioni zero, perchè questa è una delle condizioni poste dalla Via, e che con gli interventi di recupero dei composti volatili del greggio ci sarebbe stato un taglio complessivo, su base annua, di 64 tonnellate di emissioni di cui 36 provenienti dagli impianti di Tempa Rossa e 28 dalla raffineria. Questa novità non è stata però considerata dal Comune. (Sole24h)

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