domenica 2 novembre 2014

Ogni settimana è decisiva...

Ilva, la settimana decisiva in gioco il miliardo di Riva

In questa settimana la commissione Ambiente della Camera avvierà la disscussione sulla risoluzione 7-00503 (primo firmatario Ermete Realacci del Pd) sull'utilizzo immediato dei fondi Riva per le necessarie azioni di risanamento ambientale dell'Ilva di Taranto.
Dopo che il gip di Milano Fabrizio D'Arcangelo ha accolto l'istanza del commissario dell'Ilva, Piero Gnudi, a trasferire nelle casse della società siderurgica il miliardo e 200 milioni sequestrati a maggio 2013 dalla magistratura di Milano ai fratelli Adriano ed Emilio Riva - quest'ultimo è morto ad aprile - per presunti reati fiscali e valutari, una serie di contatti si sono stabiliti tra i legali dell'azienda e l'ufficio del magistrato lombardo. Da questi, già nei prossimi giorni l'Ilva vorrebbe avere una serie di indicazioni su come entrare effettivamente in possesso della somma sequestrata. Non sarà facile, nè immediato, per l'Ilva venire in possesso della somma sequestrata che il gip, martedì scorso, ha messo a disposizione della gestione commissariale dell'azienda.
Il gip ha applicato quanto prevede la legge e la possibilità di usare i soldi sequestrati ai Riva nel risamento del siderurgico è espressamente prevista da tre leggi - quella del commissariamento dell'estate 2013, quella su Ilva-Terra dei Fuochi dello scorso febbraio e l'ultima dell'estate scorsa - ed è vero che il gip non ha affatto annullato il sequestro ma lo ha solo trasferito dai beni e dalle somme alle nuove azioni da intestarsi peraltro al Fondo unico Giustizia. Ma è altrettanto vero che non ci sono precedenti specifici in materia. Il che rende prima necessario individuare il percorso tecnico-giuridico che consenta - come prevede la legge - il trasferimento del miliardo e 200 milioni sotto forma di aumento di capitale o come credito in conto di futuro aumento di capitale dell'Ilva. Senza escludere che questo percorso potrebbe essere intralciato da un possibile ricorso al Tribunale del riesame da parte dell'avvocato di Adriano Riva che non solo si è opposto al trasferimento ma ha parlato di incostituzionalità della norma, anche se poi il gip, nell'ordinanza, ha rigettato questa tesi.
"La telenovela dell'Ilva non è finita, vedremo molto probabilmente altri colpi di scena" commentano Michele Pelillo e Salvatore Tomaselli, i due parlamentari pugliesi del Pd che, sul testo dell'ultimo decreto sull'Ilva, hanno lavorato agli emendamenti che hanno reso possibile l'utilizzo dei soldi sequestrati ai Riva, cosa che non c'era nella prima bozza DI metà luglio. Tuttavia anche se la strada è in salita sia i sindacati che le forze politiche di Governo valutano l'atto del gip come un passo avanti.

Secondo i movimenti ambientalisti di Taranto è insensato e inopportuno "cantare vittoria" dopo l'atto del gip di Milano. Per gli ambientalisti infatti il miliardo e 200 milioni dei Riva va "tesaurizzato" per la bonifica dell'area esterna alla fabbrica - suolo e mare - sulla quale si sono riversati anni di emissioni nocive e non impiegato nel capitale dell'impresa. Tuttavia il nodo Milano non chiude la partita dell'Ilva, nè è l'unico. Almeno tre i fronti aperti: la Procura di Taranto, la trattativa per la vendita, il rapporto con la Commissione europea. Alla Procura di Taranto nei giorni scorsi il gip di Taranto, Patrizia Todisco, ha inviato una lettera con allegata la relazione dei custodi giudiziari, in cui afferma che l'Ilva continua a inquinare. Il gip rimette il caso alla valutazione dei pm. Da considerare che l'Ilva ha già gli impianti sotto sequestro, sia pure con facoltà d'uso. Nelle scorse ore, inoltre, un altro movimento ambientalista, Fondo antidiossina, ha inviato sempre al procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e postato un filmato dove si vedono bagliori rossastri nelle ore notturne provenienti, si afferma, dall'area Gestione rottami ferrosi dello stabilimento. Il Fondo antidiossina sottopone le immagini alle valutazioni del procuratore cui si chiede di intervenire.
Riguardo alla trattativa, il provvedimento del gip potrebbe dare un'accelerata al negoziato che, allo stato, vede tre soggetti in campo: Arcelor Mittal con Marcegaglia, Jindal, Arvedi con un gruppo brasiliano. Fra i tre, la trattativa più avanzata è con Arcelor Mittal come sia il commissario Gnudi che il ministro Federica Guidi hanno più volte detto. E ora che sembra profilarsi una schiarita sui costi del risanamento con la possibilità che una buona parte se li accolli la stessa Ilva - tema posto dagli acquirenti al commissario - è probabile che Arcelor Mittal avanzi l'offerta economica dopo la manifestazione di interesse. L'offerta potrebbe arrivare a metà mese e consentirebbe di mettere la trattativa per la vendita su binari diversi. Nel contempo sarebbe anche un segnale per le banche, che attendono che la nuova, possibile compagine societaria si chiarisca.
Le banche infatti devono erogare all'Ilva altri 125 milioni della seconda rata del prestito ponte da 250 milioni. Infine la Commissione europea nelle scorse settimane ha inviato al Governo una nuova lettera di contestazioni per le violazioni ambientali chiedendo a Roma un parere motivato. Si tratta di un avanzamento della procedura di infrazione aperta verso l'Italia a settembre 2013 a cui ora il Governo deve dare una risposta. (Rep)

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